Lo studioso tedesco R. Jerhing scrisse a proposito del rapporto tra diritto e società: “il sentimento del diritto è come la radice dell’albero rappresentato dalla società. Laddove questa radice rinsecchisce, l’albero muore”. E’ un po’ quello che si rischia in questa fase di transizione della società italiana con il sentimento e il senso della tutela dei diritti e dei diritti.
L’appuntamento congressuale di Magistratura Democratica si è da sempre caratterizzato come un momento alto di riflessione e confronto, uno spaccato della nostra società verso il quale prestare particolare attenzione. Desidero pertanto - a nome di Psichiatria Democratica - ringraziarvi per averci fatto partecipi di questa assise.
Com’è noto ci va stretto, da sempre, l’abito professionale, il cosiddetto specifico psichiatrico.
L’affermazione, utilizzata come titolo di questo congresso, - La forza dei diritti -, presa in s ed isolata dal contesto, è una contraddizione in termini. I diritti, in quanto tali, non hanno una loro forza: sono un enunciato, un concetto, una convenzione; sono il faticoso risultato di una secolare ricerca politico-culturale, il prodotto artificiale di una data società, che – lasciato a se stesso – termina il suo viaggio, iniziato nella mente umana, in un testo scritto.
Una relazione congressuale deve essere un punto di partenza e non di arrivo, rappresentando sia il punto di approdo dell'elaborazione e della riflessione collettiva, sia uno stimolo di discussione per un congresso che vorrebbe ambiziosamente essere un laboratorio di idee ed un momento di incontro tra esperienze, professionalità e sensibilità diverse.
Sono molto lieto di portare il saluto del Csm e mio personale a questo congresso e ad una associazione come Magistratura democratica che viene da lontano e che ha sempre mostrato grande sensibilità ai problemi, correndo anche dei rischi. Ma la libertà impone di correre dei rischi; e dobbiamo correrli questi rischi.
Ho apprezzato molto la relazione di Claudio Castelli per una serie di spunti su cui è caduta la riflessione del Consiglio superiore della magistratura e su cui è intendimento di continuare a riflettere.