di Virginio Rognoni - congresso nazionale
Sono molto lieto di portare il saluto del Csm e mio personale a questo congresso e ad una associazione come Magistratura democratica che viene da lontano e che ha sempre mostrato grande sensibilità ai problemi, correndo anche dei rischi. Ma la libertà impone di correre dei rischi; e dobbiamo correrli questi rischi.
Ho apprezzato molto la relazione di Claudio Castelli per una serie di spunti su cui è caduta la riflessione del Consiglio superiore della magistratura e su cui è intendimento di continuare a riflettere.
In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano ho ritenuto di articolare la mia riflessione su due punti: sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura e sulla efficienza del servizio. Dicendo che, tutto sommato, autonomia e indipendenza senza efficienza finiscono per essere valori residuali di stampo decisamente consolatorio, mentre l’efficienza del servizio, unita alla indipendenza e alla autonomia della magistratura, acquista il valore che la stessa Costituzione assegna loro.
Vedo che molti spunti in questo senso ci sono nella relazione di Claudio Castelli e me ne rallegro. Credo che anche i miei colleghi del Consiglio superiore, questo organo di autogoverno della magistratura, apprezzino quel rilievo di Claudio Castelli dove si dice che occorre lasciare alle spalle di ciascuno di noi il corporativismo, perch non tutela nessuno e tantomeno la giurisdizione, ed è ispirato da una logica miope e tale da portare alla rovina la magistratura in tempi rapidi.
Occorre dimostrare, nella quotidiana esperienza del governo autonomo della magistratura, che è possibile qualcosa di diverso, che valorizzi il pluralismo senza lottizzazioni, l’unità senza consociativismi, l’attenzione di ogni singolo magistrato senza favoritismi. Su questo terreno dobbiamo lavorare per aiutare il Csm. Noi abbiamo bisogno di questo aiuto. Ne abbiamo bisogno per l’immagine che del Csm può derivare alla pubblica opinione a seguito del dibattito aperto nel paese e ne abbiamo bisogno attraverso i magistrati che fanno parte del Consiglio superiore della magistratura.
Pi volte ci siamo detti, Berlinguer ed io e anche altri, che, eletti come siamo eletti, secondo le procedure che noi conosciamo, una volta entrati nel Csm le appartenenze ci rimangono addosso per la cultura, per la sensibilità per altre cose ancora che si riassumono nelle rispettive appartenenze, ma dobbiamo essere consiglieri del Csm, consiglieri di questo autogoverno della magistratura. Credo che ciò valga non solo per i consiglieri di indicazione parlamentare, ma anche per i consiglieri di indicazione della magistratura.
So bene quale sia, anche questo ho voluto rivendicare a Milano e non era una rivendicazione retorica, la ricchezza dell’associazionismo e vedo che Castelli parla di crescita dell’associazionismo. La cultura della giurisdizione, la cultura sui problemi della giustizia si sono giovati dell’associazionismo fra i magistrati.
Questo associazionismo ha determinato diverse correnti, perch sensibilità diverse ci sono anche nella vasta platea dei magistrati, tra le quali c’è bisogno di grandi convergenze, non forzature ma convergenze, soprattutto a livello di autogoverno della magistratura. Non ci devono essere dei pregiudizi di favore o disfavore direttamente e meccanicisticamente riconducibili ad un residuo di sentimento delle proprie appartenenze. Lo dico con grande franchezza perch così, e soltanto così, si aiuta l’autogoverno della magistratura.
Pi volte ho detto - e lo ripeto - che il principio dell’imparzialità sta nella Costituzione, è un valore della Costituzione e il cittadino deve fare proprio questo principio, deve interiorizzarlo. Ma bisogna aiutare il cittadino con sobrietà, compostezza e con la cultura della giurisdizione.
Questo è in buona sostanza il mio saluto di apprezzamento per la relazione di Castelli anche laddove guarda in avanti, dove parla di Europa. Mi ha colpito molto la frase che anche al magistrato, al giudice dell’Europa, dei paesi europei compete di costruire l’Europa. Il diritto europeo. Siamo ad una svolta fra diritto codificato ed esperienze diverse e i giudici hanno un ruolo di estrema importanza a questo riguardo. Ho apprezzato molto il rilievo che ha dato a questo passaggio il segretario Castelli.
Questo è il mio saluto. Ho l’ambizione giorno per giorno, senza atti rivoluzionari, di dare e di offrire all’opinione pubblica la percezione della magistratura per quello che la magistratura è. Qui abbiamo uno specchio importante, rilevante di grande lealtà nei confronti della figura del magistrato. Occorre che interpretazioni distorte vengano tolte di mezzo o collocate alla periferia dell’interesse della gente. Credo che si possa fare questo lavoro, ma è un lavoro che può essere fatto dal Consiglio superiore, dall’autogoverno che deve essere difeso nelle sue prerogative e noi lo abbiamo anche difeso in una certa circostanza, perch un Consiglio superiore che ha il diritto-dovere di rappresentare al governo e, per tramite del governo, al Parlamento delle relazioni ha anche il diritto (questa è tra l’altro l’interpretazione della norma a nostro giudizio) di esprimersi su prospettive di legislazione. Noi siamo un interlocutore importante, lo dico senza arroganza, per l’iniziativa delle leggi che compete al ministro e per la interlocuzione che il ministro deve avere con il parlamento. Un contributo tecnico, anche questa espressione ricorre nella relazione di Castelli, come quello che può essere offerto dal Csm è un contributo importante.
Molti auguri al Congresso, che certamente costituirà ancora una volta un passaggio e un passo in avanti nella storia dell’associazionismo giudiziario di questo paese.