15 giu 2006
Magistratura democratica Movimento per la giustizia
Il CSM al centro di un “sistema giustizia” al servizio dei cittadini.
Magistratura democratica Movimento per la giustizia
Il CSM al centro di un “sistema giustizia” al servizio dei cittadini.
Care amiche, cari amici,
Magistratura democratica e Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione
Secondo la Costituzione gli atti e i provvedimenti dei magistrati devono essere motivati; per questa ragione la critica della pubblica opinione e della stampa, quando è argomentata, è non solo lecita ma costituisce un fattore di crescita della democrazia e del dibattito politico.
Non rispondiamo alle reiterate provocazioni, fatte con il deliberato intento di determinare risse istituzionali in periodo elettorale.
Volgarità, insulti e insinuazioni calunniose esprimono il senso delle istituzioni di chi li pronuncia.
Nutriamo grande fiducia nei cittadini italiani e nella loro capacità di distinguere tra chi opera seriamente nelle istituzioni della Repubblica e chi si agita scompostamente senza alcun senso dello Stato.
Ecco cosa sarebbe Magistratura democratica secondo il Presidente del Consiglio:
Non rispondiamo a insinuazioni risibili, fatte con il calcolato scopo di provocare risse istituzionali in periodo elettorale.
Ci sarà tempo e modo per intervenire.
Ci limitiamo ad osservare che insinuazioni calunniose e insulti esprimono il senso delle istituzioni di chi li pronuncia.
Il Presidente della Camera on. Casini, invitando l'ANM a "fare pulizia" al suo interno ha dichiarato che: "la stragrande maggioranza dei magistrati sono onesti, ma esiste una parte militante della magistratura che getta ombre su tutti gli altri; esistono troppe pecore nere, come Libero Mancuso a Bologna. Non è Berlusconi l'avversario dei magistrati ma esistono troppi giudici che gettano ombre sulla terzietà del loro ruolo e accreditano l'idea che la magistratura sia parziale".
Eravamo rimasti tutti allibiti dopo la "storica" relazione dell'ing. Castelli alle Camere: tre righe sulla criminalità organizzata (dopo quel po' po' accaduto in Calabria, per tacer d'altro), il problema delle carceri ridotto ad una questione edilizia, la minaccia di cambiare il disciplinare e addirittura di creare tribunale speciali per i magistrati.
La legge Pecorella costituisce l'ultimo colpo mortale alla possibilità che il sistema giudiziario possa fornire risposte in tempi ragionevoli alle domande dei cittadini.
Essa, tra gli altri danni, vanificherà il recupero d'efficienza nel settore penale realizzato dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni, produrrà un enorme aumento del numero di ricorsi a fini dilatori, determinerà un concreto rischio di progressiva paralisi del sistema.