09 lug 2005
Fa davvero piacere apprendere che il Ministro per le riforme Calderoli, che pi volte in passato è stato prodigo di critiche alla Corte costituzionale, ora ne conosce e ne condivide gli orientamenti giurisprudenziali.
Fa davvero piacere apprendere che il Ministro per le riforme Calderoli, che pi volte in passato è stato prodigo di critiche alla Corte costituzionale, ora ne conosce e ne condivide gli orientamenti giurisprudenziali.
Care colleghe e cari colleghi, questa volta tocca a me invitarvi a compiere con convinzione un gesto serio e grave come lo sciopero, il quarto in tre anni ! Ma dobbiamo farlo perchè la partita non è persa, perchè sappiamo di aver ragione.
Sappiamo anche che si tratta di un gesto che può essere frainteso e che può risultare impopolare.
La accusa di protervia, rivolta genericamente a tutti i magistrati dall on. Fini, conferma che la controriforma dell'ordinamento giudiziario è motivata soltanto dalla voglia di regolare i conti con la magistratura e con i magistrati che svolgono il proprio compito con indipendenza dal volere e dal potere politico.
E' deludente e inaccettabile che si abbandoni ad insulti gratuiti e generici anche chi, per il delicato incarico istituzionale che ricopre, ha un particolare dovere di responsabilità e di specifica indicazione dei fatti su cui sono fonda le sue valutazioni.
Il contingentamento dei tempi di discussione della riforma-contro dell'OG al Senato ci fa capire che il governo e la maggioranza intendono procedere a tappe forzate verso l'approvazione in tempi rapidi della legge. Dobbiamo prepararci a rispondere in tempi altrettanto rapidi; la magistratura italiana non intende piegare la schiena. Magistratura democratica farà, come sempre ha fatto, il suo dovere.
Si stenta a credere alle dichiarazioni del senatore Centaro, che colpevolizza le donne magistrato che scelgono la maternità. Non è la realtà, fatta di un alta percentuale di donne che lavorano, che deve adeguarsi alle esigenze organizzative, ma la organizzazione giudiziaria che deve adeguarsi alla realtà.
La controriforma dell'ordinamento giudiziario è stata di nuovo calendarizzata al Senato per la giornata di oggi.
Il pericolo non è quindi passato e occorre riprendere tensione e mobilitazione. Siamo arrivati ad un passo dal successo e non è possibile demordere proprio ora.
Dobbiamo mantenere la massima attenzione e preparare, se necessario, ulteriori forme di protesta.
Dopo 13 anni dalla strage di Capaci, la mafia con la sua capacità di condizionamento è tornata ad essere fortemente presente sul territorio, contestualmente mimetizzandosi sempre pi nell'ambito dell'accentuazione del processo di immedesimazione sociale con le classi dirigenti siciliane. Si moltiplicano intanto preoccupanti segnali che indicano il prevalere - anche all'interno del mondo politico-istituzionale - dello spirito di convivenza con la mafia ed il diffondersi di una vera e propria "voglia di mafia", così colpevolmente disperdendo la lezione di Giovanni Falcone.
Nelle scorse settimane abbiamo lanciato un forte allarme sullo stato e sulla tenuta del sistema di autogoverno, con l'intenzione di dare una risposta alla diffusa insoddisfazione per l'operato del C.S.M., in particolare in materia di nomine.
Il Consiglio e più in generale il nostro autogoverno devono essere difesi perchè sono il presidio della nostra indipendenza, ma l'unico modo di farlo è quello di farli funzionare con efficienza e correttezza, e non certo nascondendo manchevolezze, ritardi e scelte sbagliate.
In sede di esame per la conversione del decreto legge sulla "competitività" è stato presentato, davanti alla Commissione Bilancio del Senato, un maxi - emendamento contenente la delega al Governo sia per la riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali, sia per estendere a tutte le controversie civili il nuovo rito societario ed i principi contenuti - con riferimento al giudizio di cassazione ed all'arbitrato - nel disegno di legge delega per la riforma del c.p.c.
Il 25 aprile 2005 si celebra il 60.mo anniversario della Liberazione dal
fascismo e dal nazismo.
Da quell'evento, che riscattò la vergogna di un regime che aveva
calpestato le libertà, emanato le leggi razziali, scatenato
indiscriminate guerre di aggressione, è nata la nostra Costituzione e
l'Italia ha conosciuto finalmente la democrazia, l'eguaglianza, una
giustizia realmente indipendente.