del segretario generale Ignazio Juan Patrone
Ecco cosa sarebbe Magistratura democratica secondo il Presidente del Consiglio:
un manto protettivo steso sulle cooperative, sulle giunte rosse e ora, addirittura, sul titolare di un noto marchio di scarpe, che ci userebbe per nascondere non meglio precisati "scheletri negli armadi". E ancora: "una protesi della sinistra, un cancro della democrazia, magistrati che usano due pesi e due misure, una corporazione costituitasi in partito politico, impiegati dello Stato che con i soldi dei cittadini lavorano alacremente per cercare qualunque cosa contro il Presidente del Consiglio, uno scandalo", eccetera. Cito alla rinfusa dai ritagli stampa da febbraio in poi, ce n'è per tutti i gusti e per ogni pubblico televisivo e per ogni comizio urlante.
Come ha scritto Franco Ippolito, si tratta di accuse ad un tempo calunniose e ridicole, oltretutto pronunciate da chi ha demolito la giustizia a colpi di leggi-vergogna e di una inefficienza quotidiana cercata e perseguita con ogni mezzo; ma per magistrati come noi sono affermazioni infamanti, contro le quali ci tuteleremo, a tempo debito e nelle sedi opportune.
Questo continuo spot e questa ricerca spasmodica del ruolo di vittima sacrificale di "congiure" di ogni tipo (la libera stampa e persino la Confindustria hanno avuto lo stesso trattamento di solito a noi riservato) dimostrano in chi li pratica l'inesistenza di argomenti ed una "cultura" formatasi nei talk-show e nei reality, dove chi grida di pi pensa di avere per questo ragione.
Magistratura democratica continua, con serenità e fermezza, nella sua attività di gruppo di magistrati tenuti assieme dall'amore per "questa" Costituzione, dai principi dello Stato di diritto e dal nostro unico scopo comune: rendere una giustizia che affermi i diritti e che sia un servizio credibile per i cittadini. Non ci faranno tacere e non ci lasceremo intimidire da fandonie di questo genere.