24 mar 2003
Cari colleghi,
con il maxiemendamento approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei
ministri il progetto governativo sull'ordinamento giudiziario è ormai
definito.
Cari colleghi,
con il maxiemendamento approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei
ministri il progetto governativo sull'ordinamento giudiziario è ormai
definito.
Le decisioni giudiziarie devono essere rispettate anche quando non sono condivise. Rispetto non significa però acquiescenza acritica, ma impegno nel capire, nell'interpretare e, quando necessario, nel sottoporre a critica razionale atti e provvedimenti dei magistrati. La critica dell'opinione pubblica, della stampa, degli operatori, quando è motivata e argomentata, è infatti fattore di crescita, mezzo per correggere errori, strumento per affermare la responsabilità sociale dei magistrati.
Cari amici, dalla pubblicazione delle sedi agli uditori e dalle reazioni di sconforto ed amarezza che si succedono credo che occorra cogliere da un lato la drammaticità della situazione sul tema "trasferimenti", che mi sembra il Consiglio non abbia ancora colto, ma anche dall’altro l’estrema difficoltà in cui oggi il Consiglio si trova ad operare per rimettere in sesto una politica del personale razionale.
La proposta di emendamento presentata nel d.d.l. sull’ordinamento giudiziario
che prevede di creare due concorsi distinti e separati per giudici e per
pubblici ministeri è un chiarissimo passo verso la separazione delle carriere.
E una proposta che sarebbe di dubbia costituzionalità quanto al doppio
concorso, stante la lettera dell’art. 106 Costituzione che parla di "concorso",
da intendersi come unico, ed in contrasto con l’ art. 105 Costituzione
La pace costituisce un valore fondativo dell’ordinamento democratico interno e internazionale.
La Costituzione della Repubblica italiana, la Carta delle Nazioni Unite e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sono fondate sul ripudio della guerra e sull’impegno solenne di assicurare un futuro di pace a tutti i popoli.
Il congresso di Magistratura democratica si riconosce nella relazione del segretario nazionale e approva le tesi in essa contenute;
prende atto del ricco e articolato dibattito congressuale, anche con significativi contributi esterni, convergenti nella denuncia dei gravi e ripetuti attacchi all’autonomia della magistratura e all’indipendente esercizio della giurisdizione;
sottolinea la centralità dell’impegno di Md in difesa dei valori costituzionali e a tutela dei diritti e della giurisdizione;
E' per me un grande onore intervenire qui quale Presidente dell’Associazione dei magistrati italiani, una associazione ormai quasi centenaria essendo stata fondata il 13 giugno 1909 a Milano, sull’onda del movimento nato con il "Proclama di Trani" dell’ aprile 1904.
Si sta svolgendo in questi giorni a Porto Alegre il terzo World Social Forum, ed, in concomitanza, il secondo Forum Mondiale dei Giudici, esattamente come lo scorso anno.
Sono onorato di parlare in questa sede e ringrazio gli organizzatori del congresso di avermi invitato. Non sono un giurista e tuttavia mi trovo qui, come un testimone qualsiasi, per parlare in difesa della giustizia e della Costituzione. Che esse siano oggi minacciate è una sensazione diffusa in una vasta opinione pubblica: un allarme sociale che si solleva dopo un periodo durante il quale è cambiato il modo con cui molti cittadini guardano all’operato della magistratura.