del segretario nazionale Claudio Castelli
La proposta di emendamento presentata nel d.d.l. sull’ordinamento giudiziario
che prevede di creare due concorsi distinti e separati per giudici e per
pubblici ministeri è un chiarissimo passo verso la separazione delle carriere.
E una proposta che sarebbe di dubbia costituzionalità quanto al doppio
concorso, stante la lettera dell’art. 106 Costituzione che parla di "concorso",
da intendersi come unico, ed in contrasto con l’ art. 105 Costituzione
laddove attribuisce il compito di valutare i giudici e Pm che vogliono
transitare di funzione ad un altro organo, togliendolo al C.S.M., cui
competono le assunzioni, le assegnazioni e i trasferimenti.
E’ una proposta con enormi problemi di fattibilità, duplicando concorsi
che già oggi il Ministero fatica a tenere e creando innumerevoli rigidità
nelle assegnazioni dei magistrati che mortificherebbero le loro reali
capacità ed attitudini. E’ una proposta pericolosa perch pensare un Pubblico
Ministero assunto con un concorso a parte e che deve superare innumerevoli
ostacoli (corso di formazione, valutazione di idoneità, successivo concorso
specifico e incompatibilità distrettuale con l’incarico prima svolto)
per passare alle funzioni giudicanti statuisce di fatto la separazione
delle carriere.
Lo scopo che viene perseguito non è quello di un ordinamento giudiziario
moderno, o di far funzionare meglio la giustizia, ma come autorevoli esponenti
della maggioranza hanno dichiarato, quello di aggirare il dettato costituzionale
che attualmente non consente la separazione delle carriere. E’ il preludio
del controllo politico sul Pm La separazione delle carriere oggi in
Italia vorrebbe dire creare un Pm tanto forte nei confronti degli inquisiti
e dei giudici quanto debole e soggetto alle pressioni dell’esecutivo e
alle richieste di identificazione ed assimilazione con la Polizia. Quando
il primo compito del Pm, a tutela dei cittadini, è proprio quello di
dirigere e vagliare il contenuto delle indagini svolte dalla P.G, e di
garantire il rispetto della legalità da parte di tutti, anche da parte
della Polizia.
Le nostre proposte su questo terreno sono chiare: concorso unico, scuola
della magistratura nell’ ambito del C.S.M., corsi di formazione e di riconversione
in caso di mutamento di funzioni, selezione attitudinale, incompatibilità
circondariale limitata al settore penale, temporaneità congrua delle funzioni
requirenti, applicata con la necessaria flessibilità. In questo modo si
dà un’adeguata risposta alla necessaria professionalità dei diversi ruoli,
all’arricchente osmosi ed interscambio di funzioni e si superano i problemi
di immagine che si possono porre in caso di passaggio dalle funzioni requirenti
a quelle giudicanti penali (e viceversa) nel medesimo tribunale.