di Giacinto Bisogni
Mi sveglio in perfetto orario, in anticipo sulla sveglia che metto solo in casi di estrema necessità. Ryanair ha scritto una @ ai passeggeri del volo FR 3005 in partenza da Roma Ciampino alle ore 10.00 di giovedì 7 luglio per London Stansted pregandoli di essere al check in due ore prima del volo perch si annunciano scioperi. Il traffico scorre veloce: alle 8.05 sono all'aereoporto, c'è già una fila lunghissima. Una ragazza vende i biglietti del pullman da Stansted a Liverpool St. Station è pi economico del treno ma ci mette di pi: decido di andare in treno.
Vado a Londra perch sono stato invitato a partecipare a una conferenza sul diritto contrattuale europeo organizzata dalla Presidenza britannica dell'Unione europea (European contract law: better lawmaking through the common frame of reference). Oggi ci sarà una cena ufficiale alla Mansion House offerta dalla Corporation of London e domani la conferenza, organizzata dal Department for Constitutional Affairs vedrà la partecipazione di autorità politiche dell'Unione e del Regno Unito oltre che di alcuni paesi dell'UE tra cui l'Italia, poi ci sarà una sessione pomeridiana, presieduta dal Direttore generale della DG-Consumatori cui parteciperà Diana Wallis per il Parlamento europeo, dedicata agli esponenti delle associazioni dei consumatori, delle professioni legali, delle assicurazioni e delle banche. L'iniziativa è legata al lavoro che sta facendo la Commissione europea di redazione di un quadro generale di principi e norme generali del diritto contrattuale. Un'iniziativa a cui ho partecipato sin dalla sua nascita quando lavoravo al servizio giuridico della Commissione e che ora mi vede iscritto nel network degli stakeholders (la rete dei rappresentanti degli interessi rilevanti, la traduzione è davvero avventurosa) come esponente della magistratura italiana. E' un progetto che presenta molte ambiguità: si tratta di un primo abbozzo di un futuro codice contrattuale (o addirittura di un futuro codice civile) europeo oppure si tratta, come cerca di spiegare la Commissione, di uno strumento che servirà per risistemare l'acquis comunitario e come guida per il legislatore comunitario nella materia civil-contrattuale? Quale relazione c'è tra questo lavoro e l'idea della Commissione di pensare a uno strumento legislativo opzionale di carattere generale che i cittadini e le imprese europee potranno decidere di adottare per regolare i loro rapporti contrattuali? All'inizio questa iniziativa è stata vista con molto sospetto dal governo e dalla cultura accademica britannica, in particolare inglese. All'ultimo workshop cui ho partecipato a Bruxelles lo scorso 7 giugno ho raccolto dai partecipanti del Regno Unito delle indiscrezioni su un cambiamento di atteggiamento da parte del loro governo. Questa è la ragione di maggior interesse che mi ha spinto ad andarci, per capire cosa sia effettivamente cambiato. E' anche una buona occasione per passare un fine settimana a Londra, anche se il governo di S. Maestà non è molto generoso e lascia il costo del viaggio a nostre spese. Andrò a trovare i miei carissimi amici Heather e Joe e la piccola Dora che sta per compiere quattordici anni. Ho comprato un bel regalo per lei. Insomma sono molto contento di andare, forse vedrò anche altri amici e Londra è uno dei posti che mi piace di pi al mondo.
Il volo parte in perfetto orario alle 10.00 (ore 9.00 London time). Accanto a me una bimbetta inglese deliziosa e sua madre, moglie di un funzionario, o forse di un diplomatico, dell'ambasciata britannica a Roma. Mi spiega dov'è il mio albergo e quale linea della metro devo prendere da London Street Station per andare all'albergo che sta in St. Katherine Ways. Ah è proprio un posto interessante è la zona dei docks, accanto alla Tower of London. Apro il giornale e leggo della disfida Parigi-Londra per le Olimpiadi del 2012. Londra si appresta a diventare la capitale occidentale pi importante del pianeta ancora pi cosmopolita di New York, scrive un paginone di Repubblica. Insomma sto andando nel centro del mondo! Dal finestrino improvvisamente appaiono i bellissimi monti della Corsica, protesi in direzione longitudinale come a segnare il nord e il sud del Mediterraneo. Leggo, il tempo passa veloce. Ryanair ci propone di acquistare un biglietto scontato A/R per la stazione di Liverpool Street.
Arriviamo all'aereoporto di Stansted puntuali, il tempo è grigio e ci sono dieci gradi in meno. Appena sceso dall'aereo sento una sorta di oppressione al petto. Riemergono le mie paure cardiache, forse la mia borsa è troppo pesante? Sono agitato? Cammino pi lentamente e respiro profondo. Tutto sembra normale mi immergo nella folla che aspetta i passeggeri in arrivo. La strada per la stazione ferroviaria è ben segnalata. Arrivo all'imbocco della scalinata che porta ai treni. C'è un tizio della sorveglianza che sbarra l'accesso. Mi avvicino per chiedere cosa succede. Mi guarda piuttosto spazientito.
- Non sa che a Londra sono scoppiate alcune bombe nella metropolitana e sui bus? No, rispondo stralunato, ci sono stati morti?
- Si molti morti.
- Oh mio Dio.
Si vede che apprezza la mia partecipazione emotiva.
- L'unico modo per andare a Londra è il bus ma il centro della città è isolato.
Mi sento assolutamente incapace di gestire questa situazione. Meccanicamente torno nell'aeroporto per avere altre informazioni. Allo sportello della compagnia ferroviaria. La rete ferroviaria è disattivata; l'unico bus che va a Londra è il 6A. Riaccendo il telefono cellulare. Vado alla fermata del bus. E' pieno di poliziotti e di addetti alla sicurezza. Sono molto nervosi e danno l'impressione di aver ricevuto notizie terribili. La situazione sembra fuori controllo, può ancora succedere di tutto eppure tutti mantengono i nervi a posto e i passeggeri sono ancora pi calmi dei poliziotti. Uno di loro mi spinge verso la fila per l'autobus 6 A. Mi accorgo che la fila gira dietro l'angolo. E' lunghissima. Mi accodo come se il mio dovere fosse comunque quello di arrivare in tempo alla conferenza. Comincia a cadere una pioggia sottile. Ma dove sto andando? In realtà l'unico autobus in attività porta a Greenway (forse la mia memoria distorce il nome, Greenway è comunque un disco di Neil Young) che a quanto capisco si trova ben lontano dal centro e da lì? Provo a chiamare Heather e poi Joe ma non si prende la linea. Chiamo Elisa (mia moglie) in Italia per sapere costa sta succedendo. Sì, ci sono decine di morti, le notizie sono confuse, tutta la rete della metropolitana è stata evacuata. La mia angoscia sale. Ho paura di sentirmi male. Comincio a pensare di ritornare in Italia. Forse devo provare a chiedere se ci sono voli per tornare indietro. Mi viene la fantasia che una bomba potrebbe scoppiare proprio qui all'aeroporto di Stansted. Suona il telefono. E' Joe mi chiede dove sono. Glielo urlo ma non mi sente. Chiamami al lavoro forse si sente meglio. Non ci riesco. Passa un tizio della sorveglianza che invita i passeggeri che hanno un biglietto del treno a farsi avanti c'è un bus che parte per Greenway. Sto per mettere la valigia nel bagagliaio quando mi rendo conto che potrebbe essere uno sbaglio andare in questo cavolo di Greenway. L'autista sta indirizzando i passeggeri a depositare i bagagli. Gli rivolgo una raffica di domande.
E' lontana Greenway dal centro ? Si
Ci sono possibilità di prendere autobus per il centro? No
E possibile trovare un taxi lì? Penso che sia molto difficile.
Riesco in poche battute a spiegargli la mia situazione e gli chiedo cosa mi consiglia di fare, se è meglio tornare in Italia. Mi lancia uno sguardo molto empatico, pieno di dolcezza e con una punta di ironia. It's up to you dice e mi da una piccolissima pacca sulla spalla. Capisco che lui tornerebbe in Italia se fosse nei miei panni ma certo non sa bene di che si tratta, come fa a darmi una simile risposta, lo so la mia domanda è assurda ma non potevo non farla a qualcuno. Chiamo Elisa, ci consultiamo freneticamente. Ok torno in Italia è meglio così. Ma sarà possibile trovare un posto. Torno alla biglietteria della Ryanair. Lunghe code ma veloci. Ci sono un sacco di turisti italiani frastornati che cercano di tornare da dove sono venuti. L'impiegato si chiama Charlie mi dice che c'è il volo delle 16.30 ma costa un sacco di soldi la differenza da pagare. Quanto? Oltre 200 sterline. A questo punto qualsiasi prezzo mi sembra adeguato. Appena mi consegna la ricevuta con la prenotazione del posto mi sento sollevato. Comincio a riacquistare un senso razionale delle cose. Discuto con gli altri italiani che sono in fila. Loro non sono disposti giustamente a pagare alcun sovrapprezzo. A Charlie arrivano direttive dall'alto: la Ryanair ha deciso che il cambio di biglietto è gratuito, date le circostanze. Rifaccio la fila che è diventata sempre pi grossa e tumultuosa (Behind the blue line, please! urlano le ragazze della Ryanair). Charlie annulla la mia disposizione di pagamento. Adesso posso finalmente mangiare qualcosa. C'è un banchetto che vende frullati di frutta e muffins. Devo avere una faccia davvero sconvolta perch una donna cinese seduta al mio fianco mi guarda e sorride mentro aspiro il frullato di banana.
C'è da fare un'altra megafila per il check in. Devo spedire il bagaglio secondo la burbera addetta al rilascio delle carte di imbarco. Per poco non ne nasce una lite mi rendo conto di essere ancora nervosissimo e che non posso pi sopportare nessun'altra frustrazione ma devo calmarmi. Il mio pensiero è fisso alla situazione di Londra. Vorrei sapere qualcosa, vedere qualche immagine. Supero il posto di controllo dopo minuziosissimi passaggi del mio contenitore degli occhiali e del caricatore di batteria sotto gli strumenti della sorveglianza. Dopo una serie di passaggi si arriva nella zona dei negozi duty free. C'è una grande birreria con molti schermi televisivi sintonizzati su Sky 24. Finalmente qualche notizia. Tutto sembra invece vago nelle informazioni ma le immagini del bus sono molto eloquenti. Compare Blair insieme a Bush e Chirac. Come accade in questi mega-eventi mondiali la TV riesce sempre a esprimere qualcosa di ridicolo. Compare Ken Livingston il sindaco di Londra (Ken il rosso). Tutti guardano la televisione con molto interesse. Mi trasmettono un senso di autocontrollo e di intelligenza ma anche di non comunicazione. Chiedo al barista se hanno detto quante persone sono morte. Mi guarda come se finalmente fosse stata posta la domanda che nessuno aveva il coraggio di fare. No è strano non hanno dato alcuna notizia al riguardo. Accanto al bar- birreria ci sono delle postazioni internet a pagamento. Apro il sito di Repubblica. Leggo voracemente le informazioni. Provo un brivido quando mi appare la mappa degli attentati: quasi esattamente i luoghi della mia conferenza. Consulto la mia posta. La conferenza è stata annullata. Il governo britannico si scusa. Qualcuno sulla lista di MD ha mandato un link che avanza l'ipotesi di una strategia della tensione del XXI secolo. Già questo XXI secolo è davvero diverso dal Novecento. Spesso mi sento un uomo del passato. Guardo i giovani che si muovono nelle sale di attesa dell'aereoporto e penso che i loro sentimenti e i miei, di quando avevo la loro età, non sono paragonabili. La mia generazione ha vissuto un passaggio di grande euforia e fiducia per il futuro, oggi ci sono delle minacce così pesanti sulla testa di questi ragazzi. O forse la paura del futuro è pi grande quando i cambiamenti in arrivo sono pi drammatici. Io non vedrò che una parte limitata di questo futuro ma sento che nei prossimi anni le linee di questi cambiamenti saranno chiaramente leggibili. Oggi si ha solo la percezione della difficoltà di costruire qualcosa di nuovo e della forza dirompente dello scontro in atto. Le nostre speranze sono alla mercè del vento impetuoso degli eventi come quello di oggi, così doloroso, che ha colpito persone innocenti e una città che amo, che da oggi sentirò ancora di pi mia.
La stanchezza piomba improvvisamente su di me. Tutto fila liscio e l'aereo parte in orario. Accanto a me si siedono un ragazzo e una ragazza orientali. Parlano un inglese perfetto e si scambiano un sacco di effusioni. Loro riescono a dormire e hanno dei lineamenti perfetti appena si arrendono al sonno. Io invece non riesco. Ho paura di essere troppo stanco per poter dormire. Leggo un mini - saggio di Giorgio Agamben su Genius. Mi sembra assolutamente appropriato a quanto ho vissuto oggi. Le sensazioni pi forti si allontanano. Compro un piccolo regalo per mia moglie Elisa. Mi rimetto sulle mie carte del lavoro, leggo un saggio sul diritto contrattuale comunitario, sull'unificazione del diritto di famiglia in Europa. Mi aggrappo a quello che so, a quello che ritengo possa essere il futuro.
Finalmente a Roma. Arriviamo verso le 8.00 di sera. La valigia non si fa attendere pi di tanto. Il cielo, la luce di Roma sono bellissimi. La temperatura è perfetta, c'è una leggera brezza serale. Riprendo la macchina. Ho una sensazione assurda di felicità mentre guido verso casa nello scenario degli acquedotti romani sulla via Appia. S.Giovanni. S. Lorenzo. Il Verano. Viale Regina Margherita. E' banale dirlo ma Roma è davvero un posto di straordinaria bellezza e intensità. Per me è come una bilancia in cui il peso della sua infinita storia miracolosamente pareggia il minuscolo bagaglio dei miei ricordi (per me ormai tanti) legati a questa città. Ogni sua via quasi ogni suo angolo ha con s il sapore di qualcosa che mi è successo e che rinnova il mio legame con lei. Forse intendo la vita. Quella che tragicamente alcune bombe hanno spezzato a due ore di aereo da qui.