Tra poco pi di un mese sarà oggetto del voto referendario la legge 40/2004
sulla procreazione medicalmente assistita: una legge dissonante con quelle
degli altri paesi europei; ideologica nel dettare una morale di Stato; con
forti profili di incostituzionalità; rigidamente prescrittiva e
incongruente.
Una legge che è lontana dalla realtà delle relazioni tra i soggetti
coinvolti nella procreazione, perch, attribuendo prevalente valore al
concepito rispetto ai diritti delle persone e prefigurando per norma la
contrapposizione tra concepito e madre, riduce la soggettività a biologia e
stravolge il senso della relazione di maternità. Perch, vietando la
fecondazione eterologa, non riconosce la pluralità di modelli genitoriali e
familiari, ignora il principio di autodeterminazione e impedisce che legami
di affetto e solidarietà prendano consapevolmente il posto di legami di
sangue.
Una legge che, vietando sperimentazione e ricerca persino sugli embrioni
soprannumerari prodotti prima della legge 40, lasciati al grande freddo di
un infinito congelamento, sacrifica a questi la libertà di ricerca
scientifica finalizzata all'attuazione del diritto alla salute che è anche
interesse della collettività.
La via dei referendum per cancellare le peggiori storture della legge 40 si
dimostra stretta e ardua: alla difficoltà dei quattro quesiti si aggiungono
la limitatezza di spazi di informazione pubblica e la campagna astensionista
in atto.
L'impegno di Md è irrinunciabile perchè i temi posti dai referendum
rimandano a principi che sono patrimonio della corrente: la laicità dello
Stato -che non è indifferenza verso i valori etici, ma ricerca di principi
compatibili con la pluralità delle culture presenti nella società, a
garanzia dei pari diritti di tutti i cittadini- e il diritto
all'autodeterminazione degli individui nelle questioni che attengono alla
procreazione.
In vista della scadenza referendaria, ma non solo, Md conferma l'impegno
della corrente e di ciascun aderente a contribuire alla diffusione di
informazione e a favorire la pi ampia e consapevole partecipazione alla
consultazione. Perch questo referendum non sia solo espressione di un voto,
ma diventi occasione di confronto e crescita, individuale e collettiva,
che, al di là di ogni fondamentalismo, renda possibile nell'utilizzo delle
opportunità offerte dalle tecnologie della riproduzione il consapevole
formarsi di un'etica della responsabilità.