A Napoli il rilancio dell'associazionismo


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del segretario nazionale Claudio Castelli

Il Congresso di Napoli dell'Anm è stato davvero un grande Congresso straordinario. Si è avuta una partecipazione generosa ed in parte inattesa di centinaia e centinaia di magistrati che hanno assistito ai lavori con grande attenzione e partecipazione.
La qualità dei contributi pervenuti, in particolare dei relatori (professori Elia, Proto Pisani, Coppi e Costantino), tra l'altro non magistrati, è stata eccezionale. Si è visto come i rilievi di costituzionalità sulla controriforma e le proposte concrete per far funzionare la giustizia siano diffuse e condivise in ampi settori anche della dottrina e dell'avvocatura.
Ma vi sono altri segni importanti che dobbiamo cogliere:
- la partecipazione ben pi ampia rispetto a Venezia di politici e parlamentari;
- l'apertura di dialogo e di credito da parte della Confindustria;
- la profonda condivisione delle nostre ragioni da parte dei sindacati del personale amministrativo;
- la disponibilità a far ripartire un confronto ed iniziative comuni da parte delle associazioni forensi;
- la critica unanimemente condivisa verso una politica governativa dissennata che sta portando la giustizia alla rovina.
Per questo credo che l'Anm debba lanciare una fortissima iniziativa su diverse direttrici:
1) ordinamento giudiziario - La nostra protesta deve continuare. Se la Commissione Giustizia del Senato approverà questo ordine del giorno il giorno della discussione in aula di questa controriforma dovrà divenire un grande giornata di mobilitazione, con indizione dello sciopero ed altre iniziative dirette ai cittadini. Protesta accompagnata da un forte appello a tutte le forze parlamentari e politiche perch si abbandonino blindature e logiche punitive e si discuta realmente delle esigenze della giustizia.
2) finanziaria - I tagli che inevitabilmente caratterizzeranno la finanziaria anche nel nostro settore non possono essere accolti con tolleranza o assuefazione. Tagli vorranno dire locali sempre pi fatiscenti, sempre meno personale, mancanza di risorse, fine della stenotipia e della registrazione delle udienze. Siamo al livello di guardia: occorre mettere in piedi con gli altri operatori della giustizia una forte iniziativa rivendicativa per impedire quello che sta divenendo un declino inarrestabile della giustizia.
3) rapporti con la Confindustria - Il tavolo di confronto da loro proposto va non solo accettato, ma subito sollecitato, nella comune consapevolezza che il buon andamento della giustizia è un problema cruciale per lo stesso benessere e competitività del sistema Italia.
4) avvocati e personale amministrativo - Una forte iniziativa comune va rilanciata, togliendo la sintonia esistente con il personale amministrativo e la disponibilità dell'avvocatura di mettere tra parentesi quanto ci divide (separazione delle carriere) per giungere a proposte comuni.
5) progetto per la giustizia - L'Associazione deve diventare protagonista di un progetto in positivo sulla giustizia, abbandonando tentazioni conservatrici e corporative. La consapevolezza che ormai deve esserci in tutti è che l'unico modo per difendere il modello Costituzionale è realizzarlo con una profonda capacità di innovazione e di coinvolgimento di altri soggetti.

La proposta di rotazione delle cariche e di costituzione di una nuova giunta nasceva proprio dalla necessità di rinnovare una forte responsabilizzazione di tutti e di dare nuovo impulso, tenuto conto dell'inevitabile stanchezza dell'attuale Giunta che sta mirabilmente tenendo il campo da due anni e mezzo. Ciò non è stato possibile per le forti resistenze di Unicost e la decisione di tutti noi di non rompere su questo un'unità oggi indispensabile. Credo che abbiano ostato alla rotazione considerazioni diverse: alcune nobili (la forza e l'affidabilità di una giunta già sperimentata), altre meno nobili (lasciare il cerino in mano a Bruti Liberati fino all'eventuale approvazione della controriforma). Comunque l'Associazione e la sua Giunta escono rafforzate dal Congresso e con progetti quanto mai ambiziosi.
Ora occorrerà da parte di tutti un forte contributo alla Giunta per onorare tutte le iniziative e tutti gli impegni sopra indicati. Come è emerso con chiarezza al Congresso la nostra battaglia continua e continuerà anche nella peggiore delle ipotesi (l'approvazione della controriforma) in tutta la fase della stesura e della attuazione dei decreti delegati. Si può vincere.

P.S. Due parole sull'uscita dalla Giunta degli amici di Articolo 3. Tale decisione suona francamente come incomprensibile dopo la totale condivisione da parte loro di un anno e mezzo di Giunta e dopo che i loro interventi al Congresso si inserivano nell'alveo di protesta e proposta che tutti noi abbiamo condotto. Certo ci ha diviso da tempo la loro proposta di calendarizzare subito lo sciopero. Del resto credo risulti evidente a tutti che se avessimo proclamato lo sciopero, come loro volevano, per il 22 e 23 settembre ci saremmo trovati in grande difficoltà per la sua riuscita oltre a determinare probabilmente un'accelerazione della discussione parlamentare. La bontà di una forma di lotta non si misura sulla sua durezza, ma sulla sua efficacia. Comunque si tratta di divergenze puramente tattiche che non meritano di
andare oltre nella polemica e che supereremo.

29 09 2004
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