Magistrati e cortigiani


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dell'Anm - sezione di Cassazione

Il senso complessivo dell'assurdo sistema di permanenti competizioni
concorsuali previsto dal disegno di legge del governo per la riforma
dell'ordinamento giudiziario, approvato ieri alla camera, è reso evidente da una specialissima norma che il governo ha dedicato una tantum ai magistrati che, oggi, sono addetti a posizioni di diretta collaborazione con il Ministro della giustizia o ad incarichi di comando in quel ministero. E' infatti previsto che essi, quando rientreranno in ruolo, dovranno essere preferiti a tutti gli altri per i posti di consigliere di cassazione o di sostituto procuratore generale presso la cassazione, nonch per i posti di presidente di sezione o di procuratore aggiunto presso i tribunali e le Corti d'appello, per i posti di presidente di tribunale o di corte d'appello e di procuratore della Repubblica o di Procuratore generale, oppure, infine, di Presidente di sezione della cassazione e di Avvocato generale presso la cassazione.

Come appare evidente, si tratta di disposizioni ad personam, che non trovano giustificazione in alcun razionale criterio di selezione
attitudinale, ma solo in una logica di bassa clientela, che indigna
profondamente i magistrati: quelli che scrivono le sentenze, mantengono la propria indipendenza e, secondo il testo approvato, dovrebbero "andare a scuola" e sottoporsi ad esami.

Lei, Signor Ministro, non dice il vero quando afferma che questa riforma è diretta a dare efficienza alla giustizia. Non basta ripetere slogan pubblicitari privi di contenuti concreti: la verità è che il Suo disegno di legge non contiene neppure una norma che sia funzionale a rendere i processi pi rapidi, meno astrusi e pi razionali. La previsione di indecorosi benefici di carriera per i magistrati che Lei considera suoi collaboratori fidati e che già sono gratificati da inquinanti trattamenti economici di estremo favoritismo rende evidente l'unico risultato che la riforma sarebbe capace di perseguire: rendere i magistrati meno liberi e pi cortigiani.

02 07 2004
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