del segretario nazionale Claudio Castelli
Il dibattito in corso sulla “riforma della giustizia” continua ad essere caratterizzato da ambiguità e luoghi comuni. Al centro continuano ad essere posti punti, quali la separazione delle carriere e la progressione in carriera dei magistrati, che nulla hanno a che fare con una giustizia pi efficiente e con processi pi rapidi, ma che, per come sono posti, sono diretti a dividere la magistratura e ad assicurare un controllo su di essa.
Se si vuole cominciare a discutere seriamente di cambiamenti in positivo della giustizia, come crediamo necessario, si dica allora anzitutto che risorse e che stanziamenti si è disposti ad impegnare, se sarà possibile assumere e qualificare nuovo personale, quali progetti strategici si perseguono per l’organizzazione degli uffici, la formazione e la selezione, le concrete proposte per la semplificazione dei processi.
Anche perch a fronte dei discorsi su riforme o controriforme abbiamo visto un taglio dei fondi per la giustizia, un blocco delle assunzioni, un abbandono dell’impegno su progetti innovativi che potrebbero rappresentare un vero salto di qualità come l’informatizzazione ed il processo telematico.
Proseguendo su questa strada così si prendono solo in giro i cittadini.