Cronache dal Consiglio n. 46


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Civinini, Menditto, Marini, Salvi e SalmŽ

CRONACHE DAL CONSIGLIO
Maria Giuliana Civinini, Luigi Marini,
Francesco Menditto, Giuseppe Salmè, Giovanni Salvi

NOTIZIARIO N. 46 maggio 2005

OGGETTO: plenum 4, 18 e 19 maggio 2005
LAVORI DI COMMISSIONE



  1. Dal plenum

    1. La nomina di cinque magistrati d'appello dell'ufficio del Massimario della Corte di cassazione;

    2. La dichiarazione di inidoneità del dott. Alfredo Arioti Branciforti a essere
      ulteriormente valutato ai fini del conferimento delle funzioni direttive superiori;

    3. Conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi;
    4. Presidente di sezione della Corte d'Appello di Cagliari: come si svaluta il lavoro del Consiglio giudiziario;
    5. Presidenti di sezione della Corte di Cassazione: un rinvio che si poteva evitare;
    6. La ripubblicazione del posto di Procuratore nazionale antimafia;
    7. La visita effettuata presso gli uffici giudiziari di Torre Annunziata e S. Maria Capua Vetere.

  2. Dalle Commissioni

    1. Proposte di nomina per incarichi direttivi e semidirettivi;
    2. Un'ennesima proposta controversa: il Presidente del Tribunale di Varese.

Dal plenum


1. La nomina di cinque magistrati d'appello dell'ufficio del Massimario della Corte di cassazione.

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1. Nel plenum del 4 maggio sono state portate due proposte per
la nomina di cinque magistrati d'appello del Massimario. Una proposta di
maggioranza per i dottori Giorgio Fidelbo, Alberto Giusti, Luigi Alessandro
Scarano, Valerio Napoleoni e Mario Bertuzzi e una di minoranza (Civinini) per
Antonio Greco, Fidelbo, Giusti, Napoleoni e Bertuzzi.
Nell'illustrare la posizione del dott. Greco, Civinini ha
ricordato che il dott. Greco dal novembre 1987 è stato destinato alla Corte
Costituzionale quale assistente di studio del giudice costituzionale (di rilievo
sono le ricerche in materia di conflitti tra poteri dello Stato) e dal 1997,
continuando a svolgere funzioni di assistente part time, è stato destinato alla
Corte di Cassazione con funzione di magistrato di tribunale del Massimario,
redigendo, in particolare, relazioni sui contrasti per le Sezioni unite in
materia di assicurazione, azione revocatoria ordinaria, edilizia residenziale
pubblica, diritto tributario e svolgendo attività di massimazione delle
sentenze della prima sezione civile e della sezione tributaria. Ha partecipato a
6 incontri di studio organizzati dal C.S.M. ed in due è stato designato quale
relatore. Collabora con Giurisprudenza costituzionale, ai Quaderni della Corte
Costituzionale e a Guida al diritto. Ha tenuto lezioni sul giudizio di
costituzionalità presso le Università statale di Milano e Milano-Bicocca. A
differenza dalla proposta di maggioranza che gli ha attribuito 11 punti (3 per
attitudini, 1 per lodevole esercizio delle funzioni di magistrato del
Massimario, 3 per il merito e 4 per anzianità) si è proposto di attribuirgli
punti 11,5 (3,5 per attitudini, 1 punto per il lodevole esercizio delle funzioni
di magistrato di tribunale destinato alla Cassazione, punti 3 per il merito e
punti 4 per anzianità).
Salm ha proposto inoltre due emendamenti diretti a
riconoscere alla dott. ssa Guicla Mulliri e al dott. Alessandro Iacoboni
punteggi pi adeguati a quanto risulta dalla documentazione in atti, anche se,
pur con i punteggi così modificati, gli stessi magistrati non possono rientrare tra
quelli oggetto delle proposte formulate dalla commissione. Quanto alla dott.ssa
Mulliri, dopo avere ricordato che la stessa ha svolto dal settembre 1973
all'ottobre 1977 attività di borsista e assistente universitario presso la
cattedra di diritto penale dell'Università di Roma La Sapienza (titolare prof.
T. Delogu) e ha pubblicato nove note a sentenza, che è collaboratrice di
Cassazione penale, rivista nella quale sono pubblicate note a sentenza e
articoli di dottrina e che altri contributi sono pubblicati in riviste diverse
(significativo è un suo articolo sulle definizioni normative in diritto penale
pubblicato su Documenti giustizia), che ha collaborato alla redazione di opere
collettive, sia alla edizione originaria che ai successivi aggiornamenti.
(Commentario breve al codice penale a cura di Cespi, Stella e Zuccalà Codice
penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina a cura di Lattanzi e Lupo;
Commentario di dottrina e giurisprudenza del codice penale a cura di T.Padovani),
è stato sottolineato l'impegno di studio e ricerca per lo svolgimento dell'attività
giudiziaria, definendo processi particolarmente delicati e complessi. Pertanto
avrebbero dovuto esserle attribuiti 10 punti (3 per attitudini. 3 per merito e 4
per anzianità).
Quanto al dott. Iacoboni, si è evidenziata la collaborazione
con Il "Foro Italiano " dal 1980 e al Repertorio della stessa rivista
dal 1981, entrando a far parte dal 1985 del gruppo dei collaboratori del
curatore dell'opera, pres. Onofrio Fanelli. Si è quindi proposto di
attribuirgli 10 punti (3 per attitudini, punti 3 per merito e punti 4 per
anzianità).
Entrambi gli emendamenti sono stati approvati. Non è stata
invece approvata la proposta di minoranza che ha riportato solo 10 voti (Md,
Movimementi, Berlinguer, Marvulli), mentre la proposta di maggioranza è stata
approvata con 13 voti e due astensioni. L'emendamento relativo alla dott.ssa
Mulliri è stato approvato con 16 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni


2. La dichiarazione di inidoneità del dott. Alfredo Arioti Branciforti a
essere ulteriormente valutato ai fini del conferimento delle funzioni direttive superiori;

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Nel plenum del 5 maggio si è conclusa la pratica relativa
alla valutazione di idoneità del dott. Arioti Branciforti ai fini della nomina
alle funzioni direttive superiori. Il giudizio negativo ha prevalso (per 11 voti contro 10 e con 3
astensioni) su quello positivo che era stato proposto, a maggioranza, dalla
commissione.
La vicenda che ha interessato il dott. Arioti Branciforti,
entrato in magistratura nel 1965 e dal 1968 svolgente funzioni giudiziarie a
Perugia, è lunga e complessa.
Con sentenza della sezione disciplinare del 28 aprile 1995 è
stato condannato alla sanzione della perdita dell'anzianità di due anni per
essere stato affiliato alla Massoneria Perugia dal 1976 al 1992, conseguendo in
tale associazione incarichi e posizioni di rilievo. Con delibera del 21
settembre 1994 era stata accertata la sua incompatibilità ambientale ai sensi
dell'art. 2 della legge sulle guarentigie e successivamente ne era stato
disposto il trasferimento d'ufficio presso la corte d'appello di Ancona.
Sempre nel 1994 è stato dichiarato inidoneo a essere
valutato ai fini delle f.d.s., e tale valutazione è stata reiterata nel 1998 a
seguito di annullamento della prima delibera da parte del giudice
amministrativo. Una seconda dichiarazione d'inidoneità è stata deliberata
nel 2001. Anche questa delibera è stata annullata dal TAR del Lazio, ma l'efficacia
della sentenza è stata sospesa nel 2003 dal Consiglio di Stato.
Venuto per la terza volta in valutazione la commissione aveva
proposto che fosse dichiarato idoneo, non solo perch dal parere del Consiglio
giudiziario di Ancona risultava in possesso di capacità professionali positive,
ma anche perch con lo stesso parere si affermava che le vicende pregresse, che
avevano influito negativamente sulla vita professionale del magistrato, erano
superate dal successivo comportamento professionale ineccepibile ed esemplare.
In plenum è stata espressa una valutazione contraria
affidata a due ordini di considerazioni. Il primo si basava sui fatti accertati in
sede disciplinare per sottolineare che dalla sentenza di condanna emerge sia la
lunga militanza massonica e il rapido percorso del cursus honorum interno,
proprio in virt della qualifica professionale, fino a raggiungere posizioni di
vertice e di grande visibilità, sia una serie di comportamenti professionali di
per s negativi: avocazione di un procedimento a carico del dott. Infelisi,
incontro con il prof. Zilletti poco prima dell'interrogatorio davanti al
giudice istruttore, avocazioni ritenute discutibili nell'ambiente,
presentazione di un libro insieme ad esponenti massonici, incarico di consulenza
da parte del Comune di Perugia per il tramite di esponenti massonici. Tali
fatti sono ritenuti di gravità tale da ripercuotere gli effetti negativi anche
sul comportamento successivo.
Il secondo ordine di considerazioni, invece, si basava sul
rilievo che il parere favorevole del Consiglio giudiziario di Ancona si conclude
con la considerazione che in relazione alla sede di Perugia vi era già stato
un giudizio d'incompatibilità e che, comunque, l'attribuzione di un ufficio
direttivo dovrà essere valutata dal csm al momento opportuno. Si è, pertanto,
osservato che non può essere condiviso un parere con efficacia territoriale
limitata, che riserva a valutazioni successive e ulteriori in ordine all'effettiba
idoneità al conferimento di un ufficio direttivo, essendo proprio la
valutazione di tale idoneità, sia pure solo in astratto, oggetto del giudizio
che il csm è chiamato a dare.
In conclusione si è ritenuto che persistano gli elementi
negativi basati sulla condanna disciplinare, in quanto non superati da alcun
elemtno concreto successivo.
Hanno votato per la dichiarazione d'inidoneità Aghina,
Arbasino, Berlinguer, Civinini, Fici, Lo Voi, Mammone, Marini, Menditto, Salm
e Salvi. Hanno votato per la dichiarazione d'idoneità: De Nunzio, Marotta,
Meliadò, Primicerio, Riello, Schietroma, Spangher, Stabile, Tenaglia e Ventura
Sarno. Si sono astenuti: Rognoni, Buccico e Di Federico.


3. Conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi.

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Sono stati conferiti all'unanimità i seguenti incarichi
direttivi e semidirettivi:

  • Avvocato generale presso la Corte d'Appello dell'Aquila
    al dott. Brizio Montanaro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
    Avezzano;

  • Presidente della sezione GIP del Tribunale di Trieste al
    dott. Raffaele Morvay, giudice presso lo stesso Tribunale;

  • Presidente della sezione lavoro della Corte d'Appello di
    Milano
    al dott. Salvatore Salmeri, Presidente sezione lavoro del Tribunale di
    Milano;

  • Presidente di sezione della Corte d'Appello di Milano al
    dott. Antonino De Leo, consigliere presso la stessa Corte d'Appello;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Torino al dott.
    Giorgio Semeraro
    , giudice presso lo stesso Tribunale

  • Presidente di sezione del Tribunale di Catania al dott.
    Elio Morgia
    , consigliere della Corte d'Appello di Catania;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Catanzaro alla dott.
    ssa Adalgisa Rinardo
    , consigliere della Corte d'Appello di Catanzaro.

Per l'incarico di Presidente di sezione della Corte d'Appello
di Caltanissetta
è stato nominato (con l'astensione dei tre componenti del
Movimento) il dott. Sergio Nicastro, consigliere della Corte d'Appello di
Palermo


4. Presidente di sezione della Corte d'Appello di Cagliari: come si svaluta il lavoro del Consiglio giudiziario.
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Si è conclusa la vicenda della nomina del presidente di
sezione della corte d'appello di Cagliari che ha a lungo impegnato il
Consiglio.
Concorrevano il dott. Paolo Zagardo ed il dott. Mario Biddau,
entrambi consiglieri della corte d'appello di Cagliari.
Il Consiglio giudiziario di Cagliari all'unanimità, con un
lungo, motivato ed articolato parere, aveva espresso per il dott. Zagardo un
giudizio di inidoneità al conferimento delle funzioni semidirettive. Nel
parere, formulato, all'esito di una approfondita istruttoria, si dava atto
delle buone doti professionali del dott. Zagardo ma si evidenziavano "punti
di criticità" con riferimento alle specifiche attitudini semidirettive,
emerse, tra l'altro, nell'esercizio delle funzioni di presidente di collegio
ove il collega aveva evidenziato un non sufficiente impegno pure necessario a
seguito del ruolo svolto quale magistrato pi anziano del collegio. Il parere,
peraltro, formulava le valutazioni ed i giudizi all'esito dell'esame di
numerosi elementi di fatto compiutamente elencati e documentati (tipologia dei
processi fissati per la trattazione, durata delle udienze in gran parte
terminate entro le ore 12-13, numero dei processi definiti, rapporti con i
colleghi ed il personale di cancelleria, ed altro).
La maggioranza della commissione aveva già proposto a
maggioranza (componenti di MD, Movimenti, Unicost, Schietroma) la nomina dott.
Biddau (con ottimo parere sotto il profilo del merito e delle attitudini)
assegnando al dott. Zagardo (votato dal solo cons. Buccico) un minor punteggio
proprio con riferimento alle valutazioni ed agli elementi offerti dall'organo
locale di autogoverno.
Su richiesta del cons. Buccico in plenum fu votato il ritorno
della pratica in commissione per un ulteriore approfondimento (favorevoli Cdl,
Unicost, MI).
In commissione si è proceduto all'audizione del dott.
Zagardo e del Presidente della Corte d'appello di Cagliari che ha confermato
ed ulteriormente arricchito i dati di fatto offerti dal Consiglio Giudiziario:
ha confermato la buona professionalità del dott. Zagardo ma la inidoneità
sotto il profilo attitudinale, ricordando anche episodi di difficoltà con il
foro.
La commissione ha proposto il dott. Biddau con tre voti (MD,
Movimenti, Berlinguer), il dot. Zagardo con 2 (MI, Buccico), astenuto il
consiglieri di Unicost.
In plenum si è discusso circa il valore da attribuire al
parere negativo formulato nei confronti del dott. Zagardo.
Il cons. Di Federico, sempre molto critico nei confronti dei
pareri "burocratici" ed esclusivamente elogiativi, questa volta ha
svalutato il valore e l'affidabilità del parere del C.G. di Cagliari.
Il cons. Lo Voi ha fatto riferimento a "simpatie del
Consiglio Giudiziario".
Il cons. Buccico ha dato rilievo all'assenza "del
rappresentante di Magistratura Indipendente" al momento della formulazione
del parere..
Il cons. De Nunzio ha motivato la scelta in favore del dott.
Zagardo sollevando perplessità sul parere del C.G. sotto pi profili: far
parte i candidati della Corte d'Appello di Cagliari, sede proprio del
Consiglio Giudiziario; una presunta comparazione effettuata tra i due candidati;
non essersi limitato il C.G. ad enunciare fatti ma avere concluso con un o
specifico giudizio di inidoneità.
Non abbiamo messo in dubbio il potere-dovere del CSM di
discostarsi dal parere dell'organo locale di autogoverno, ma abbiamo sostenuto
con fermezza la correttezza dell'operato del Consiglio Giudiziario e del
Presidente della Corte che avevano svolto in modo non burocratico le loro
funzioni; abbiamo, inoltre, dato conto di quanto fossero convincenti gli
elementi offerti, quantomeno al fine di attribuire al candidato ritenuto
inidoneo un minor punteggio per attitudini, con conseguente prevalenza
dell'altro candidato (con ottimo parere del C.G. sotto i profili delle
attitudini e del merito).
Abbiamo anche fatto rilevare che l'istruttoria svolta dalla
commissione attraverso l'audizione del Presidente della Corte aveva confermato
il giudizio espresso nei confronti del dott. Zagardo dal C.G..
 
Dopo il caso della Procura della Repubblica di Imperia (in
cui la stessa maggioranza ad un Procuratore in carica con buon profilo
professionale ha preferito un magistrato che in passato aveva riportato giudizi
di inidoneità al conferimento di uffici direttivi e che nell'occasione aveva
visto diviso il C.G. sulla idoneità a ricoprire un ufficio direttivo
requirente) la vicenda ripropone il problema dei rapporti tra CSM e Consigli
Giudiziari, la cui soluzione è di estremo rilievo per realizzare un corretto
funzionamento del circuito dell'autogoverno. In presenza di articolati e
motivati pareri dei consigli giudiziari occorre la massima attenzione e
particolare impegno da parte del CSM che intenda discostarsene.
A nostro avviso ciò non è accaduto, anche perchè non è
stato dato alcun concreto rilievo ai fatti e alle valutazioni unanimi del
Consiglio giudiziario e del Presidente della Corte.
 
 


5. Presidenti di sezione della Corte di Cassazione: un rinvio che si poteva evitare.
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Dopo numerosi rinvii, dovuti anche alle "memorie" e
richieste presentate dal dott. Claudio Vitalone, è iniziata in plenum la
discussione sulla copertura di nove posti di Presidente di sezione della Corte
di Cassazione, per i quali la commissione aveva formulato solo tre proposte
unanimi.
Il dott. Vitalone aveva sollecitato i componenti di MD ad
astenersi ritenendosi "vittima" da tempo dell'azione di Magistratura
Democratica. Abbiamo dichiarato che non vi era ragione alcuna per una nostra
astensione e che avremmo continuato ad esercitare le nostre funzioni di
Consiglieri.
Anche il cons. Salvi, chiamato in causa dal dott. Vitalone
quale P.M. nel processo per l'omicidio di Carmine Pecorelli, ha ritenuto che
non vi fossero ragioni per astenersi.
Il Vice Presidente Rognoni ha dato atto dell'insussistenza
di ragioni che portassero alla nostra astensione.
Nominato all'unanimità il dott. Alessandro Criscuolo
(Consigliere di Cassazione), prima dell'esame delle successive proposte, il
Presidente Marvulli ha chiesto il ritorno delle pratiche in commissione perch
il loro esame avrebbe comportato incoerenze e difetti di motivazione tra le
diverse proposte che non tenevano conto dell'esito delle precedenti, con rischio
di annullamento ad opera del giudice amministrativo.
Abbiamo osservato che analoghe difficoltà si ripropongono
ogniqualvolta (ed è la regola) vengono contestualmente istruiti e decisi
concorsi per conferimento di incarichi direttivi; che le motivazioni, ove lo
sviluppo dei lavori lo avesse reso necessario, ben potevano essere corrette con
emendamenti in plenum; che in caso di estrema e conclamata necessità
l'eventuale ritorno in commissione di singole pratiche poteva essere deliberato
quando appunto se ne fosse verificata la necessità e che, comunque, questi
difetti non erano neanche prospettabili con riferimento al secondo concorso che
si era in procinto di esaminare in cui si confrontavano tre proposte alternative
(in favore rispettivamente dei colleghi Nardi, Lupo e Vitalone) che - riguardo
al profilo segnalato - non presentavano alcun rischio di incoerenza
motivazionale.
Abbiamo altresì evidenziato che la trattazione di questo
secondo concorso avrebbe agevolato, peraltro, la trattazione degli ulteriori
concorsi; ed abbiamo così sollecitato l'avvio del dibattito pubblico sulla
prima pratica che presentava proposte alternative.
La proposta di ritorno della pratica in commissione è stata
approvata con 13 voti a favore (laici della Casa delle Libertà, Unicost,
Marvulli e Favara) e 10 contrari (Md, Movimento, MI), astenuti Schietroma e
Berlinguer.
Il ritorno di tutte le otto residue proposte in Commissione
costituisce un momento di ulteriore ritardo nella nomina dei Presidenti di
Sezione, da tempo attesi in Cassazione, ritardo che abbiamo tentato di evitare.
 


6. La ripubblicazione del posto di Procuratore nazionale antimafia.
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Dopo la pubblicazione del posto di Procuratore nazionale
antimafia, disposta tempestivamente dal Consiglio, era stato approvato il
decreto legge 30 dicembre 2004 n. 314 con cui si stabiliva che il PNA in carica
continuasse ad esercitare le proprie funzioni fino al compimento del
settantaduesimo anno di età (1 agosto 2005)
Il Consiglio il 26 gennaio formulava un parere in cui
rappresentava la potenziale invasione da parte del legislatore delle
attribuzioni costituzionali previste dall'art. 105 in materia di nomina dei
dirigenti e proponeva una lettura della disposizione adeguatrice al dettato
costituzionale, In particolare, si proponeva di ritenere la proroga del PNA in
carica quale mera deroga eccezionale e transitoria finalizzata esclusivamente a
coprire i tempi di individuazione e destinazione del nuovo dirigente (mera
"prorogatio"), con la conseguenza che il concorso già bandito poteva
proseguire, rimanendo ferma la vacanza al 15 gennaio 2005, data di cessazione
naturale dell'incarico di PNA.
In sede di conversione veniva però approvato un emendamento
che disattendeva espressamente l'interpretazione costituzionale proposta
fissando la data della vacanza all'1 agosto 2005 ed imponendo la
ripubblicazione del posto.
In commissione ed in plenum abbiamo evidenziato che l'intervento
in sede di conversione rendeva attuale la lesione delle attribuzioni del
Consiglio individuata nel parere reso dallo stesso Consiglio. Ma il nostro
orientamento ha trovato la sola adesione dei consiglieri del Movimento.
Non essendovi una maggioranza in grado di sostenere la
proposizione del conflitto abbiamo (unitamente ai consiglieri del Movimento)
ritenuto di astenerci sulla ripubblicazione del bando.


7. La visita effettuata presso gli uffici giudiziari di Torre Annunziata e S. Maria Capua Vetere.
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Il plenum ha approvato la delibera che recepisce la relazione
fatta dalla VII Commissione in esito alla visita effettuata qualche tempo fa
negli uffici di Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata.
Al di là dell'importanza del solo fatto che il C.S.M. abbia
assunto questa iniziativa di presenza in un'area e in sedi così difficili, la
delibera merita attenzione per il livello di analisi ricognitiva, per
l'individuazione delle criticità e per le prospettive che apre.
Non vi è dubbio che le conclusioni cui giunge la delibera
sono parziali, ed anche l'invito finale (introdotto da un nostro emendamento)
alla VII Commissione perch sviluppi il lavoro svolto non esaurisce le cose da
fare; ma questo determina un problema, che alcuni hanno subito posto, e il
Cons.Buccico con particolare durezza: quali siano le competenze del Consiglio,
quali i suoi rapporti con le altre istituzioni, quali gli strumenti di cui esso
è dotato.
Non condividiamo affatto l'idea che un Consiglio che si
preoccupi dei problemi strutturali degli uffici o delle loro carenze di risorse,
e per questo interloquisca con il Ministero o altre amministrazioni, diventi un
soggetto "politico", con ciò dando luogo ad un inopportuno
straripamento di poteri. Non la condividiamo, ma certo dobbiamo chiederci cosa
il Consiglio possa fare nell'ambito delle proprie competenze e di quali
strumenti di intervento sia in possesso oppure, in caso non li possieda, debba
dotarsi.
Al di là della forte sottolineature delle inadempienze
ministeriali (locali, sicurezza, personale....), la delibera presenta molti
aspetti di grande interesse, a partire dalle rilevate diversità organizzative
fra i due tribunali e fra le due procure, differenze che non sono
"neutre" e senza conseguenze, tanto da porre con chiarezza sul tavolo
il tema delle "migliori pratiche" e di chi ne sia garante e
responsabile.
Insomma, la delibera merita un'attenta lettura anche da parte
dei colleghi di altri uffici e può diventare occasione di riflessione attenta
sui contenuti de nostro lavoro e sulle condizioni per migliorarne l'efficacia e
la qualità.
 

Dalle Commissioni

1. Proposte di nomine per incarichi direttivi e semidirettivi.
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La Quinta commissione ha proposto all'unanimità per il
conferimento dei seguenti incarichi direttivi e semidirettivi:

  • Presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro
    al dott. Antonio Baudi, Presidente di sezione del Tribunale di Catanzaro;

  • Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Trento al dott.
    Carlo Agnoli
    , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni
    di Trento;

  • Presidente del Tribunale per i minorenni di Sassari al
    dott. Gavino Casu, consigliere della Corte d'Appello di Sassari;

  • Avvocato generale presso la Corte d'Appello di Napoli al
    dott. Roberto D'Ajello, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Biella al dott.
    Lorenzo Fornace
    , sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
    Ivrea;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Arezz al dott.
    Mauro Bilancetti
    , Consigliere della Corte d'Appello di Firenze;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Cagliari alla
    dott.ssa Assunta Brizio, Consigliere della Corte d'Appello di Cagliari;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Cosenza alla
    dott.ssa Antonia Gallo, giudice del Tribunale di S. Maria Capua Vetere;

  • Presidente di sezione del Tribunale di Roma al dott.
    Francesco Varesio
    , Procuratore aggiunto presso lo stesso Tribunale;

  • Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli (due
    posti) ai dott.ri Aldo De Chiara, Alessandro Pennasilico e Maria Ida Persico,
    sostituti procuratori generale presso la Corte d'Appello di Napoli.

  • Per l'incarico di:
  • Presidente del Tribunale di Lodi sono stati proposti la
    dott.ssa Adriana Garrammone, Presidente di sezione del Tribunale di Milano
    (Buccico, De Nunzio e Mammone) ed il dott. Alfredo De Lillo, Presidente di
    sezione del Tribunale di Monza (Fici e Menditto); Berlinguer astenuto.

  • Presidente del Tribunale di Crema sono stati proposti il
    dott. Raffaele Martorelli, giudice del Tribunale di Milano (Arbasino, Berlinguer
    e Menditto) ed il dott. Salvatore Cappelleri (De Nunzio e Mammone); Marotta
    astenuto.

  • Procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Sassari
    sono stati proposti la dott.ssa Elena Maria Grazia Pitzorno, sostituto
    procuratore della Repubblica presso lo stesso Tribunale (Berlinguer, Fici e
    Menditto) ed il dott. Antonio Verdoliva, giudice presso lo stesso Tribunale
    (Buccico, De Nunzio e Mammone).

  • Procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Torino
    sono stati proposti il dott. Ennio Tommaselli, giudice presso lo stesso
    Tribunale (Berlinguer, Fici e Menditto) ed il dott. Paolo Cesare Maria Tamponi,
    sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino (Mammone);
    astenuti Buccico e De Nunzio.

  • Presidente di sezione della Corte d'Appello di Ancona
    sono stati proposti il dott. Vincenzo De Robertis, Presidente di sezione del
    Tribunale di Bologna (Berlinguer, Buccico, Mammone e Menditto) ed il dott. Lauro
    Mogetta
    , Presidente di sezione del Tribunale di Ancona (De Nunzio); astenuto
    Fici.

  • Presidente di sezione del Tribunale di Milano sono stati
    proposti il dott. Luigi Pietro Chiazzo (Arbasino, Berlinguer e Menditto) ed il
    dott. Francesco Giuseppe Serra (De Nunzio), entrambi consiglieri della Corte d'Appello
    di Milano; astenuti Mammone e Marotta.

  • Presidente di sezione del Tribunale di Taranto sono stati
    proposti il dott. Luigi De Liguori (Berlinguer, De Nunzio, Fici e Menditto),
    consigliere della Corte d'Appello di Lecce ed il dott. Pio Guarna (Mammone),
    giudice del Tribunale di Taranto.


2. Un'ennesima proposta controversa: il presidente del Tribunale di Varese.
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Per la Presidenza del Tribunale di Varese sono stati proposti
il dott. Ezio Siniscalchi (Menditto, Fici, Berlinguer) ed il dott. Emilio Curtò
(De Nunzio e Mammone); astenuto il cons. Buccico.
A nostro avviso il dott Curtò non può essere ritenuto
legittimato a partecipare al concorso, con la conseguenza che si rischia di
adottare una delibera che rischia seriamente di essere annullata in sede
amministrativa.
Il dott. Curtò, pretore a Varese, veniva collocato fuori
ruolo presso l'ispettorato, e rientrava in ruolo nel 2001, a sua domanda,
ottenendo con concorso virtuale l'incarico di Presidente di sezione del
Tribunale di Varese. Non essendo decorso un triennio tra il rientro in ruolo e
la vacanza del posto di Presidente del Tribunale di Varese, il dott. Curtò non
può essere ritenuto legittimato, salvo equiparare il suo rientro in ruolo ad un
"trasferimento d'ufficio"; ma tale conclusione è stata sempre
esclusa in passato dal Consiglio in casi esattamente analoghi, tra l'altro
perch il magistrato rientrava a domanda in ruolo ottenendo (solo grazie al
concorso virtuale) un posto non equivalente a quello in precedenza ricoperto (da
pretore a presidente di sezione).
D'altra parte il dott. Siniscalchi (pi anziano di due
concorsi) prevale a nostro avviso sul dott. Curtò sulla base di tutti i
parametri previsti dalla circolare, ricoprendo un ufficio semidirettivo da un
pi lungo tempo (1995), in un ufficio di ampie dimensioni, sempre evidenziando
eccezionali doti organizzative e di merito, con una consistente produzione
scientifica ed un' attività di formazione che non ha mai influito sulla
quantità e qualità del lavoro svolto.

10 06 2005
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