di Civinini, Marini, Menditto, Salm, Salvi
Il parere sul disegno di legge “Cirami” e il lavoro delle Commissioni
La settimana "bianca" ci consente un attimo di studio e di ... riflessione, che proviamo ad utilizzare anche per qualche informazione in pi.
Partiamo ancora dalla vicenda CIRAMI.
I documenti già messi in circolazione (testo del parere e comunicato degli 8 componenti) contengono gli elementi essenziali della vicenda, per cui possono bastare poche considerazioni. La prima: dopo le incertezze del primo plenum, quello di martedì 24 settembre è stato caratterizzato dalla chiarezza delle posizioni e, crediamo, ha fornito un quadro esauriente dei temi sul tappeto e dei valori in gioco. Inoltre, registriamo con soddisfazione la raggiunta fermezza delle posizioni di tutti i 16 togati, accompagnata da ottimi interventi anche nell’area "moderata". Ci sembra un risultato di non poco valore, a cui ha certo contribuito il fatto che gli 8 non hanno mai avuto n manifestato dubbi sulla strada da seguire. La seconda: il vice-presidente ha tenuto una linea prudente e attenta, ma ha mostrato grande fermezza – e perfino durezza - quando sono stati manifestati dal cons.Buccico dubbi sulla correttezza del suo operato e sulla gestione complessiva della vicenda. La terza: tutti i togati hanno ribadito, seppure con sfumature diverse, il rifiuto di accettare logiche "politiche" all’interno del Consiglio, ribadendo l’estraneità del parere sulla legge a finalità di intervento diretto nel dibattito parlamentare e sottolineando come sia in contrasto con il ruolo e le caratteristiche dell’organo l’utilizzazione (strumentale) del "numero legale". La quarta: pi di un intervento ha segnalato i rischi distorsivi di una lettura essenzialmente mediatica delle vicende consiliari: sarà un problema che ci accompagnerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Dopo il mancato voto di martedì sia il plenum sia le commissioni hanno ripreso a lavorare regolarmente sulle vicende "ordinarie". Il dato è positivo, perch le cose da fare sono tantissime e alcune urgenti. Ciò non toglie che non possiamo accettare l’idea di un Consiglio ridotto a organo di bassa amministrazione, e su questo dovremo riflettere ancora.
Apprendiamo in questi giorni che la legge finanziaria contiene una disposizione che porta a 75 anni l’età pensionabile dei magistrati. Sembra evidente e incontestabile che si tratta di norma direttamente ordinamentale e di provenienza governativa. Materia, dunque, su cui il Consiglio dovrà riflettere...
III Commissione
MOBILITA’, TRASFERIMENTI, SEDI. I lavori della Terza commissione si stanno avviando con qualche difficoltà, soprattutto in considerazione dell’esigenza di operare in un quadro complesso, dove molte procedure si stanno sovrapponendo e condizionando reciprocamente, e dove sarebbe richiesta una forte capacità del presidente di programmazione e di organizzazione delle iniziative.
Venendo alle cose fatte, finalmente siamo riusciti a formalizzare un numero elevato di proposte di trasferimento con riferimento al bollettone del febbraio, così che le segreterie possano utilizzare questa settimana per raccogliere accettazioni e revoche e per predisporre una nuova serie di schede per le sedi ancora in ballo.
Quanto agli uditori, si è deciso di fissare per la metà di dicembre (il 17) la scelta delle sedi. Ciò ha reso necessario affrontare subito i temi legati ai criteri e ai punteggi per la mobilità, optando per una modifica alla circolare esistente che il plenum ha approvato e di cui parleremo fra poco. La commissione ha deciso, infine, di affrontare in modo unitario le problematiche relative ad alcune forme specifiche di mobilità (fuori ruolo; motivi di salute), compiendo innanzitutto una ricognizione delle domande pendenti e un monitoraggio delle decisioni assunte sui diversi aspetti nel corso della precedente consiliatura; si è così riservata di discutere in modo consapevole e omogeneo i punti dubbi e di assumere le necessarie decisioni nel corso della prima parte di ottobre.
Due argomenti meritano qualche parola in pi.
- La gestione del bollettone. Alcuni (v.Potenza) si meravigliano del fatto che non siano stati ancora deliberati i trasferimenti relativi alla pubblicazione di febbraio. Abbiamo detto in campagna elettorale e poi ribadito che siamo convinti che un bollettone di oltre 300 posti sia quasi ingestibile e che occorre tornare a due pubblicazioni annuali, ciascuna di dimensioni assai pi contenute. Ed è così. Bollettoni lontani nel tempo diventano necessariamente "grandi" e, come tali, non gestibili, col risultato di allungare ancora di pi tutti i tempi di lavoro e di risposta. Ciò premesso, dobbiamo essere chiari su un punto: poche settimane di esperienza dimostrano che i magistrati debbono fare una scelta di fondo: se vogliono che i trasferimenti siano deliberati e eseguiti in tempi ragionevoli (se non brevi) e che non passi troppo tempo fra vacanze e sostituzioni effettive, non possono godere ancora, e congiuntamente, della possibilità di fare 5 o 7 domande, di avere diritto all’accantonamento dei posti e di essere messi in condizione di revocare "ad nutum" le domande fatte. La miscela di queste tre possibilità è esplosiva, o meglio paralizzante. E’ evidente che questo bollettone dovrà essere chiuso secondo le regole esistenti, ma è altrettanto chiaro che sarà inevitabile ripensare quelle regole fin dalla prossima pubblicazione. Per questo ci stiamo interrogando se una ragionata e contenuta limitazione nel numero delle domande possa essere una soluzione sufficiente, o se occorra intervenire ancora sui tempi e sulle modalità della revoca. Ma di questo parleremo ancora nelle prossime settimane, anche perch siamo convinti che il tema richieda un confronto diretto con i colleghi e che solo questa strada possa portare a soluzioni efficaci e, insieme, sufficientemente condivise.
- I punteggi per la "paternità". Come accennavamo, l’avvicinarsi della scelta delle sedi per gli uditori ha reso necessario fare una scelta precisa in ordine ai punteggi per la graduatoria e la mobilità legati ad un aspetto controverso: se il raddoppio del punteggio per il ricongiungimento familiare connesso alla presenza di figli minori di anni 6 debba continuare ad operare per i padri solo nel caso che la madre non sia in grado di seguirli e assisterli. Sul punto la circolare esistente è stata censurata da una sentenza del TAR (concorso per il trasferimento alla sede di Ivrea) che ha ritenuto ingiustificata la limitazione oggi esistente per i magistrati-padre rispetto alle colleghe-madri. Pur prendendo atto che il precedente Consiglio aveva optato per l’impugnazione della sentenza del TAR, la Terza Commissione ha ritenuto di dover modificare la circolare e tale proposta è stata approvata dal plenum, che ha concordato anche sulla esigenza che tale modifica operi solo per le pubblicazioni future e non abbia effetto sulla pubblicazione del febbraio 2002. Sarebbe stato, infatti, ingiusto - ed errato sul piano ammininistrativo - modificare le regole quando ormai almeno i 2/3 del concorso sono stati esauriti utilizzando le regole che oggi si intende modificare.
IV Commissione
Per gli incarichi didattici conferiti da scuole di specializzazione per le professioni legali si è confermato che fino a tre lezioni o attività didattiche complessive di 9 ore per anno accademico si applica una procedura autorizzativa semplificata (comunicazione diretta del magistrato al CSM con allegato il solo parere del dirigente dell’ufficio). Per impegni maggiori si applica la normale procedura autorizzativa.
E’ stato confermato l’orientamento secondo cui per due-tre lezioni o attività didattiche (diverse da quelle conferite da scuole di specializzazione per le professioni legali) non è necessaria l’autorizzazione. In tali casi il Consiglio, che va comunque informato, si limita a prendere atto.
E’ pervenuta la pratica aperta dal comitato di presidenza circa il rilievo da conferire al passaggio dalle funzioni requirenti a quelle giudicanti – e viceversa- in sede di trasferimento; pratica aperta a seguito dei rilievi mossi in plenum da Spangher e Buccico sulla inutilità dei pareri per il cambio funzione espressi dai consigli giudiziari, con la sostanziale automaticità del trasferimento da una funzione all’altra.
E’ chiaro che nel formulare ed esaminare le possibili proposte, che dovrebbero trovare applicazione già con il prossimo bollettino sui trasferimenti, sarà necessario affrontare in modo complessivo la tematica del passaggio da funzioni giudicanti e requirenti, valutando anche il dibattito complessivo in corso e le proposte all’esame del Parlamento.
V Commissione
Si è iniziato l’esame delle domande presentate per gli incarichi direttivi dei seguenti uffici: Procura di Trapani, Procura di Termini Imerese, Tribunale minori Caltanisetta.
Per la Procura di Trapani si è anche proceduto all’audizione di alcuni aspiranti.
E’ stata proposta l’apertura di una pratica per consentire al Consiglio di intervenire qualora dovesse essere confermato che il Ministro non ha firmato il decreto di nomina del dott. Galizzi a Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo. E’ una questione che, coinvolgendo il rapporto tra il concerto ministeriale per gli incarichi direttivi ed i poteri che discendono al CSM dalla Costituzione, richiede un tempestivo intervento del Consiglio.
La collega Claudia De Luca chiede nella lista se avrà seguito la proposta fatta nel corso della campagna elettorale di modificare la disciplina sulle nomine dei direttivi, in che termini ed in che tempi. La risposta è ovviamente positiva. Nel programma della coalizione sono indicate le linee delle modifiche che tenteremo di fare approvare:
- valorizzazione ai fini della selezione degli aspiranti delle esperienze ed attitudini organizzative;
- previsione di un percorso formativo preventivo come presupposto fondamentale per gli incarichi di direzione e di collaborazione direttiva;
-
riduzione del rilievo dell’anzianità nell’assegnazione di incarichi semidirettivi e direttivi ( in particolare attraverso la previsione che la conseguita idoneità alle funzioni direttive superiori legittimi a ricoprire incarichi direttivi e ad essere valutato a parità di condizioni con gli altri aspiranti).
In V commissione è già stata aperta una pratica per proporre la modifica della circolare sul conferimento degli uffici direttivi, in particolare per la riduzione del rilievo dell’anzianità.
Sui tempi è impossibile oggi fare previsioni. Certamente ce la metteremo tutta per tentare di fare convergere in tempi brevi un consenso ampio sulle proposte per consentire la loro approvazione.
VI Commissione
Nella scorsa settimana sono stati esaminati e discussi il DL 219/2002, "Misure urgenti in materia di amministrazione della giustizia e servizi di sicurezza e ordine pubblico" (relatori De Nunzio e Civinini) e il ddl "Abolizione dei tribunali regionali e del Trib.sup.acque pubbliche" (relatore Salmè), che sono stati trasmessi dal Ministro per il parere.
VII Commissione
La commissione sta proseguendo nell’esame delle proposte e delle variazioni tabellari, cercando di esaurire in tempi rapidi i circa 30 uffici che hanno ancora in itinere la procedura per il biennio 2000-2001.
Nei primi incontri di commissione saranno affrontate le domande pendenti per i referenti per l’informatica, ed è programmata per il giorno 8 l’audizione dei direttori generali della statistica e dell’informatica del Ministero, avendo come obiettivo sia la ripresa dei lavori del "gruppo misto" che si è occupato di statistiche e di misurazione, sia la definizione di un programma di lavoro per la distribuzione del primo aumento di organico sulle 1.000 unità previste dalla legge n.48 del 2001.
La Commissione ha proposto al plenum (che ha accolto) di rigettare l’istanza di un sostituto della Procura Napoli, che chiedeva di intervenire sulla delibera con cui il Procuratore aveva destinato altro magistrato alla locale DDA. Preso atto che era stato svolto regolare concorso interno e che i requisiti di anzianità e di attitudini non risultavano violati, la Commissione ha ritenuto di non accogliere l’istanza. Tuttavia, una prima riflessione è stata effettuata sulla circostanza che le scelte della dirigenza sulle coassegnazioni e sulle deleghe in favore di sostituti che non appartengono alla DDA finiscono anche per pre-costituire le condizioni che poi determinano la possibilità (o meno) per il sostituto di essere assegnato alla DDA. Nel caso di specie non emergevano circostanze meritevoli di censura, ma non vi è dubbio che il tema sarà presto di nuovo all’attenzione del consiglio.
VIII Commissione
La commissione ha in programma per i giorni 7 ed 8 ottobre gli incontri con gli esponenti delle due associazioni pi rappresentative dei giudici di pace. Gli incontri mirano ad un primo confronto sui temi di ordine generale e dovranno contribuire ad instaurare forme di collaborazione capaci di incidere positivamente sulla intera consiliatura.
La commissione ha adottato nelle scorse riunioni alcune decisioni che avranno ricadute su un numero pi ampio di casi: dal mancato accoglimento di istanze di proroga dei giudici di pace oltre il 75 anno alla scelta di non consentire "trasferimenti" di sede (motivati da ragioni personali legate a professione o incompatibilità) per i giudici di pace che sono stati da poco nominati o confermati, posto che il trasferimento inciderebbe su graduatorie già formate e ancora attuali, nonch sui diritti e le aspettative dei rispettivi aspiranti.
IX Commissione
La settimana trascorsa ha visto per lo pi lo svolgimento di attività istruttoria e preparatoria; di particolare rilievo: a) la discussione sul futuro assetto della Rete Europea di formazione dei magistrati, i possibili rapporti con la CE, la realizzazione nell’ambito della Commissione di una struttura consiliare addetta ai rapporti e alla gestione della Rete; b) la delibera relativa al bando per la copertura di un posto presso il Comitato Scientifico - settore penale. In proposito (e poich l’ultimo bando per la copertura di un posto del penale ha visto solo 27 domande) è opportuno sollecitare le colleghe e i colleghi a dare la loro disponibilità, al fine di creare un’ampia e variegata (dal punto di vista delle esperienze professionali, didattiche e scientifiche e delle conoscenze) base nell’ambito della quale il Consiglio possa effettuare la sua scelta.