di Giovanni Cannella
Il 23 dicembre il Senato ha approvato definitivamente le leggi di bilancio e finanziaria per il 2006 (leggi n. 266 e 267/2005 pubblicate nella G.U. del 29.12.2005).
Il disegno di legge prevedeva per il Ministero della Giustizia (tabella n. 5) una riduzione degli stanziamenti di 100,5 milioni di euro (da 7.416.214.626, previsioni assestate anno finanziario 2005, a 7.315.669.075).
Con una nota di variazione finale, presentata pochi giorni prima dell'approvazione definitiva, gli stanziamenti sono aumentati a 7.819.041.068, con un aumento quindi rispetto all'anno precedente di circa 400 milioni di euro pari al 5,4%.
In realtà l'aumento è solo apparente, perchè inferiore all'aumento delle spese obbligatorie previste.
Il relatore in Commissione giustizia del Senato (Grillotti di AN) riferisce, ad esempio, che per gli stipendi e assegni per i magistrati è previsto un aumento di spesa di 151,8 milioni di euro, a causa dell'aumento dei magistrati da 8.632 a 9.230. Inoltre per le spese relative agli stipendi del personale dell'amministrazione penitenziaria, anche per effetto della riforma della dirigenza penitenziaria, si prevede un aumento di 193 milioni di euro.
Ma anche altre spese obbligatorie sono in vertiginoso aumento, come le spese di giustizia (spese per periti, consulenti, testimoni, custodi, giudici popolari, difensori d'ufficio, ufficiali giudiziari, magistrati onorari, trasferte, gratuito patrocinio e intercettazioni telefoniche), incrementate di 200 milioni di euro, e cioè quasi del 50%.
Sommando gli aumenti per il personale a quelli relativi alle spese di giustizia si arriva ad un totale di 550 milioni di euro, che non solo assorbe l'aumento di 400 milioni previsto, ma comporta un taglio rilevante alle spese di funzionamento corrente della giustizia, all'informatica, alle spese di cancelleria, ecc., che si può quantificare prudenzialmente nel 2% (riduzione di 150 milioni rispetto a 7.416 milioni dell'anno precedente).
Il "Sole24ore" in un articolo del 5.1.2006 calcola, infatti, ad esempio che solo per il dipartimento dell'Organizzazione giudiziaria è prevista una riduzione di 89,6 milioni di euro per consumi intermedi e 15,4 per investimenti.
Ma quello che è più grave è che i tagli seguono le notevoli riduzioni di spese degli anni passati.
La Finanziaria 2005, infatti, aveva previsto una riduzione degli stanziamenti di 717.752.987, e cioè da 7.828.955.601 (previsioni assestate anno finanziario 2004) a 7.111.202.614, pari ad oltre il 9%.
Ma, in realtà anche l'anno scorso le spese obbligatorie e in particolare del personale erano in aumento e quindi la riduzione delle spese discrezionali era superiore. Considerando solo le spese del personale dell'organizzazione giudiziaria e dell'amministrazione penitenziaria, l'aumento previsto per il personale era di 131 milioni di euro (109+22 circa), che porta la riduzione effettiva di spesa a circa 850 milioni di euro (aggiungendo i circa 718 milioni della riduzione ufficiale), con la conseguenza che la riduzione percentuale effettiva sale a quasi l'11%.
Nel 2004 formalmente vi era stato un incremento del 23,4% (+1.463,4 milioni di euro) rispetto all'anno precedente.
In realtà gran parte dell'aumento è assorbito dalla restituzione di somme anticipate dalle Poste. Si leggeva infatti nella relazione della maggioranza alla Commissione giustizia della Camera, on. Vitali, FI, seduta del 20.11.2003: "L'articolo 8, comma 3, autorizza la spesa di 823 milioni di euro, allo scopo di provvedere alla estinzione delle anticipazioni effettuate da Poste Italiane SpA per spese di giustizia fino al 31 dicembre 2002. Per spese di giustizia si intendono le spese che lo Stato deve anticipare, a norma di legge, nei procedimenti civili e penali".
Su 1.463,4 milioni di euro, quindi, 823 milioni dovevano essere restituite alle Poste che le aveva dovuto anticipare, a dimostrazione della assoluta insufficienza degli stanziamenti per la giustizia. Rimanevano poco pi di 600 milioni di euro, quasi interamente destinate al capitolo di spesa n. 1360.
Ma il cap. 1360 riguardava le "spese di giustizia", già esaminate con riguardo al bilancio 2006, e cioè le spese per periti, testimoni, interecettazioni, ecc., che sono obbligatorie, sulle quali Governo e Ministero non hanno margini di scelta, non possono cioè decidere di non pagare.
Per il resto la spesa complessiva era rimasta immutata, ma se si considera anche in questo caso gli aumenti previsti per il personale pari a complessive 254 milioni di euro circa (149,5 dell'organizzazione pi 104,5 dell'amministrazione penitenziaria), si può valutare una riduzione effettiva delle spese discrezionali nella misura del 4% circa.
Ma non basta! Le riduzioni del 2005 e del 2004 incidevano su importi già notevolmente ridotti nel 2003 rispetto agli anni passati. Per fare un solo esempio significativo le spese per cancelleria e funzionamento degli uffici erano passate da 92,2 milioni di euro del 2002 a 72,9 milioni del 2003 (cap. 1461), con una riduzione quindi superiore al 20% e percentuali analoghe si possono riscontrare con riferimento alle altre spese non obbligatorie.
In conclusione, sulla base di un calcolo prudenziale, avendo considerato come raffronto solo una parte delle spese obbligatorie, si può affermare che dal 2002 al 2005 le spese discrezionali del Ministero di giustizia sono diminuite di circa il 35% e quindi l'ulteriore diminuzione del 2% previsto nella Finanziaria 2006 porterà la riduzione a quasi il 40% in soli 4 anni. Se si considera che le spese per la giustizia non sono mai state particolarmente elevate neanche negli anni precedenti, come tutti gli operatori e gli utenti hanno potuto constatare, se ne deduce che siamo ormai al fondo del barile.
L'ultima riduzione delle spese discrezionali prevista nella Finanziaria di quest'anno è in contrasto anche con la relazione di accompagnamento, secondo cui "all'interno di ciascun comparto della pubblica amministrazione, i risparmi di spesa devono essere selettivi e concentrati sulle voci di spesa che nel corso degli ultimi 5 anni hanno registrato tassi di crescita superiore alla media nazionale e all'andamento del PIL", tenendo conto anche "dell'importanza strategica e sociale delle diverse voci di spesa".
Non dovevano essere toccate quindi quelle voci che non hanno registrato tassi di crescita, ma addirittura una diminuzione del 35%, ma la giustizia non è evidentemente di "importanza strategica".
gennaio 2006