lettera al Ministro di alcuni dirigenti di uffici giudiziari nominati da questo CSM con la nuova procedura dopo la riforma


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Signor Ministro,
siamo Procuratori della Repubblica e Procuratori Aggiunti nominati dall'attuale C.S.M. e vogliamo rappresentarLe il nostro profondo disappunto per il contenuto delle affermazioni da Lei fatte nel corso dell'intervista al Tg 2 del 10 giugno u.s..
Abbiamo appreso che lei si sta battendo affinché "i Procuratori non vengano lottizzati" "perché a guidare le Procure devono andare i migliori, senza bisogno di controllare, prima di mandarli a guidare un ufficio giudiziario, quale è lo spillino della corrente che hanno affisso sulla giacca", con ciò affermando implicitamente che tutti i capi delle Procure e i Procuratori Aggiunti sino ad ora nominati da questo Consiglio avrebbero questo peccato d'origine, cioè sarebbero "lottizzati".
Ebbene, Signor Ministro, Le rappresentiamo che abbiamo chiesto di andare a dirigere alcune Procure, o settori di esse, per una spinta ideale e professionale, che ci ha portati a volte molto lontani dalle nostre città d'origine e dalle nostre famiglie, senza nessun ritorno economico ed anzi con un impegno finanziario personale piuttosto pesante, consapevoli di doverci confrontare quotidianamente con penuria di mezzi e di personale, in uffici spesso di "frontiera" per la presenza di una criminalità aggressiva e profondamente infiltrata nel tessuto sociale. L'abbiamo fatto per un forte "spirito di servizio", profondamente radicato in noi.
Va rilevato che uno dei punti cardine della recente riforma dell'Ordinamento Giudiziario è costituito proprio dai nuovi criteri di nomina dei dirigenti degli uffici giudiziari, con l'abbandono del criterio dell'anzianità in favore del merito e delle attitudini direttive e con l'introduzione della temporaneità degli incarichi.
Riteniamo di essere stati nominati da questo Consiglio per le nostre qualità professionali e non certamente per logiche spartitorie. Alcuni di noi non sono mai stati iscritti ad alcuna corrente e chi si è impegnato nella vita associativa o in incarichi istituzionali lo ha fatto semplicemente per quello "spirito di servizio" di cui abbiamo già detto e che connota comunque l'attività di noi magistrati. La "partecipazione" alle scelte (nella vita di un'associazione o di una nazione) è, d'altronde, l'essenza stessa della democrazia.
Peraltro Lei, Signor Ministro, attraverso il previo "concerto" aveva la possibilità di bloccare le nomine da lei ritenute illegittime o inopportune. Lo poteva fare e non l'ha fatto. Questo è il motivo per il quale non riusciamo a comprendere perché, solo oggi, si lascia andare a queste affermazioni, che per la loro genericità appaiono prive di giustificazione e si risolvono esclusivamente in una delegittimazione di tutti i vertici degli uffici giudiziari e dello stesso Consiglio Superiore.
Le Sue affermazioni, Signor Ministro, rischiano di privare di ogni autorevolezza il nostro incarico. Il danno è potenzialmente enorme, soprattutto ove si consideri che il Presidente della Repubblica, solo il giorno prima, aveva osservato - a proposito dell'organizzazione delle Procure - che occorreva "un pacato riconoscimento delle funzioni ordinatrici e coordinatrici che spettano al capo dell'Ufficio" sottolineando, quindi, come ai capi degli uffici (e quindi alle loro esclusive capacità) spettasse la responsabilità ultima dell'organizzazione degli stessi.

Riteniamo che al C.S.M. vada riconosciuto il merito di aver svolto in tempi brevissimi, e nel modo migliore, il delicato compito di dare pratica attuazione alla riforma dell'Ordinamento Giudiziario.

Confidiamo che Lei saprà rivedere i suoi convincimenti, restituendo, con la stessa evidenza pubblica, dignità e autorevolezza a tutti coloro che sono stati ingiustamente raggiunti dalle Sue considerazioni.

Giuseppe AMATO, Procuratore della Repubblica di Pinerolo
Giancarlo CAPALDO, Procuratore Aggiunto in Roma
Roberto CAVALLONE, Procuratore della Repubblica di Sanremo
Mario D'ONOFRIO, Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania
Lucia LOTTI, Procuratore della Repubblica di Gela
Francesco Paolo GIORDANO, Procuratore della Repubblica di Caltagirone
Mauro MURA, Procuratore della Repubblica di Cagliari
Carmelo PETRALIA, Procuratore della Repubblica di Ragusa
Andrea PADALINO, Procuratore della Repubblica di Oristano
Agnello ROSSI, Procuratore Aggiunto in Roma
Pietro SAVIOTTI, Procuratore Aggiunto in Roma
Andrea VARDARO, Procuratore della Repubblica di Fermo
Salvatore VITELLO, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme

16 06 2009
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