Notizie di stampa in data odierna riferiscono di una operazione di polizia
giudiziaria autorizzata dal pubblico ministero di Napoli che avrebbe
comportato, sulla base di una segnalazione anonima, un intervento in
ambiente ospedaliero, da parte di numerosi agenti , che avrebbero proceduto
all'esame di una donna sottoposta pochi minuti prima ad una interruzione
volontaria di gravidanza e al sequestro, oltre che della documentazione,
del feto.
Sembrerebbe, da quanto riferito, essere stata pretermessa ogni
considerazione della particolarissima e traumatica situazione
imprescindibilmente correlata ad ogni interruzione volontaria di gravidanza,
che la legge 194/78 non elide e non annulla. Essa comunque, disciplinando
le condizioni e le modalità per l'interruzione, ha previsto una procedura
che consente di verificare documentalmente l'osservanza delle condizioni di
legge, con ciò agevolando il rispetto dei soggetti coinvolti.
L'obbligo di accertamento degli illeciti impone anche la compressione della
sfera più privata delle persone, ma in tali casi, vista la delicatezza degli
interessi costituzionalmente protetti in gioco, appare indispensabile una
verifica rigorosa della sussistenza delle condizioni di legge e l'adozione
di modalità esecutive compatibili con il rispetto della persona, specie se
in situazione di difficoltà o debolezza.
Molto spesso dobbiamo constatare che di tali esigenze non si tiene
sufficientemente conto in particolare quando gli accertamenti coinvolgono le
donne, perfino quando esse sono parti lese di abusi o lesioni.
Si chiede perciò l'apertura di una pratica al fine di acquisire gli
elementi conoscitivi relativi al caso specifico segnalato dalle notizie di
stampa e per affrontare la tematica dell'intervento giudiziario e delle sue
modalità esecutive in presenza di valori costituzionalmente protetti.
Elisabetta Cesqui, Ezia Maccora, Luisa Napolitano, Fiorella Pilato,
Celestina Tinelli e Letizia Vacca
Pino Berruti, Livio Pepino, Ciro Riviezzo, Enzo Siniscalchi, Ugo Bergamo,
Giulio Romano