dell'on. Andrea Annunziata
Egregio dott. Castelli,
il perdurare di una fastidiosa forma influenzale mi impedisce di essere presente a Palermo in occasione dei lavori del XV Congresso Nazionale di Md. Nell'esprimere il mio sincero rammarico, desidero scusarmi con Lei e con tutti i partecipanti a questo importante appuntamento.
Atteso che tra le diverse tematiche all'attenzione del Congresso vi sarà senz'altro il progetto di riforma della Giustizia, desidero al riguardo riassumerLe brevemente alcune delle proposte avanzate dalla Margherita che hanno trovato interesse e disponibilità anche tra i magistrati:
1. IL MANAGER DELLA GIUSTIZIA
Questa decisiva proposta, a suo tempo avanzata dalla Margherita, oggi è fatta propria anche dalla maggioranza di governo, ma dovrà essere concretizzata vincendo le prevedibili resistenze.
Nelle realtà territoriali le funzioni organizzative dovranno essere separate da quelle giurisdizionali, con la costituzione di una autonoma struttura di carattere tecnico che abbia il compito di organizzare e strutturare il servizio giustizia in termini di efficienza.
Oggi i magistrati si occupano anche di problemi organizzativi, di personale, di mezzi ed altro, con evidente mancanza di professionalità specifica. Il manager dovrà gestire il settore giustizia con esclusione della giurisdizione, unificando la direzione tecnica e divenendo l'interlocutore di tutti i livelli amministrativi competenti.
2. ACCORCIARE I PROCESSI
a) Va modificata l'attuale disciplina della prescrizione, che porta ad impugnare strumentalmente le sentenze di I e II grado nella prospettiva che, in attesa del passaggio in giudicato della sentenza, maturi appunto il tempo della prescrizione.
Inoltre, se si toglie la prospettiva della prescrizione, si incentiva il ricorso ai riti alternativi, con evidente effetto deflattivo.
b) Va modificata la disciplina del dibattimento, introducendo una vera udienza filtro nella quale: siano decise tutte le questioni e eccezioni preliminari, siano decisi eventuali riti alternativi, sia formato un programma condiviso delle udienze che riduca drasticamente future richieste di rinvio per impedimento e fissi la data di assunzione dei testimoni, così da evitare perdite di tempo e inutili spese anche a questi ultimi.
c) Attualmente una nullità può essere eccepita e rilevata in ogni stato del processo, con effetti di moltiplicare le attività processuali all'infinito.
Va, pertanto, semplificato il sistema delle nullità accorpandole in una unica categoria (nullità relative) e limitandone la rilevabilità alla fase iniziale del processo.
d) E' necessario intervenire anche sulla disciplina delle impugnazioni, concedendo benefici a chi accetti la sentenza di I grado e rinunci all'impugnazione, e istituendo l'obbligo di motivazione completa solo per i casi in cui vi sia impugnazione della sentenza.
e) Il processo civile va velocizzato, superando l'architettura del codice di rito, semplificando le fasi, recuperando immediatezza e oralità del processo.
Vanno creati dei filtri al processo, individuando materie specialistiche (per es. infortunistica stradale, contenzioso condominiale, forniture commerciali) per le quali istituire organi esterni di conciliazione preventiva presso strutture di carattere tecnico giuridico (per es. Camere di Commercio, Ispettorati della Motorizzazione Civile), sulla falsariga delle commissioni dinanzi all'Ufficio del Lavoro.
E' fondamentale la costituzione dell'Ufficio del Giudice, con il compito di concorrere alla istruzione del processo, attraverso la definizione della causa in fatto e l'individuazione delle questioni giuridiche da sottoporre al giudizio del magistrato.
3. RESPONSABILITA' DIFFUSA, ANCHE DEI MAGISTRATI
La strada maestra da seguire per un migliore funzionamento del sistema-giustizia, al servizio del cittadino, è quella di intervenire sulle aree di non-responsabilità oggi esistenti. Ciò deve valere per tutti gli attori del processo.
Ai difensori, attraverso la programmazione delle utenze, la limitazione delle opportunità meramente dilatorie e alcune modifiche alla normativa deontologica, deve essere richiesta un'attività processuale stringente.
Anche i giudici vanno maggiormente responsabilizzati, oltre che in relazione ai canoni usuali del dolo o della colpa grave, anche in relazione a evidenti e ingiustificate lungaggini delle indagini, dei provvedimenti e dei giudizi, che possono essere produttrici di danni per gli utenti del servizio. A questo proposito va data pi rigorosa disciplina ai tempi delle indagini preliminari e delle fasi processuali, costituendo una serie sistematica di scadenze e istituendo l'obbligo di comunicazione all'autorità superiore e di motivazione precisa, nel caso in cui i tempi non siano rispettati.
Su queste proposte siamo disponibili ad un leale confronto anche con il Governo, purchè si cambi l'agenda dei lavori e si metta fine alla lunga stagione di leggi ad personam.