del segretario nazionale Claudio Castelli
Nonostante i ripetuti richiami del Presidente della Repubblica il livello
di guardia è stato ampiamente superato. Per delegittimare i magistrati
sgraditi e aprire la porta a riforme lesive dei principi costituzionali
posti a tutela dell'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e dei
valori della giurisdizione, il ricorso all'insulto si accompagna alla
deformazione delle verità pi elementari. Così le sentenze di condanna
diventano persecuzioni e quelle che dichiarano la prescrizione si
trasformano in assoluzioni nel merito. La Corte di Appello di Palermo ha
difatti pronunciato una sentenza in parte di prescrizione per
l'associazione a delinquere sino alla primavera del 1980 e in parte di
assoluzione per contraddittorietà ed insufficienza della prova per i
restanti fatti ascritti. Far discendere da ciò attacchi ai magistrati e
alla magistratura è francamente incredibile ed inaccettabile. Anzi la
sentenza della Corte di Appello di Palermo nei confronti del senatore
Andreotti dimostra proprio come l'iniziativa penale della Procura
dell'epoca non fosse n avventata, n strumentale, ma doverosa nel rispetto
dell'obbligatorietà dell'azione penale.
Occorre rispetto per la giurisdizione, occorre rispetto per la verità,
altrimenti ogni deriva è possibile e la democrazia muore.