Cronache dal consiglio n. 10


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di Civinini, Menditto, Marini, Salvi e SalmŽ

PLENUM E LAVORI DI COMMISSIONE Con venerdì 20 dicembre il C.S.M. ha sospeso le proprie attività di commissione
e plenum. I lavori dell’ultima settimana sono stati, come prevedibile,
complessi e segnati dall’urgenza di concludere le attività non portate
a termine. I lavori del plenum dei giorni 18 e 19 sono stati caratterizzati
da due momenti principali: la riunione straordinaria del giorno 18, dedicata
ai temi dell’organizzazione e caratterizzata dalla partecipazione del
Ministro della giustizia, e il dibattito del giorno 19 sul rientro degli
ex consiglieri. La seduta straordinaria del giorno 18. Il gruppo ha già
provveduto a diffondere sulla rete una sintesi del dibattito svoltosi
alla presenza del Ministro e dovrebbe essere a disposizione di tutti anche
il testo dell’intervento preparato dal collega Marini, espressione della
posizione di Md rispetto ai temi principali sul tappeto. Non è quindi
necessario tornare a lungo sull’argomento. Merita però sottolineare alcuni
punti: 1) il Ministro non ha risposto alle domande circa gli aspetti operativi
e gestionali che vedono i lavori del Consiglio collegati a filo doppio
con le politiche ministeriali: dalla ripresa del "gruppo misto" e delle
attività di misurazione alla distribuzione del primo aumento di organico,
passando per i tempi dei prossimi concorsi. Le istanze presentate al Ministro
erano molte e dettagliate, aventi ad oggetto aspetti operativi di primaria
importanza per gli uffici giudiziari. Il Ministro si è limitato a rinviare
alle riforme legislative in corso di approvazione. Ciò impedisce di sapere
se e quando avremo la prima distribuzione di organico (che la legge imporrebbe
di compiere prima delle prove scritte del concorso in atto - previste,
ma il Ministro nulla ha detto in proposito - per il prossimo 20 gennaio)
e avremo la proposta per la individuazione delle sedi disagiate 2003.
I ritardi del Ministero rischiano di avere conseguenze molto gravi sull’attività
del Consiglio e, quel che pi conta, sulla possibilità di intervenire
a favore degli uffici maggiormente in difficoltà, a partire dalle corti
di appello che oggi subiscono il peso del mancato adeguamento degli organici
a fronte dell’aumento di carico, che caratterizza soprattutto il settore
lavoro e la legge Pinto; 2) il Ministro nulla ha detto circa gli interventi che intende compiere
nei settori dell’informatica e dell’organizzazione. Si tratta di settori
per i quali era stato da noi sollecitato ad accentuare investimenti ed
impegno e nei quali molte cose in pi potrebbero essere fatte senza particolari
oneri finanziari e sfruttando meglio le risorse (umane e tecniche) già
esistenti; 3) a ciò si aggiunge il messaggio devastante, e in fondo qualunquista,
che egli ha trasmesso: la macchina della giustizia non funziona, non sa
neppure spendere gli stanziamenti ottenuti (a tal proposito credo che
la maggior parte dei residui non tocchi l’organizzazione giudiziaria -
e cioè i dipartimenti degli affari di giustizia e dell’organizzazione
[DAG e DOG] - ma sia di competenza del DAP), non ha le stanze dove far
sedere nuovi magistrati e nuovo personale… ragion per cui sarebbe del
tutto inutile fare concorsi, fare assunzioni, stanziare nuovi fondi, investire
in innovazione, e così via. Se la prima parte del discorso preoccupa per
le ricadute politiche del disegno che privilegia le riforme di ordinamento
e concorsi, la seconda appare disastrosa nella parte in cui esprime la
rinuncia definitiva ad ogni sforzo di miglioramento: una rinuncia culturale,
prima ancora che tecnica, un fallimento totale rispetto ai doveri e ai
compiti che l’art.110 Costituzione assegna al Ministro. Nel complesso,
il discorso del Ministro ha respinte le proposte di collaborazione avanzate
da tutte le componenti consiliari e ci ha decisamente spiazzati. Quali
potranno essere le risposte del Consiglio è difficile dire. Su questo
torneremo. Il plenum del 19 dicembre si è caratterizzato essenzialmente per la discussione
relativa al ricollocamento in ruolo degli ex consiglieri. Anche su questo
argomento il gruppo ha già messo in rete un resoconto dell’esito delle
votazioni e sarà a disposizione lo schema di intervento del collega Marini,
in cui sono esposti i dati di fatto ed affrontati i nodi delle questioni
essenziali. Possiamo qui evidenziare che un fatto è certo: la maggioranza
del Consiglio, ivi compresi i laici, ha finito - pur con alcune differenze
di tono e di argomenti - per attribuire il massimo dei punteggi a tutti
i consiglieri uscenti e per destinarli tutti ai posti richiesti. Va dunque
ribadito che il problema non è lo strumento del concorso virtuale in quanto
tale, ma l’uso che di esso si è fatto in passato e si è continuato a fare
anche in questa occasione. Ogni nostro tentativo di distinguere le posizioni
individuali è rimasto senza esito, così che sono suonate davvero fuori
luogo le dichiarazioni di chi ha riesumato accuse contro il corporativismo
dei magistrati: se i sette laici avessero seguito la nostra impostazione,
alcuni dei consiglieri uscenti avrebbero visto respinta la richiesta di
ricollocamento avanzata. In questo contesto è suonata davvero impropria
la scelta dei cons.Buccico e Di Federico di riservare un "trattamento
speciale" ad Armando Spataro. In modo del tutto irritale, e cioè in sede
di dichiarazioni di voto, hanno tentato di introdurre nel dibattito documenti
di cui mai avevano parlato, n in sede di commissione (dove pure Buccico
era intervenuto) n in sede plenaria. Si è trattato di condotte a nostro
avviso gravemente lesive delle regole consiliari, condotte studiate a
tavolino e poste in essere nonostante la contrarietà degli altri consiglieri
e del presidente dell’assemblea. Un piccolo "colpo di mano", di cattivo
gusto e dettato solo da intenti lesivi dell’immagine e del prestigio del
cons.Spataro. Non sorprenderà sapere che nel caso di Spataro hanno votato
contro Buccico (che in genere si è astenuto, anche nei casi in cui ha
tenuto a riconoscere il valore dei singoli magistrati), Di Federico (che
ha quasi sempre votato a favore degli altri), Spangher e Sarno (c.s.),
mentre è rimasto assente Marotta, che aveva per tutti gli altri rientranti
dichiarato un ampio e convinto voto favorevole. Il sapore meramente "politico"
di tali posizioni è sotto gli occhi di tutti. Altre decisioni del plenum - Nelle giornate del 18 e 19 il plenum ha
trattato altre questioni di un certo interesse: 1. Applicazioni di due giudici dal Tribunale di Napoli a quello di Nola
- Non approvando una delle due applicazioni, il Consiglio ha recepito
la proposta giunta dalla VII Commissione ed evidenziato l’irritualità
della procedura seguita dal Consiglio giudiziario, che ha proceduto direttamente
all’interpello e alla scelta dei due giudici, così sostituendosi al Presidente
della corte di appello 2. Giudici di pace. Sono state approvate alcune modifiche ed integrazioni
alla circolare del 30 luglio 2002 sulla nomina e conferma dei giudici
di pace conseguenti all’approvazione del D.L. 201/2002, successivamente
convertito. In particolare, è stata disciplinata l’attività relativa al
bando di concorso che dovrà essere curata, ogni anno e previa verifica
delle vacanze, dai Presidenti della Corte d’appello; in tal modo sarà
possibile concentrare in un’unica tornata la nomina (ed il tirocinio)
dei giudici di pace. E’ stato anche approvato uno schema base di bando
per semplificare il lavoro delle Corti d’Appello. E’ stata inoltre approvata
l’organizzazione di due incontri di studi con i giudici di pace sulla
"Nuova competenza penale del giudice di pace: organizzazione degli uffici,
problematiche processuali e di formazione professionale", che si terranno
il 10 ed 11 febbraio ed il 17 e 18 febbraio; 3. Il 19 dicembre è stato licenziato il parere sul d.l. 24 ottobre 2002
che proroga di un anno il termine per il bando dei due residui concorsi
di reclutamento previsti dalla legge n.48/2001. Il parere ha tenuto conto
delle dichiarazioni res e dal Ministro il giorno precedente e recepisce
a tal proposito alcuni emendamenti specifici presentati in plenum. 4. Sempre il 19 dicembre sono stati adottate alcune delibere in tema
di formazione, in parte inserite in rete il giorno 20. In sintesi, nell’ambito
dell’intensa attività di formazione internazionale e comunitaria del Consiglio,
sono stati deliberati i bandi per la partecipazione a due incontri di
studio Grotius che si terranno nel marzo 2003: uno dedicato ai temi della
concorrenza comunitaria - per il quale il Consiglio ha ottenuto il finanziamento
dalla Commissione Monti - ed uno sul linguaggio giuridico (inglese e francese).
In adesione ad una richiesta del Consiglio d’Europa, si è deciso di mettere
a disposizione un magistrato per ricoprire un incarico semestrale di direzione
e gestione della Scuola di formazione per i magistrati albanesi; il bando
per la raccolta delle disponibilità scade il 15 gennaio; costituiscono
requisiti indispensabili: la conoscenza della lingua inglese, della normativa
sul Consiglio d’Europa, di esperienza nella formazione; il magistrato
prescelto sarà collocato fuori ruolo e riceverà un compenso dal CdE oltre
spese di viaggio e comunicazione. 5. Infine, sempre il giorno 19 il Consiglio ha deliberato la proroga
fino al 31 dicembre 2003 del collocamento fuori ruolo di un collega che
opera presso la rappresentanza delle nazioni Unite a Vienna. Atteso il
lunghissimo periodo di fuori ruolo già svolto dal magistrato (circa 23
anni), il Consiglio nel luglio scorso aveva respinto una richiesta di
proroga, che giungeva dopo altre che avrebbero dovuto essere "l’ultima".
Nel mese di settembre 2002 il ministro ha motivato una nuova richiesta
di proroga con le esigenze connesse al semestre di presidenza comunitaria
che riguarderà l’Italia a partire da giungo 2003. La III commissione,
dopo lungo dibattito, aveva presentato al plenum due proposte alternative,
ciascuna sorretta da 3 voti. Il plenum ha optato per il prolungamento
del fuori ruolo, con 13 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti. Il nostro
gruppo si è espresso per il no. In particolare, pur prendendo atto dell’elevata
e specifica professionalità del collega e delle esigenze legate all’attività
internazionale, ha ritenuto prevalenti: a) la necessità di porre fine
ad un fuori ruolo di durata eccezionalmente lunga; b) l’assenza di garanzie
circa il fatto che la - riconosciuta da tutti - eccezionalità della posizione
del collega non finisca per costituire un "precedente" che sarà utilizzato
in futuro per casi diversi; c) il fatto che il governo non ha provveduto
n ad affiancare il collega, n ad utilizzare altri strumenti (ora previsti
dalla legge Frattini) che consentirebbero al magistrato di essere collocato
in aspettativa e di ricevere uno specifico incarico governativo. 6. E’ stata rinviata in commissione una richiesta di autorizzazione di
incarico relativo a 60 ore di docenze per un corso di laurea universitario
essendo in corso presso la IV commissione una riflessione sul numero massimo
di ore di docenza compatibili con le esigenze di servizio (ovviamente
tenuto conto di tutti gli ulteriori elementi di valutazione previsti dalla
circolare). 7. Su proposta della VII commissione (segnalata nel precedente notiziario)
è’ stato approvato parzialmente un decreto col quale il Procuratore della
Repubblica di Napoli, nel confermare la designazione di un sostituto dell’ufficio
alla DDA per ulteriore biennio, aveva formulato valutazioni positive sulle
specifiche attitudini ed esperienze professionali dell’interessato, ma
aveva inserito nel provvedimento anche il riferimento a diverse condotte
del magistrato (tali da non incidere sulla conferma) da lui ritenute censurabili,
tanto da avere interessato i titolari dell’azione disciplinare. Pur non
potendosi "cancellare le "censure", così come richiesto dall’interessato,
il decreto è stato approvato con l’esclusione delle due espressioni contestate,
ritenute non pertinenti. 8. E’ stato quindi deciso il tema della prossima Relazione al Parlamento:
dopo dieci anni saranno rivisitati i temi del reclutamento e della formazione
iniziale e permanente. Venendo ai lavori delle commissioni:
la III Commissione (trasferimenti e collocamento fuori ruolo) ha
proseguito e quasi concluso le pratiche di trasferimento relative al bollettino
del febbraio 2002; residuano, infatti, pochissime sedi ancora in attesa
di accettazione, ma tutte le proposte sono state inoltrate, così che entro
gennaio il bollettino sarà esaurito. La commissione ha poi affrontato
i casi di ricollocamento in ruolo ancora pendenti. Il dibattito ha visto
in molti casi posizioni differenziate, ed è stata respinta la proposta
di un consigliere di interrompere l’esame e di attendere la nuova circolare.
La prima riunione di commissione alla ripresa post-festiva dovrebbe vedere
al conclusione di tutte le pratiche. In tema di ricollocamento in ruolo
resta così da definire la revisione della circolare, richiesta dal gruppo
e sollecitata anche dalla proposta del cons.Meliadò.

Quanto ai lavori della V Commissione (incarichi direttivi): · Presidente
del Tribunale di Forlì: è stato proposto all’unanimità il dott. Pier Francesco
Casula. · Procura Generale di Perugia: è stata disposta l’audizione dei
dott.ri Bruno, Armati, Amato, Santoro, Maffei, Vacca, Dragotto, Fleury,
Galli ; · Procura della Repubblica di Alessandria: è iniziato l’esame
degli aspiranti.

la VII Commissione (organizzazione e tabelle) ha esaminato con
difficoltà alcune pratiche di applicazione extradistrettuale, risultando
ormai assai difficile individuare uffici giudiziari in grado di assorbire
la perdita di una unità per una durata di sei mesi che, spessissimo, vengono
poi prorogati. E’ stato quindi iniziato l’esame della proposta tabellare
concernente la Corte di cassazione. Esame complesso, che richiederà pi
sedute.

Quanto alla IX Commissione (formazione), è iniziata una riflessione
sui rapporti tra formazione centrale e decentrata, anche alla luce delle
audizioni fin qui svolte coi formatori distrettuali, e su contenuti metodi
obbiettivi culturali della formazione in generale, che dovrebbe sfociare
in una risoluzione consiliare nei prossimi mesi.

23 12 2002
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