Cronache dal Consiglio n. 7


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di Civinini, Marini, Menditto, Salm, Salvi

La nomina del Procuratore Generale di Milano, l’ufficio impugnazioni della procura della Repubblica di Napoli e altro.

Le difficoltà in cui ha operato la III commissione, la necessità di prolungare il tirocinio ordinario degli uditori, l’esigenza di programmare la mobilità in relazione allo sviluppo dei concorsi banditi e ancora da bandire... queste ed altre circostanze hanno spinto la componente consiliare di MD a proporre agli altri consiglieri la convocazione di un plenum straordinario sulla programmazione e la gestione del personale di magistratura. Il documento, tenuto conto delle osservazioni formulate, è stato presentato con la firma di tutti i componenti e pone sul tappeto alcuni dei problemi reali che il Consiglio si trova e si troverà ad affrontare.
Tale iniziative, risalente ormai alle settimane scorse, anche se formalizzata solo pochi giorni fa, assume un particolare rilievo alla luce delle polemiche seguite ai fatti di Cosenza e di Perugia, all’intervista di Claudio Castelli ed a quelle dei giorni successivi (Pecorella, Violante, Spataro).
ATTIVITA’ DEL PLENUM (20 e 21 novembre)
Già si è data notizia del discorso pronunciato all’inizio del plenum dal v.presidente Rognoni con riferimento agli “attacchi” alla magistratura, su cui vi è stato pieno consenso anche preventivamente.
E’ stato nominato Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano il dott. Mario Blandini (17 voti) che ha prevalso sul dott. Renato Caccamo (votato dai Consiglieri di MD e Movimenti).
Il relatore di maggioranza ( Mammone) ha evidenziate le svariate funzioni svolte, sia nel settore giudicante che in quello requirente, svolte dal dott. Blandini, la esperienza di componente del Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Milano e di segretario generale presso la stessa Corte, di Presidente della sezione GIP presso il tribunale di Milano, il particolare rilievo ai fini della nomina delle funzioni omologhe attualmente svolte quale Procuratore Generale di Trento.
Il relatore di minoranza (Menditto) per Cacciamo ha evidenziato la pluralità di esperienze giurisdizionali, la trattazione di importanti processi per gravi fatti di criminalità organizzata e di reati contro la Pubblica Amministrazione ( la quasi totalità, in secondo grado, dei processi di “mani pulite, di cui era stato spesso estensore), il riconoscimento della correttezza del suo operato (condotta conforme “ ad una buona amministrazione della giustizia ed all’esigenza del rispetto del “tempo ragionevole” della durata dei procedimenti”) proveniente dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo alla quale era ricorso Bettino Craxi, la efficiente organizzazione e produttività delle sezioni da lui presiedute sia in Tribunale che in Corte d’Appello, con eliminazione dell’arretrato e produttività elevatissima rispetto a quella delle altre sezioni.
Nella relazione di minoranza si è evidenziato che il dott. Blandini alla sua domanda aveva allegato un parere del consiglio giudiziario di Trento rilasciato circa un anno prima del bando con riferimento ad una sua domanda di presidente di corte di appello. La circolare per il conferimento degli uffici direttivi prevede che “l’interessato, qualora nel triennio anteriore alla data della vacanza non sia stato valutato sotto i profili delle attitudini e del merito, ai fini del conferimento di un ufficio direttivo analogo per funzione ( giudicante o requirente) e grado a quello richiesto, ha l’onere di richiedere specifico parere al Consiglio Giudiziario, o agli altri organi competenti, che lo esprimeranno entro venti giorni dalla data dell’istanza corredandolo, in particolare, delle valutazioni in ordine alle capacità organizzative dell’aspirante comunque desumibili e delle statistiche comparative relative al triennio e lo trasmetteranno immediatamente al Consiglio Superiore della Magistratura con la indicazione dell’ufficio richiesto” . Il parere allegato dall’interessato non consentiva, dunque, di desumere (come confermato anche dalla giurisprudenza del Tar) gli attuali profili attitudinali del dott. Blandini, in particolare nello svolgimento delle funzioni di Procuratore Generale. Si è anche precisato che dalla attenta lettura del parere prodotto, della autorelazione allegata alla domanda e dall’esame del fascicolo personale non emergeva alcuna circostanza di fatto da cui desumere la specifica capacità professionale del dott. Blandini nell’esercizio delle funzioni di Procuratore Generale di Trento. Sono intervenuti Arbasino, a sostegno del dott. Cacciamo, e Ventura Sarno che ha dichiarato di preferire il dott. Blandini, pur dando atto della difficoltà di scegliere tra due candidati di ampio valore professionale. Ufficio impugnazioni della Procura di Napoli.Trattasi di pratica già portata all’esame del plenum nel luglio scorso.
Sono pervenute al plenum due proposte diverse che, pur avendo il medesimo dispositivo (non approvarsi il provvedimento del Procuratore), divergevano in punto motivazione.
ALa proposta maggioritaria (Arbasino, Schietroma, Marini, Di Federico) individua tre vizi del provvedimento con cui il Procuratore aveva istituito un ufficio impugnazioni composto da 2 aggiunti e almeno 10 sostituti: a) violazione delle circolari in tema di tabelle, non avendo il Procuratore, nonostante le espresse indicazioni del Consiglio giudiziario e le chiare posizioni consiliari, attivato la procedura tabellare, come invece avrebbe dovuto; scelta consapevole, dunque, cui deve aggiungersi l’assenza di criteri per la distribuzione degli affari fra i magistrati componenti il nuovo ufficio; b) violazione dei principi in materia di delega, per avere il Procuratore sovrapposto la delega attribuita agli aggiunti assegnati all’ufficio impugnazioni alla delega attribuita in via ordinaria e principale agli aggiunti coordinatori dei singoli gruppi di lavoro; c) violazione delle regole di buona amministrazione, risultando l’ufficio pletorico, dispersivo e poco coerente con le pi volte lamentate carenze di organico e risorse.
BLa proposta minoritaria (Tenaglia e Stabile) pur condividendo i punti a) e c) (sebbene con sfumature pi "morbide"), si differenzia sul secondo degli aspetti critici. In sintesi, si afferma che non può parlarsi di vizio di legittimità in tema di delega in quanto il concetto di "delega" sarebbe ormai scomparso dall’organizzazione interna dell’ufficio requirente, ufficio per il quale vige il solo principio della "designazione", così come previsto dall’art.70 O.G.
Le due impostazioni, nonostante ogni tentativo di ricomposizione, sono state ritenute non riducibili ad unità, e per questo in commissione si rese necessario procedere a votazione.
In plenum il dibattito si è concentrato sul punto b) delle proposte, con Unicost concorde con le posizioni di Tenaglia. Ciò sebbene pi interventi (in particolare Arbasino e Marini) abbiano messo in evidenza che l’istituto della designazione opera esclusivamente con riferimento alla figura del "pubblico ministero" (e cioè alla fase del rapporto con il giudice) e con chiaro riferimento al singolo procedimento/processo (cfr.commi 3 e 4 dell’art.70); che il potere d’impugnazione ex art.570 c.p.p. spetta al procuratore e non agli aggiunti, cui può essere attribuito solo con delega da parte del primo; che l’istituzione di un "ufficio" interno è questione di organizzazione e di delega dei poteri del procuratore e non può essere riferita in alcun modo al concetto di designazione. E’ stato anche sostenuto (Menditto) che anche volendo ricostruire il potere del Procuratore di attribuire ad altri il suo diritto ad impugnare come "designazione"e non come"delega", egualmente risulterebbe illegittima la creazione dell’ufficio impugnazione: la designazione non consente, al pari della delega, l’attribuzione dello stesso potere in via successiva a pi Procuratori Aggiunti (prima a quello della sezione cui appartiene il sostituto di udienza e, poi, nel caso di mancata impugnazione al Procuratore Aggiunto dell’ufficio impugnazioni).
Meliadò, prima, e Buccico, poi, hanno formalizzato una richiesta di rinvio al plenum del 4 dicembre per tentare di pervenire ad una motivazione unitaria. Sulla proposta, accolta dal plenum ci siamo astenuti, trattandosi di un rinvio estremamente contenuto. Sono stati nominati i magistrati referenti per l’informatica (RID) per il biennio 2002-2003. La relativa delibera è stata trasmessa agli iscritti ad EMMED CSM
Da segnalare:

  • la proposta della VII commissione prevedeva all’unanimità di ripubblicare il posto per il settore giudicante penale del distretto di Napoli in considerazione dell’inidoneità dell’unico aspirante, dott. Angelo Di Salvo, per il quale anche il consiglio giudiziario di Napoli aveva espresso all’unanimità parere negativo. Su richiesta del cons. Marotta, sostenuta dai Cons. Buccico (che nel suo intervento ha “voluto escludere” che sulla scelta della commissione avessero influito passate prese di posizione e comportamenti del dott. Di Salvo) e Riello la pratica è tornata in commissione per approfondire la posizione del dott. Angelo Di Salvo;
  • si procederà a nuovo bando per i seguenti posti ancora scoperti: Bologna (per il settore penale); Cagliari (civile); Genova (penale); L’Aquila (penale); Palermo (civile); Perugia (civile); Roma (lavoro);
  • il numero degli aspiranti è risultato estremamente contenuto, per cui si è in molti casi provveduto a riconfermare i referenti uscenti, alcuni dei quali in carica sin dal 1995.

Progressione in carriera -Il Cons.Di Federico, in linea con le posizioni assunte di ordine generale, nel corso del passato plenum, si è astenuto sulle pratiche concernenti la progressione in carriera dei magistrati. Dibattito su incarichi extragiudiziari - La nostra componente ha richiesto approfondimenti su alcuni casi che coinvolgono problemi di ordine generale.
La scorsa settimana abbiamo chiesto il ritorno in commissione della pratica riguardante un collega della DDA l’Aquila che chiedeva l’autorizzazione a presiedere la commissione per la gestione degli alloggi comunali di un comune di altro circondario ma compreso nel distretto. Nel plenum del 20 novembre abbiamo sollecitato una riflessione sulle domande che concernono la "tenuta di corsi universitari" o la gestione di "corsi" presso scuole diverse da quelle di formazione forense. Ciò che intendiamo mettere in dubbio non è l’attività di insegnamento - in s utile all’esterno e fonte di arricchimento anche per il magistrato - quanto la compatibilità fra il lavoro ordinario (e principale...) di magistrato e l’impegno derivante dalle tenuta di un intero corso di 20-40 o addirittura 60 ore in pochi mesi: attività che, se effettuata seriamente, costituirebbe l’oggetto principale del lavoro di un docente a tempo pieno. A fronte di queste considerazioni il presidente della IV commissione ha riferito che è intenzione della commissione presentare a breve una proposta di revisione della circolare, e che l’attuale indirizzo del Consiglio fissa in 100 ore annue (12 mesi) il tetto massimo non superabile.
Un altro problema che si pone, e che abbiamo evidenziato nel corso del plenum, è quello di un archivio pi completo, che consenta al consiglio di avere il quadro aggiornato non solo del numero degli incarchi svolti e in atto per singolo magistrato, ma anche delle caratteristiche di essi, così da poter effettuare un monitoraggio incrociato fra i diversi dati.
Sugli incarichi in quanto tali il Cons.Di Federico si è riservato di compiere un intervento pi approfondito in occasione del prossimo plenum, intervento collegato a quello da lui compiuto in precedenza sul tema della progressione in carriera al plenum della passata settimana.

Nel rispondere ad un quesito è stato ribadito l’onere del P.M di annotare sul fascicolo trasmesso al giudice la data di prescrizione dei reati e si è precisato che costituisce "compito del giudice, nelle varie fasi del giudizio e nei diversi gradi dello stesso, aggiornare l’indicazione delle date di possibile prescrizione dei reati, avuto riguardo alla possibile variazione delle contestazioni formulate in corso di giudizio e ai periodi di sospensione ed interruzione dei termini nelle more verificatisi". La relativa delibera è stata trasmessa agli iscritti ad EMMEDI CSMRispondendo ad un quesito posto dal Presidente del Tribunale di Salerno è stato precisato il rapporto esistente tra Presidente del Tribunale e Presidente di sezione nella gestione dell’udienza penale (collaborazione funzionale fra organi in rapporto di sovraordinazione) ed il valore dei c.d. “protocolli” stipulati dai dirigenti degli uffici con l’avvocatura sulla modalità di gestione del dibattimento penale, ritenuti “intese convenzionale tra istituzioni diverse, nell’ottica di confronto su problematiche comuni alla magistratura e all’avvocatura” . Va sottolineato la portata della delibera che valorizza il coinvolgimento dell’avvocatura nell’organizzazione degli uffici e che richiama l’importanza del rispetto dei protocolli in considerazione dei "doveri di collaborazione e di buona amministrazione in capo alle autorità a diverso titolo chiamate a rendere il miglior servizio giustizia possibile"La delibera riconosce che le indicazioni del protocollo "debbono cedere rispetto alle norme processuali che riservano al giudice che tiene l’udienza il potere di valutare le esigenze connesse alla trattazione dei singoli processi", ma precisa che negli stessi protocolli possano essere inserite clausole che prevedano che in caso di ingiustificate violazioni da parte dei soggetti processuali violazioni possa porsi un problema di rilievo disciplinare (per magistrati ed avvocati).
La relativa delibera è stata trasmessa agli iscritti ad EMMED CSM
Applicazione extradistrettuale alla P.R. di Lanusei. A fronte delle doglianze espresse alla proposta di commissione di non accogliere la richiesta avanzata dalla Procura generale di Cagliari, il cons.Marini ha segnalato l’esigenza che, nel rispetto delle circolari in vigore, la applicazione da altro distretto sia disposta solo quando sia provata l’impossibilità di provvedere con altri strumenti. Nel caso di specie nessun intervento era stato disposto all’interno del distretto, pur essendo, ad esempio, la procura cagliaritana a pieno organico.
E’ stato approvato il progetto dell’azione Schuman (corsi decentrati di diritto comunitario), già attuato in alcuni distretti di corte d’appello. I corsi saranno tenuti anche nei distretti di Venezia, Cagliari, Reggio Calabria in data 7 febbraio 2003; nel distretto di Ancona l’ 11 febbraio 2003; nei distretti di Lecce, Catania e Salerno il 21 febbraio 2003.

PRIMA COMMISSIONE
E’ proseguito, a ritmi serrati, l’esame della pratica relativa al Procuratore della Repubblica di Napoli, con esame ampio ed approfondito della vicenda
E’ iniziato un primo esame della pratica relativa al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata.
Si è convenuto sulla necessità di esaminare rapidamente le numerose pratiche a tutela pendenti.
TERZA COMMISSIONE
Si è provveduto ad individuare la sede per un magistrato trasferito per ragioni di incompatibilità ambientale
dalla procura del Tribunale di Massa. La difficoltà che si è presentata - e che aveva suggerito di chiedere un parere all’Ufficio studi del Consiglio - derivava dal fatto che il magistrato, dopo avere inizialmente indicato alcuni uffici requirenti anche di altri distretti, ha fatto pervenire una nota in cui revoca ogni disponibilità e dichiara che la funzione di consigliere comunale svolta presso un comune ligure si opporrebbe a qualsiasi trasferimento. La commissione, sentito l’Ufficio studi, ha ritenuto non sussistere alcun impedimento all’attuazione del trasferimento d’ufficio, ma ha cercato di individuare un ufficio di destinazione non troppo distante dal comune in questione. E’ stato così scelto un tribunale del distretto di Firenze.
Rientro dei consiglieri uscenti Dopo avere deliberato il rientro in ruolo dei consiglieri che hanno chiesto il ritorno agli uffici di provenienza, la commissione ha concluso l’esame della pratica per quelli che hanno chiesto di essere destinati ad uffici semidirettivi, a posti di consigliere di cassazione oppure a posti di applicato presso la procure generale della cassazione o presso il massimario.
L’esame della pratica ha richiesto nel complesso pi riunioni di commissione ed ha visto presenti anche consiglieri che non compongono la commissione.
Premesso che da pi parti si è evidenziata l’inadeguatezza delle attuali circolari rispetto ai problemi posti dalle richieste ora ricordate, e premesso che si è concordemente ritenuto che la disciplina attuale renda quelle richieste legittime, anche alla luce delle decisioni assunte dai precedenti consigli, il dibattito in commissione si è concentrato sui criteri da adottare. La nostra proposta di differenziare le valutazioni per i posti semidirettivi da quelle per i posti di cassazione non ha trovato accoglimento, così come non lo ha trovato quella di una generale applicazione assai restrittiva dei punteggi.
A tali proposte si è obiettato (anche da coloro che hanno mosse le critiche pi dure all’utilizzo del concorso virtuale) che la commissione avrebbe applicato irregolarmente limitazioni non consentite dalle circolari vigenti; che in tal modo sarebbero stati emanati provvedimenti amministrativi illegittimi o comunque non resistenti al controllo del TAR; infine, che si sarebbero applicati ai consiglieri uscenti parametri ingiustamente deteriori rispetto a quelli utilizzati nel quadriennio scorso non solo per i concorsi virtuali, ma anche per i concorsi reali.
Superata così la fase metodologica, si è passati all’esame delle singole posizioni. Il risultato è che la commissione, spesso a maggioranza, ha di fatto applicato a tutti i consiglieri uscenti il massimo dei punteggi, con conseguente proposta al plenum affinch destini tutti e 14 i consiglieri ai posti da loro richiesti. Le proposte di destinazione così formulate hanno visto in alcuni casi la commissione decidere all’unanimità (con riferimento ad alcuni dei posti di cassazione e massimario), mentre in altri hanno registrato il voto contrario o l’astensione del nostro rappresentante e, non specularmente, di quello dei Movimenti.
Le proposte della commissione dovrebbero giungere al plenum del 4 dicembre e ci riserviamo di affrontare pi dettagliatamente il problema in quella sede.
Pubblicazione di posti di appello Con riferimento ai problemi legati ai trasferimenti, dopo avere il plenum accolto la proposta della commissione di riportare il tirocinio mirato alla sua originale durata (di questo si è dato conto nel passato notiziario), la commissione ha deliberato di proporre al plenum la pubblicazione di circa 70 posti di grado di appello (consigliere di corte e sostituto procuratore generale). Tale pubblicazione (che non si pone come alternativa rispetto ad una pubblicazione di posti di primo grado, su cui dovremo tornare) ha lo scopo di dare sostegno ad uffici di secondo grado che oggi appaiono in grave e diffusa sofferenza e quello di favorire il trasferimento in secondo grado di magistrati degli uffici di primo grado, così liberando posti che aumentino la piattaforma destinata alla prossima mobilità.
La discussione interna si è concentrata su alcuni aspetti: 1) l’individuazione di un numero di posti contenuto e rapidamente decidibile, così che si possa sperare di concludere la procedura entro la data di individuazione delle sedi da destinare agli uditori e alla mobilità verso posti di primo grado (fine febbraio); 2) la scelta dei circa 70 posti da pubblicare sul totale di un centinaio di posti oggi pubblicabili; 3)la possibilità (da noi particolarmente sostenuta) di anticipare la pubblicazione di posti di lavoro presso le corti di appello.
Ovviamente le scelte che si vanno formando risentono del fatto che il Ministero non ha ancora trasmesso al Consiglio il progetto di distribuzione del primo aumento di posti legato ai concorsi previsti dalla legge n.48 del 2001.
A questo si aggiunge la proposta di modifica della circolare sul numero delle preferenze. La commissione, preso atto delle difficoltà di gestione del bollettino del febbraio 2002, e ritenuto prioritario definire la mobilità verso i posti di appello entro la fine del mese di febbraio, così da "liberare" quanti pi possibile posti di primo grado per le successive e ricordate procedure, ha deciso di proporre al plenum di ridurre da 4 a 3 e da 7 a 5 il numero delle preferenze indicabili da ciascun aspirante nella domanda. Esigenze di celerità della procedura avrebbero consigliato un intervento pi netto (rispettivamente 2 e 4 preferenze), ma si è ritenuto in questa fase attestarci su una riduzione pi contenuta, che operi anche come verifica in concreto delle ricadute positive sulla procedura.
Di tutto questo daremo conto pi dettagliato con l’esame della pratica in sede di plenum.
PROPOSTA DI APERTURA DI UNA PRATICA IN TEMA DI CIRCOLARE SUL RIENTRO IN RUOLO. Preso atto delle complesse problematiche sorte nella procedura per il rientro in ruolo dei consiglieri uscenti, e delle difficoltà che già si palesano per la scelta delle sedi da attribuire ai 6 o 7 magistrati che hanno richiesto altrimenti il rientro in ruolo, si è provveduto a richiedere l’apertura di una pratica per la revisione della circolare sul punto.
In particolare, si intende: limitare i casi di utilizzo del concorso virtuale, dovendosi accertare la possibilità di ritorno all’ufficio di provenienza; limitare, nell’ipotesi in cui il virtuale sia necessario, il novero dei posti di destinazione, con esclusione dei posti semidirettivi e della DNA. Resta da valutare, alla luce del nuovo testo dell’art.117 O.G., la problematica relativa ai posti di cassazione, compresi quelli di merito che fanno parte di cassazione e procura generale.
QUARTA COMMISSIONE
Si stà valutando di proporre l’approvazione di una risoluzione che richiami tutti al rispetto di quanto previsto dalla circolare in tema di incarichi extragiudiziari. Si è constatato, infatti, che spesso:
a) le domande pervengono prive della documentazione prevista,in particolare delle statistiche comparative;
b)le domande pervengono poco prima dell’espletamento dell’incarico, tanto da non consentire un provvedimento tempestivo da parte del Consiglio;
c)i pareri dei dirigenti degli uffici e dei consigli giudiziari sono privi di qualunque motivazione.
QUINTA COMMISSIONE
Per la Procura della Repubblica presso il Tribunale di LARINO, a seguito della revoca del dott. Moffa, sono stati proposti: il dott. Ciro Monsurrò (Riello, Mammone), il dott. Nicola Magrone (Aghina, Buccico), il dott. Alfonso Lauro (Schietroma). Si è convenuto sulla necessità di accelerare i tempi del concerto e del plenum in considerazione della particolare situazione della Procura di Larino.
Per la Presidenza del Tribunale di Modena, sono stati proposti il dott. Massimo Lugli (Menditto, Schietroma, Luccico, Riello, Mammone) ed il dott. Francesco Scutellari (Aghina);
Per la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, la commissione ha indicato all’unanimità il dott. Italo Materia.
SETTIMA COMMISSIONE
Applicazioni extradistrettuali. La commissione sta iniziando una riflessione nel senso di contenere quanto pi possibile il ricorso ad applicazioni da distretti diversi. E’ evidente, oltre che rispettoso delle circolari, che l’intervento extradistrettuale rappresenta rimedio straordinario e particolarmente oneroso, così che deve essere attivato solo nei casi in cui non può farsi ricorso alle tabelle infradistrettuali e non sono attivabili altre forme di applicazione nel distretto. Ora, va segnalato che troppo spesso i vertici distrettuali e i consigli giudiziari si attivano per lo strumento ricordato senza motivare adeguatamente la concreta impossibilità di esperire le altre vie, non potendo bastare a tal fine il mero richiamo alle difficoltà in cui versano gli uffici del distretto: tutti i distretti, infatti, possono utilizzare tale formula, ivi compresi quelli in cui si collocano gli uffici che dovrebbero fornire un magistrato a quello richiedente.
In questa prospettiva, e preso atto dell’avvenuta deliberazione di trasferimento ordinario di un magistrato in favore dell’ufficio richiedente, la commissione proporrà al plenum di revocare la delibera che autorizzava l’applicazione extradistrettuale in favore del tribunale di sorveglianza di Perugia.
Rapporti fra presidente di tribunale e presidente di sezione. Due sono le pratiche che hanno posto all’attenzione della commissione il tema dei rapporti fra capo ufficio e presidenti di sezione.
La prima - che prende spunto da provvedimenti adottati dal Presidente del Tribunale di Messina - ha a che vedere con la possibilità che uno dei presidenti di sezione venga delegato a coordinare le attività (e i problemi) delle cancellerie delle diverse sezioni civili, e quindi dell’intero settore.
La seconda, sorta con riferimento alle vicende tabellari del Tribunale di Avellino, concerne il problema dell’ambito di operatività, e della vincolatività, degli ordini di servizio che il presidente del tribunale può emanare in ordine alla programmazione e alla gestione dell’udienza dibattimentale penale. Al di là della difficile situazione locale, il problema assume connotazioni di ordine generale.
Su entrambe le questioni la commissione ha optato per un approfondimento e rinviato ad una prossima seduta.

Referenti informatici la commissione ha concluso l’esame della pratica, decidendo in merito ai referenti per la cassazione (e procura generale) e per la DNA; la proposta sarà esaminata dal prossimo plenum.

"Gruppo misto" e valutazione.
La commissione ha avanzato al Comitato di Presidenza (per gli aspetti di sua competenza) e sottoporrà al plenum la proposta di riprendere i lavori del "gruppo misto" con il Ministero della giustizia in tema di statistica e valutazione.
Dopo che nello scorso mese di luglio è stata approvata (e presentata pubblicamente) la prima fase del lavoro per la creazione di un "sistema di indicatori per la misurazione dell’efficienza", non risulta che il Ministero abbia predisposto gli strumenti per dare avvio alla sperimentazione presso alcuni uffici giudiziari (in primis il Tribunale di Bologna relativamente al settore civile), che costituisce uno dei passaggi fondamentali e che avrebbe dovuto iniziare immediatamente dopo la creazione del modello conclusasi in luglio.
Sentiti in audizione i direttori generali interessati (Rolleri e De Santis), e preso atto dell’esigenza che sia il Consiglio a dare nuovo impulso alla cosa, la commissione ha provveduto a indicare i nuovi componenti del gruppo misto (nella persona di tre componenti della stessa VII commissione: Marini, Arbasino, Tenaglia) ed a proporre il parziale rinnovo del gruppo di esperti che aveva affiancato la commissione nella prima parte dell’anno.
Accanto a questo, ed al fine di sollecitare il Ministero per lo sviluppo delle iniziative in corso, si è provveduto a richiedere alla dr.ssa Rolleri quale sia lo stato dell’arte del "processo telematico" e della sua applicazione presso i tribunali in Italia.

26 11 2002
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