Sulla vendita dei beni confiscati alle mafie


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comunicato stampa

Il Governo e la maggioranza di centro destra decidono di mettere in vendita i beni confiscati alle mafie, affermando di volere così reperire le risorse per finanziare la giustizia, ed assicurarne il funzionamento: in realtà, il risultato sarà di negare subito risorse alla giustizia, in attesa dei proventi (futuri ed eventuali) delle vendite dei beni confiscati, e di svendere i beni sottratti alla mafia, togliendoli alle comunità locali.

La norma approvata dal Senato consente, anzi impone, di vendere i beni immobili confiscati se non destinati a finalità sociali entro termini brevissimi, mai rispettati fino ad oggi per la mancanza di una reale volontà politica.

Invece di intervenire con adeguate risorse e modifiche normative da tempo proposte per accelerare la destinazione dei beni a fini sociali, si decide di sanzionare, con la vendita, la lentezza della pubblica amministrazione, con un inquietante parallelismo con altra devastante proposta in cui, invece di intervenire con riforme strutturali per assicurare che i processi si concludano in determinati tempi, si cancellano quelli che non è possibile celebrare celermente.

Senza alcuna discussione, con un colpo di mano al Senato, si tradisce lo spirito della legge 109/1996, voluta da milioni di cittadini, si consente che i beni confiscati al termine di lunghi e complessi procedimenti ritornino - attraverso prestanomi- alla criminalità organizzata, si dimostra che la volontà di lotta alla mafia proclamata dal Governo non viene nei fatti praticata.

Se la Camera non cancellerà la norma verrà meno il grande valore simbolico della destinazione a fini socialmente utili dei patrimoni mafiosi che ha rappresentato per le comunità segnate dalla presenza mafiosa, il segnale più forte e concreto della riaffermazione della legalità con la restituzione alla collettività di quanto illecitamente era stato ad essa sottratto con l'intimidazione e la violenza.

Magistratura Democratica si impegna a sostenere le iniziative di Libera e di tutte le associazioni che faticosamente operano sul territorio per principi e valori di legalità in terre devastate dalle mafie per impedire questa scelta sciagurata per riaffermare la centralità della destinazione a fini sociali dei beni confiscati alle mafie.

 

 

27 11 2009
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