della segretaria nazionale di Md
Non è bastato il ricorso alla legge ad personam, come in passato: questa
volta l'interesse personale impone addirittura un provvedimento generale,
iniquo, irragionevole e contrario al principio di obbligatorietà
dell'azione penale, che sospende un numero imprecisato di processi in corso
per reati anche molto gravi (uno fra i tanti, quello per i fatti di
Bolzaneto).
La ferita allo stato di diritto è ancora più grave, anzi irreparabile.
Questa volta, gli scopi del provvedimento sono esplicitamente dichiarati
dal capo dell'esecutivo nella lettera al presidente del Senato, con cui
significativamente viene messo nel nulla anche il principio della
separazione tra i poteri: il fine, quello vero, è di sottrarsi ad uno dei
processi intentati contro di lui "per fini di lotta politica" da magistrati,
marchiati ancora una volta per i loro orientamenti ideali e per le opinioni
liberamente espresse, sempre e comunque estranee alle vicende su cui sono
chiamati a giudicare.
La strategia si chiude con l'odierno deposito dell'istanza di ricusazione:
dobbiamo supporre che il presidente Berlusconi fosse stato previamente
avvisato dai suoi avvocati della totale assenza di precedenti decisioni che
possano supportare un eventuale accoglimento di un ricorso tanto pretestuoso
ed immotivato. Per questo ha scelto una via più sicura e diretta, una
paralisi generalizzata e insensata della giustizia penale in cui affogare
anche le sue personali vicende.
I guasti, già gravi, alla credibilità delle istituzioni, oggi attingono
livelli mai visti prima. Chiediamo che si fermi questa vergogna, questo
strappo palese ed ostentato alle regole, che ci ostiniamo a pensare,
dovrebbero valere per tutti.
Torino - Roma, 17.6.2008
La segretaria nazionale
Rita Sanlorenzo