documento 16 febbraio 2007


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MAGISTRATURA DEMOCRATICA

CATANZARO

 

Catanzaro, 16.2.2007.

 

Nell'atmosfera solenne dei momenti che fanno la Storia, nel giorno dei morti dell'anno appena trascorso (certe coincidenze non sono mai casuali), si riuniva a Cosenza il Comitato Distrettuale di Unicost. Immaginiamo che uno dei componenti abbia preso la parola (in quello stesso silenzio che doveva segnare le riunioni del Gabinetto di guerra, presiedute da Winston Churcill), per pronunciare le fatidiche parole: "... Il Comitato ...manifesta la necessità che la guida della Giunta Sezionale torni ad essere guidata (sic!)  dal Gruppo di maggioranza atteso che il momento delicato che attraversa l'intera magistratura (questione ordinamentale, economica, coordinamento con le sottosezioni dell'ANM ...gravi rischi per la sicurezza del Distretto, rapporti tesi tra politica, magistratura e stampa) impone che il turn over voluto tempo addietro per espressa volontà di Unicost venga azionato, ragion per cui i colleghi appartenenti al nostro gruppo si faranno carico di stabilire immediatamente le modalità di subentro nella carica di Presidente e di Segretario. Quanto alle persone fisiche che andranno a ricoprire tali cariche il Comitato esprime la necessità che i colleghi da designare  si facciano carico di una radicale inversione di rotta in considerazione dell'immobilismo in cui versa lo stato dell'associazione nel distretto (neppure la questione economica ha smosso MI ed MD) che deve essere proteso nella direzione della radicata visibilità su tutti e gli otto tribunali del distretto, nella promozione dello strumento principe di ogni democrazia associativa che è quello del momento assembleare, unica e vera sede di manifestazione del pensiero del giudice associato che dal territorio porta il suo contributo al CdC e non, come è accaduto sinora, adagiata nel tentativo di ratificare il suo operato, in un'operazione sterile e spesso addirittura dannosa. E il verbo del distretto di Catanzaro dovrà essere rappresentato nella sede nazionale dal suo Presidente che agli onori dovrà preferire gli oneri che un ruolo così prestigioso comporta. E' tempo di scelte impegnative e coraggiose e questo è il tempo della responsabilità che UNICOST intende assumersi quale forma di estremo rispetto nei confronti dei colleghi che massicciamente hanno inteso scegliere la linea politica di Unità per la Costituzione.

Di fronte al vigore etico che trasuda da tale pronunciamento, non saremo certo noi a cavillare su alcuni dettagli, come il fatto che il documento di UPC che ha condotto alle dimissioni del precedente Presidente distrettuale fosse successivo (11.2.2005) a quello di MD (10.2.2005) e caratterizzato da toni molto più sfumati (noi parlavamo di "comportamento silente" del Presidente dell'ANM, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario e di "silenzioso ostruzionismo" nell'operato della Giunta, loro di una Giunta "sensibile, pronta ed unitaria", limitandosi a sollecitare "l'eventuale revisione delle cariche") e tuttavia non possiamo, timidamente, non sollecitare alcuni chiarimenti.

Certo non sara stata una questione di mero calendario a mobilitare UPC alla pugna. Cioé non può esser certo stato per un eccessiva durata della Giunta Prestinenzi, che era in carica da appena un anno e mezzo, rispetto alle durate geologiche del precedente monopolio Unicost di tale carica. Tanto più che alla scadenza naturale mancavano circa tre mesi. Del resto il documento del giorno dei morti è chiaro, non si tratta di tempi in senso cronologico, ma di tempi in senso storico e dei molti addebiti ricadenti sulle spalle del dimissionato Presidente. Tuttavia, vorremo capir meglio.

Com'é che una Giunta era ritenuta "pronta e sensibile", pur non avendo mai promosso o preparato uno dei molti scioperi fatti negli anni passati, non avendo fatto udire una sola parola di sostegno al Procuratore Generale, quando pronunciava coraggiosi parole in difesa dell'indipendenza della magistratura, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, non avendo mai tenuto riunioni fuori del capoluogo regionale, mentre è tacciata di immobilismo la Giunta Prestinenzi e, neppure velatamente, il suo Presidente di preferire gli onori agli oneri, nonostante, in così poco tempo: si riuniva ben 13 volte (una media di circa una riunione ogni 45 giorni); 6 di tali riunioni si tenevano in sedi decentrate (Lametia Terme, Paola, Vibo Valentia, Crotone e due volte Cosenza), con partecipazione di componenti del Consiglio Giudiziario, che illustravano i criteri di redazione delle tabelle; in tali riunioni discuteva per ben tre volte dei problemi dei rapporti fra politica, stampa e magistratura, una volta insieme a tutti i magistrati di Cosenza; convocava un'ultima riunione, per parlare della questione economica (che tanto mobilita, e giustamente, il Comitato di UPC), in data 27.11.2006, riunione poi non tenutasi perché erano presenti solo il Presidente (MI) ed il Segretario (MD); convocava 3 volte l'assemblea generale (una media di due all'anno, superiore a quella di molti distretti in Italia)?

Ci viene il sospetto che la questione sia d'ordine teologico, si trattava, come testualmente ci dice il Comitato, di "rappresentare il Verbo" (chiaramente un refuso ha fatto saltare la maiuscola nel documento), faccenda, pertanto, riservata ai chierici.

La lettura alternativa sarebbe davvero troppo maliziosa. Qualcuno potrebbe evidenziare lo stridente contrasto fra quanto dichiarato dal segretario del Comitato di UPC in quella fatidica riunione, quando assicurava i presenti che "su tale linea ...ha interessato gli altri componenti in quota Unicost in Giunta (Mingrone, Miele e Commodaro) oggi assenti ...i quali hanno  espressamente e convintamente (sic!) concordato" e quanto avvenuto nella riunione di Giunta del 9.1.2007, quando quegli stessi componenti mettevano a verbale "Sergio Caliò, Domenico Commodaro, Maria Luisa Mingrone e Raffaele Miele precisano e dichiarano concordemente che, quanto al documento di Unicost, erano informati esclusivamente della necessità di riassegnare la carica di presidenza ad un componente di Unicost. Nessuna adesione è mai stata data alle critiche sulla attività svolta durante la presidenza di Domenico Prestinenzi, attività che peraltro, come ha documentato egli stesso, è stata più che complessa ed intensa e non trova pari a quella svolta, quantomeno a memoria, in precedenza". Quello stesso malizioso lettore potrebbe addirittura rilevare che l'attuale Segretario Caliò (al quale facciamo i migliori auguri), che aderiva a tale ultima dichiarazione risultava anche presente alla riunione del giorno dei morti nella quale si formularono le critiche di cui poi si dichiarò non informato.

Per fare piazza pulita di simili eventuali malignità e spazzare ogni sospetto che dietro il nobile gesto vi siano solo una crisi d'astinenza da cariche e l'intento di riappropiarsi della Giunta nell'imminenza della scadenza elettorale, ci permettiamo, sommessamente, di suggerire ad UPC qualche ulteriore parola di chiarimento. 

Il segretario, Emilio Sirianni.

22 09 2007
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