Sezione di Trieste


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Documento congressuale 2007 La Sezione di MD di Trieste, riunita il giorno 30.1.2007, ha inteso portare un suo contributo al dibattito pre-congressuale, segnalando alcuni punti che ritiene meritino particolare attenzione. Il Congresso si celebra in un momento difficile per MD, dovremmo però evitare di affrontarlo con intenti da “resa dei conti”. Non mancherà l’analisi sugli eventi più recenti (la scelta delle candidature per il CSM, l’esito delle elezioni…), ma il dibattito non potrà ridursi a questo, ne uscirebbe uno sterile rito di auto-flagellazione che non servirebbe a orientare e a dare nuovo slancio all’attività della corrente. Il congresso dovrà essere piuttosto il luogo dove elaborare e far crescere nuove idee. Anzitutto, crediamo, nell’orientare l’azione di MD va superata la distinzione – del tutto artificiosa – tra impegno sulle grandi questioni di ordine generale e un’azione più strettamente “sindacale”. La distinzione (come è noto) è stata portata alla ribalta dall’insorgere di una vera e propria “emergenza giustizia”, per l’impoverimento delle risorse economiche, la crescente inefficienza del sistema (anche a causa delle riforme più recenti), ma soprattutto perché i magistrati – fin dall’epoca dell’istituzione della c.d. commissione bicamerale – hanno visto continuamente messo in gioco lo statuto della loro indipendenza e da ultimo, dopo l’entrata in vigore dell’”ordinamento Castelli”, il nuovo governo è giunto persino a metter mano sui loro stipendi. Dunque è comprensibile che l’attenzione per le problematiche più strettamente “sindacali”, negli ultimi tempi (e soprattutto per i più giovani, i quali in concreto godono di meno garanzie) si sia fortemente accentuata. La contrapposizione, però, non ha ragion d’essere, perché – crediamo – non si possano pronunciare parole convincenti sulla realtà mondo giudiziario se non si muove da una visione di insieme e di alto respiro del nostro lavoro, ancorata al ruolo che la Costituzione assegna alla magistratura e a ciascun giudice. Sarà sempre la “cifra culturale” a marcare la differenza fra MD e quei gruppi che costruiscono il loro consenso sulla “tutela delle ragioni individuali” o persino sulla dinamica clientelare. Dunque, ci sentiamo di concludere che MD dovrà continuare a tener dietro a una fertile elaborazione culturale, proprio per evitare che la giusta attenzione sul lavoro dei magistrati si traduca in spinta corporativa; detto in altre parole, perché le “ragioni della magistratura” che vorremo diffondere nel generale dibattito culturale diano voce, piuttosto che ai nostri interessi, alla tutela dei diritti e delle garanzie dei cittadini. Crediamo che, fra le proposte e le idee finora divulgate in vista del Congresso meriti una particolare attenzione quella avanzata dalla sezione veneta, che assai più di altre giunge a concrete indicazioni di metodo. In particolare, riteniamo meriti ampia condivisione l’analisi sulla situazione esistente e sulle cause delle difficoltà che MD ha incontrato nel proporsi ai colleghi più giovani; viceversa, non suscita consensi altrettanto unanimi l’insieme dei rimedi che la sezione veneta propone. In particolare, se vi è qualcuno che ha sottolineato l’originalità della proposta (che avrebbe centrato il nocciolo delle recenti difficoltà della corrente) e crede perciò che una profonda ristrutturazione organizzativa possa rafforzare MD e la sua capacità di attrazione, altri dubitano che debba venire rimessa in gioco persino la struttura della corrente e che non vada invece semplicemente ripensata la prassi operativa. Infine, riteniamo che per l’auspicato rilancio di MD e, soprattutto, il miglioramento del suo appeal verso i giovani colleghi, servano soprattutto due cose. Anzitutto, una rinnovata ed effettiva coerenza fra principi proclamati e prassi (di lavoro, di comportamento negli uffici) effettivamente seguite dai suoi aderenti. Poi, l’elaborazione di nuove forme di intervento nelle singole realtà giudiziarie, quale potrebbe essere – ad esempio – l’istituzione di “osservatori” (con compiti conoscitivi, di studio e proposta) su temi che, a livello locale, vengano ritenuti “sensibili” (ad es., il rispetto delle previsioni tabellari) o su argomenti giurisprudenziali di interesse e attualità (reati in materia di immigrazione, diritto penale del lavoro, etc.): iniziative come queste – crediamo - da un lato permetterebbero a noi di MD di avvicinare meglio le realtà in cui operiamo, dall’altro mostrerebbero ai colleghi (soprattutto a quelli più giovani, che meno direttamente ci conoscono) che l’elaborazione culturale di MD può riuscire concretamente utile al lavoro di tutti i magistrati.

06 02 2007
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