Roma, 14 giugno: Serena Dandini intervista le candidate al Csm


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Mercoledì 14 giugno 2006

Roma, Via Varisco, 1

Sala delle Conferenze della Corte di Appello - ore 16,00

presiede, Silvia Albano
introduce, Rita Sanlorenzo

ne discutiamo con
Rosy Bindi
Maria Luisa Boccia
Maria Rosa Cutrufelli
Cecilia D'Elia
Luigi Ferrajoli
Anna Finocchiaro
Marina Graziosi
Gabriella Luccioli
Ignazio Juan Patrone
Tamar Pitch

introduce e coordina, Maria Grazia Giammarinaro

ore 17,30
Serena Dandini intervista le candidate di magistratura democratica al Csm
Marisa Acagnino - Elisabetta Cesqui - Ezia Maccora - Fiorella Pilato
e il candidato Livio Pepino

introduce e coordina, Antonella Di Florio

Ore 19,00 conclude, Amelia Torrice

Hanno assicurato la loro partecipazione i/le giornalisti/e
Anna Arcuri - Marvin Ceccato - Sandra Fischetti - Claudia Morelli - Alexander Smoltczyk - Milvia Spadi

E' stata invitata Barbara Pollastrini, ministro Diritti e pari opportunità

Al termine chiacchiere e aperitivo

Quattro su cinque candidate/i di magistratura democratica al Csm sono donne.

Questa scelta è una novità assoluta, non solo nell'ambito della magistratura.

Non è una forzatura.
E' invece il riconoscimento di ciò che le donne già rappresentano nella realtà della magistratura italiana: un grande patrimonio di professionalità, equilibrio, innovazione nell'interpretazione e applicazione della legge.
Questa scelta è anche il segnale di una inversione di tendenza, rispetto al deficit di democrazia derivante dalla storica esclusione delle donne dai massimi organi della rappresentanza.
Esclusione che non è smentita da poche lodevoli eccezioni.
In questo senso, la situazione della magistratura rispecchia un pi generale problema democratico, che riguarda tutte le istituzioni rappresentative.
Ciò che ha reso possibile la "svolta" è in primo luogo la rete che si è costituita in md per iniziativa di donne che non sono state nominate da un gruppo dirigente, ma hanno autonomamente scelto di mettersi in comunicazione.
E' nato così un indirizzario e-mail, poi la lista "donne in rete", nella quale si è cominciato a ragionare di autogoverno dal basso.

Il gruppo dirigente ha saputo vedere e raccogliere il senso di questo percorso, con una decisione politica che sancisce la fine dell "invisibilità" delle donne.

Le quote possono essere talvolta necessarie per superare arretratezza culturale e difesa di posizioni di privilegio.
Ma questa decisione politica supera e rende superflua la
quota.
Vogliamo chiedere ad alcune donne, e ad alcuni uomini,
che hanno compiuto pratiche politiche e riflessioni sulla
differenza sessuale, di dirci come vedono la scelta innovativa
di md, e che cosa si aspettano dalla "differenza di
genere al lavoro" nell'autogoverno della magistratura.
C'è da lavorare infatti, sulle questioni che riguardano gli
incarichi direttivi, la carriera e i trasferimenti, la tutela della
maternità, la formazione, la responsabilità disciplinare, i trasferimenti
d'ufficio, ma anche i rapporti tra giurisdizione e
politica, il controllo di legalità sull'economia e la pubblica
amministrazione.
Su vari temi c'è malessere e critica nella magistratura.
Solo un esempio. La metodologia di cooptazione dei simili,
che spesso governa le decisioni relative agli incarichi
direttivi e semidirettivi, discrimina sistematicamente le donne,
ma non solo le donne. Si tratta di un metodo che tiene
fuori dai circuiti decisionali tutte/i coloro che per qualche ragione
non sono omologabili alle leadership esistenti. E' un
problema di rapporti tra le correnti ma non solo. E' anche un
problema di approccio politico-culturale ai temi del potere,
della responsabilità, del merito.
Quale approccio nuovo adottare per garantire insieme
trasparenza, efficienza e corretta valutazione del merito e
delle competenze di ciascuna/o? Chiederemo alle candidate/i di discutere con noi le idee e i progetti per un autogoverno
dal basso.

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Comitato organizzatore
Silvia Albano

Luciana Barreca

Antonella Di Florio

Maria Grazia Giammarinaro

Amelia Torrice

11 06 2006
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