A proposito di sicurezza...


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dell'esecutivo milanese di Md

La sicurezza, soprattutto in tempi di campagne elettorali, è tema particolarmente sensibile, su cui molti, forse troppi, hanno ricette "sicure".
Noi non abbiamo una ricetta, ma, rischiando ancora di essere accusati di fare politica, vorremmo fornire alcuni "ingredienti" per chi deve istituzionalmente affrontare le questioni. I nostri "ingredienti" sono l'esperienza sul campo e la verifica statistica dei fenomeni.
Il documento che vi presentiamo rappresenta il quadro dell'intervento repressivo compiuto nel territorio di Milano dalle forze di polizia e dall'autorità giudiziaria nei confronti della cosiddetta microcriminalità. Abbiamo tratto i dati dai procedimenti per direttissima trattati dai giudici del tribunale di Milano nel mese di novembre 2005.
Si tratta di un periodo particolarmente significativo perch non è condizionato da situazioni particolari ed è abbastanza lungo per essere ritenuto rappresentativo.
La lettura dei dati allegati è eloquente.
Nel circondario di Milano il 40% delle risorse destinate al contrasto della microcriminalità (cioè degli arresti in flagranza di reato di competenza del giudice monocratico) è utilizzato per la repressione del reato di trattenimento illegittimo nel territorio dello Stato degli stranieri espulsi dal Questore (art. 14, comma 5 ter T.U. 286/1998). Questo significa che le forze di polizia che operano nel territorio sono impegnate in prevalenza nell'accertamento e nella repressione di questo reato. Di conseguenza in sede giudiziaria magistrati e personale di cancelleria addetti a questo servizio sono in eguale misura impegnati quotidianamente nella gestione di questo tipo di "delinquenza". Sotto il profilo dell'impegno economico dell'amministrazione vanno aggiunti i costi per il compenso all'interprete (sempre utilizzato in considerazione della mancata conoscenza della lingua italiana da parte di tutti gli imputati) e al difensore d'ufficio (atteso che non capita quasi mai che gli imputati nominino un difensore di fiducia e lo stato di indigenza in cui vivono determina il riconoscimento in loro favore della disciplina sul gratuito patrocinio).
Se le risorse dell'amministrazione statale (quella dell'Interno e della Giustizia) fossero illimitate i dati acquisiti potrebbero indurre solo a contestare la scelta repressiva di criminalizzazione degli stranieri irregolari.
Ma così non è, perch il limite giornaliero di 30 arrestati era stato determinato da Procura della Repubblica di Milano sulla base degli interventi che le forze di polizia eseguivano prima dell'introduzione del reato di trattenimento dello straniero irregolare nel territorio dello Stato. Sembrerebbe, quindi, che per aumentare il numero di arresti giornalieri sarebbe necessario incrementare le risorse di mezzi e uomini.
Ciò significa che o si arresta per furti, rapine e spaccio di droga o si arresta per art. 14, comma 5 ter T.U. 286/1998.
Un riscontro empirico a tale affermazione è stato compiuto alcuni anni fa, quando, dopo la declaratoria di incostituzionalità dell'arresto obbligatorio per art. 14, comma 5 ter, il numero giornaliero di arrestati era invariato, solo che era diventato maggiore quello per i responsabili di furti, rapine o spaccio di droga.
Ci piacerebbe sapere se questo è l'effetto che si intendeva perseguire con la criminalizzazione degli stranieri irregolari.
Molto interessante è poi l'esito del procedimento di convalida: solo in 1 caso su 12 l'arrestato finisce in carcere, il che significa che nella quasi totalità dei casi tutta l'attività finalizzata all'arresto e quella che ne consegue non comporta alcuna misura cautelare restrittiva.
Discorso a parte è quello dell'effettività della pena inflitta. Se finora una minima parte di condannati non beneficia della sospensione condizionale, se si proseguirà con questi ritmi, tra non molto tutti i condannati per il reato di trattenimento dovranno effettivamente scontare la pena.
Ciò significherebbe che le carceri dovranno ospitare in prevalenza "delinquenti" la cui unica pericolosità è quella di essersi trattenuti in Italia senza permesso di soggiorno.
Milano, febbraio 2006
          L'esecutivo milanese

16 03 2006
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