Legge italiana sulla cooperazione giudiziaria


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di Medel

All'atto della ratifica di un accordo di cooperazione con la Svizzera
il Parlamento Italiano ha approvato la legge n. 367/2001 che limita per
la giustizia italiana le possibilità di cooperazione internazionale. Al di là dell'accordo italo-svizzero, le modificazioni introdotte investono
la cooperazione giudiziaria dell'Italia con l'insieme degli Stati membri
della Unione Europea. La legislazione italiana, che tende a rafforzare il formalismo della
cooperazione giudiziaria, va contro l'obbiettivo affermato nel Trattato
di Amsterdam di costruire uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia.
Le nuove disposizioni della legge italiana vanno contro la lettera e
lo spirito delle conclusioni del Consiglio di Tampere secondo cui "I
criminali non devono poter sfruttare le differenze esistenti tra i sistemi
giudiziari degli Stati membri" (Conclusione n. 5), " Si dovrebbe trarre
il massimo vantaggio dalla cooperazione tra le autorità degli Stati membri
nell'ambito delle indagini sulla criminalità transnazionale svolte in
qualsiasi Stato membro" (Conclusione n. 43), " le prove legalmente raccolte
dalle autorità di uno Stato membro dovrebbero essere ammissibili dinanzi
ai tribunali degli altri Stati membri, tenuto conto delle norme ivi applicabili"
(Conclusione n. 36). Accrescendo le difficoltà della cooperazione per la giustizia italiana,
la nuova legge contraddice al principio "no safe haven" e compromettendo
le indagini sul territorio italiano rischiano, come contraccolpo, di favorire
lo sviluppo, a partire dal territorio italiano, di una criminalità che
avrebbe i suoi effetti nell'insieme del territorio dell'Unione e ciò proprio
nel momento in cui la lotta contro il terrorismo esige il rafforzamento
dell'efficacia della cooperazione giudiziaria. La legge approvata dal Parlamento Italiano va contro il principio di
reciproca "fiducia nella struttura e nel funzionamento dei loro sistemi
giudiziari e nella capacità di tutti gli Stati membri di garantire un
equo processo" che è alla base della Convenzione sulla cooperazione giudiziaria
tra gli Stati membri dell'Unione Europea del 29 maggio 2000, proprio nel
momento in cui diviene clamorosamente evidente la necessità di ratificare
questa Convenzione, oltre a quelle del 1975 e 1976 sulla estradizione.

25 03 2003
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