del segretario nazionale Claudio Castelli
L’approvazione della legge Cirami è un giorno triste per le istituzioni,
con l’approvazione di una legge (provvedimento generale ed astratto, come
ci hanno insegnato) sempre pi calibrata sulle esigenze di un singolo
processo. I meccanismi pensati per determinare la sospensione obbligatoria del
processo sono del tutto unici nel nostro ordinamento, in quanto affidati
al provvedimento distributivo di assegnazione da parte del Presidente
della Cassazione ad una o l’altra sezione. In tal modo si arriva alla curiosissima e voluta contraddizione per cui
il processo in corso a Milano potrebbe essere sospeso per la sua stessa
attribuzione, avvenuta mesi fa, alle Sezioni Unite, quando le stesse Sezioni
Unite avevano già ritenuto di non sospenderlo. La conservazione degli atti processuali già compiuti viene in pratica
negata, essendo sufficiente la richiesta di una delle parti per doversi
procedere alla rinnovazione, con un inevitabile allungamento dei tempi
processuali. Una ferita nel nostro sistema che non riguarda solo un singolo processo,
ma l’intero principio di eguaglianza di fronte alle legge e di ragionevole
durata dei processi.