di Md - sezione ligure e massese
Antefatto: sul Secolo XIX dell’11.7.2002 è riportata la notizia che l’avv.
Vitalone ha sottoposto, come motivo di impugnazione nel reclamo presentato contro
il provvedimento del Tribunale, che delibava negativamente una domanda di responsabilità
civile proposta contro magistrati perugini ex lege 117/88, la mancata comunicazione
da parte del collegio giudicante dell’appartenenza o meno di suoi componenti
a Md.
Il reclamo pende attualmente nanti la 1à sez. della Corte d’Appello di Genova.
A seguito di tale notizia, la segreteria regionale di Md ritiene di dover puntualizzare
quanto riportato nell’allegato.
Roberto Braccialini
Md - Sezione ligure Comunicato Stampa
L’articolo di Marcello Zinola "Vitalone come Previti" sul Secolo XIX dell’11
luglio merita alcune precisazioni:
1) Non ci risulta che la ricusazione della dr.essa Di Virgilio sia stata presentata
per ragioni di appartenenza a Md, ma per questioni processuali
derivanti dalla pronuncia di un precedente provvedimento;
2) Bene ha fatto il presidente del tribunale a non comunicare nulla all’avv.
Vitalone sull’eventuale iscrizioni dei componenti del collegio giudicante a
correnti associative : la parte non ha un diritto a conoscere un dato, che non
la abilita a chiedere la ricusazione del magistrato;
3) Si respira un clima di criminalizzazione delle correnti associative della
magistratura, di cui sono espressione i casi Vitalone e Previti ma anche l’intera
vicenda della legge di riforma del Csm, il cui reale obiettivo era eliminare
l’associazionismo dei magistrati. Le prese di posizione dell’Anm negli ultimi
mesi sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, ed il risultato delle recenti
elezioni del Csm (90% dei voti ai candidati espressi dalle correnti), dimostrano
invece la vitalità dell’associazionismo giudiziario e delle sue correnti.
4) i magistrati italiani sono abituatissimi a tenere separato il giudizio sui
fatti, sottoposti al loro giudizio, dalle proprie opinioni politiche personali.
Nella risposta ad un questionario mandato dalla Giunta ligure dell’Anm ad un
liceo genovese, gli studenti hanno detto che è naturale che un magistrato possa
avere proprie opinioni politiche, l’importante è che esse non prevalgano nel
momento in cui si deve applicare la legge: insomma, che l’arbitro non tiri in
porta. E’ stupefacente che ciò che è estremamente chiaro a degli adolescenti,
non sia compreso invece da uomini di legge e delle istituzioni.
5) iniziative come quelle degli avv. Vitalone e Previti forniscono un’idea
ridicola e fuorviante del rapporto tra i magistrati e le loro associazioni,
quasi che i primi fossero degli automi che applicano meccanicamente "istruzioni"
che arrivano da fantomatici "vertici". Siamo persone libere che si associano
per difendere l’indipendenza della magistratura : rispondiamo solo alla legge
ed alle nostre coscienze sulla conduzione o sull’esito di un processo;
6) la strada della ricusazione per supposte "adesioni ideologiche" è un vero
piano inclinato che domani potrebbe innescare pericolose richieste di esclusione
legate al sesso o alla professione di fede religiosa dei magistrati, o pi banalmente
al colore dei capelli. Il solo effetto sicuro e’ la delegittimazione del sistema
giudiziario nel suo complesso, compresi gli avvocati, i cui meriti o demeriti
passerebbero in secondo piano rispetto alle supposte "appartenenze".
7) ha detto Claudio Castelli - segretario nazionale di Md - che a fronte di
vicende di questo tipo, che toccano non solo il giudiziario ma pi inprofondità
la qualità della democrazia, dovrebbe essere la società civile a reagire esprimendo
sconcerto : aspettiamo questo genere di risposte, soprattutto ci interessa sapere
come gli avvocati genovesi e le loro associazioni vivano e giudichino richieste
processuali di questo genere.
Per la Segreteria regionale di Md
Roberto Braccialini