La legge votata dalla maggioranza del Senato stravolge l'assetto della magistratura e compromette ogni possibilità di razionale organizzazione del sistema
giudiziario voluto dalla Costituzione. Sono state clamorosamente eluse e aggirate le specifiche censure di incostituzionalità del Presidente della Repubblica.
Sono state completamente ignorate le critiche mosse dai costituzionalisti e dagli esperti di ordinamento giudiziario.
La maggioranza di governo, rimasta sorda ai rilievi sollevati da sedi tanto autorevoli, mette in crisi lo Stato costituzionale di diritto.
Il 14 luglio i magistrati faranno sentire, con forza e determinazione, la loro protesta per far giungere ai cittadini una voce di allarme, pur nella
speranza che alla Camera componenti della maggioranza sappiano recuperare razionalità e responsabile equilibrio: questa legge, se sarà definitivamente
approvata, condizionerà la indipendenza della magistratura e peggiorerà ulteriormente il funzionamento della giustizia.
Il Ministro Castelli e con lui il sottosegretario Vietti e i saggi La Russa e Gargani forse passeranno alla storia, ma come gli autori di una riforma
incostituzionale, irrazionale e contraria agli interessi dei cittadini ad una giustizia indipendente ed efficiente.