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Appello ai Senatori per l'ordinamento giudiziario

Il Governo ha imposto la fiducia su una "riforma" contro la magistratura che altera profondamente il principio di uguaglianza di fronte alla legge e colpisce diritti fondamentali dei cittadini.

Alle urgenze da tempo sul tappeto volte a garantire la ragionevole durata dei processi e l'imparziale esercizio del controllo di legalità nei confronti di tutti, si risponde non già assicurando al sistema giudiziario i mezzi necessari al suo funzionamento ed al Consiglio superiore della magistratura gli strumenti indispensabili per svolgere meglio i propri compiti istituzionali, quanto invece:

- " sottraendo al Consiglio, in contrasto con l'art. 105 della Costituzione, importanti attribuzioni in tema di formazione professionale e di organizzazione degli uffici giudiziari, e rendendo possibile l'ingerenza del Ministro nelle funzioni ad esso riservate;
- " spostando verso la Corte di cassazione le funzioni di "governo" della magistratura; "
modificando la composizione degli organi consultivi coinvolti nei compiti di amministrazione della giurisdizione, in modo da alterare le caratteristiche costituzionali dell'autogoverno della magistratura e le condizioni del suo funzionamento;
- " riaprendo la strada - in contrasto, tra l'altro, con gli artt. 107 e 112 della Costituzione - a controlli gerarchici ed a interferenze sull'esercizio dell'azione penale;
- " reintroducendo il metodo dei concorsi interni vigente nell'assetto precostituzionale e già allora fortemente criticato perchè aveva dato vita ad un sistema di cooptazione idoneo a garantire docilità e conformismo giurisprudenziale, ma controproducente rispetto all'efficienza del servizio ed incapace di assicurare la selezione meritocratica delle carriere;
- " proponendo un intricato sistema di illeciti disciplinari che, per l'ambigua formulazione delle fattispecie, può favorire indebite pressioni e condizionamenti sull'attività di interpretazione ed applicazione della legge;
- " consentendo, attraverso i poteri disciplinari attribuiti al Ministro, la violazione del segreto investigativo.

Contro ogni ragionevolezza, viene proposto in nome dell'efficienza una "riforma" che non risolve nessuno dei problemi da cui è afflitta la giustizia e che introduce, con una ancor pi plateale violazione del sistema costituzionale, odiosi privilegi a favore dei magistrati distaccati al Ministero su scelta e gradimento del Ministro.

La burocratizzazione della magistratura - sotto il profilo organizzativo e del ridimensionamento del principio dell'esclusiva soggezione alla legge (art. 101, II co. Cost.) - non riguarda soltanto l'ordine giudiziario, ma attiene direttamente ai caratteri costitutivi dello Stato di diritto, in particolare nella sua versione di Stato costituzionale, e della democrazia liberale. Ciò che sta accadendo riguarda tutti i cittadini, nel cui interesse primario la Costituzione ha voluto che i magistrati fossero autonomi e indipendenti.


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