La decisione del Ministro della giustizia di chiedere al Csm un ulteriore approfondimento sulle specifiche attitudini organizzative del nuovo Procuratore della Repubblica di Napoli, pur se ancorata formalmente alla procedura prevista per il concerto, appare chiaramente finalizzata a creare ulteriori ostacoli all'azione del Csm, in perfetta sintonia con tutta l'attività svolta in precedenza dallo stesso Ministro nella vicenda Cordova.

Mai in precedenza erano state avanzate richieste di approfondimenti di questo tipo che, peraltro, giungono all'esito di un complesso procedimento di incompatibilità ambientale, di una defatigante attesa per l'emissione del provvedimento ministeriale recettizio della delibera del Csm, di una proroga del trasferimento per sei mesi mai concessa in passato per casi analoghi.
Invece di dare il massimo impulso all'insediamento del nuovo Procuratore, votato all'unanimità dalla V commissione del Csm da oltre un mese, al fine di riportare la serenità nell'ufficio, così come richiesto con forza dall'Anm e dagli avvocati, il Ministro prosegue nella sua strada, incurante degli effetti dirompenti che determina sulla credibilità dell'azione di una Procura che continua ad essere diretta da un magistrato ritenuto incompatibile con l'ambiente nel lontano settembre 2003.

La vicenda Cordova, con un Procuratore che resta al suo posto unicamente per scelta dell'esecutivo, è l'ennesima prova di come il Ministro non si curi in alcun modo dell'effettività e credibilità dell'azione giudiziaria, e si preoccupi principalmente di erodere i poteri del Csm posti a tutela dell'autonomia ed indipendenza della magistratura, in perfetta linea con l'azione della maggioranza e del Governo in materia di giustizia e di riforma dell'ordinamento giudiziario.
In questo contesto sarà ferma l'azione di Magistratura Democratica diretta a riaffermare, in tutte le sedi, il ruolo del Consiglio ed a contrastare l'azione del Ministro.