Pubblicato su Magistratura Democratica (http://old.magistraturademocratica.it/platform)

Punire nel mucchio per non affrontare il problema della droga

Il disegno di legge che prevede di inasprire la normativa sulle sostanze stupefacenti, da un lato parificando tutte le sostanze e dall'altro perseguendo penalmente gran parte delle ipotesi di consumo personale, impersonifica una linea repressiva tanto feroce, quanto del tutto incapace di fronteggiare adeguatamente il problema della diffusione della droga.
Va rammentato che già l'attuale legge è il frutto di una tale illusione repressiva, prevedendo pene estremamente severe ( dagli otto ai venti anni di reclusione per la detenzione a fini di spaccio di eroina e cocaina) e comunque già sanzionando, sia pure a livello amministrativo, anche il semplice consumo personale.
I risultati di questa stretta repressiva sono sotto gli occhi di tutti: oltre il 25% dei detenuti sono tossicodipendenti e le politiche
proibizioniste seguite hanno mostrato tutta la loro inidoneità per
contrastare efficacemente il traffico e la diffusione delle droghe.
Penalizzare anche il consumo personale, ad esempio il singolo
"spinello", vorrebbe dire criminalizzare comportamenti oggi estremamente diffusi, impegnando le forze di polizia in un'opera di repressione generalizzata tanto velleitaria, quanto dispersiva, ed impedirebbe di concentrare le risorse e l'impegno nel contrasto del grande traffico.
La direzione che va adottata è quindi esattamente contraria a quella preannunciata dal Governo, seguendo le strade della riduzione del danno e del recupero affidato a strutture pubbliche e private, come del resto stanno cominciando a fare le pi moderne esperienze e legislazioni straniere.


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