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Bocciato l'inganno delle spese di viaggio

Esprimiamo il nostro apprezzamento per la bocciatura da parte del
Parlamento dell'emendamento con cui il Governo aveva proposto di
estendere a tutti i magistrati della Corte di cassazione e della Procura generale l'indennità di trasferta, introdotta soltanto un mese fa a copertura delle spese di viaggio e di soggiorno a Roma, sostenute dai magistrati addetti a funzioni di legittimità ed autorizzati a risiedere fuori Roma.

Così estesa, infatti, la qualificazione come indennità di trasferta
avrebbe rappresentato soltanto una denominazione ingannevole: di un emolumento non pi diretto alla copertura di maggiori spese di viaggio e di soggiorno, ma ad elargire un vantaggio economico per il solo fatto di esercitare funzioni di legittimità.

L'indennità in questione, così modificata rispetto alla previsione
originaria, si sarebbe tradotta in un ingiustificato privilegio, volto a
dividere la cassazione dalla magistratura di merito. Essa assumeva
inoltre l'offensiva apparenza di un'offerta di scambio diretta ad
acquisire consensi o desistenze rispetto alla controriforma
dell'ordinamento giudiziario attualmente in discussione in Parlamento,
proprio mentre si lesinano i fondi per il normale funzionamento della
Corte.

Una simile indennità - che sarebbe stato pi appropriato chiamare di
funzione - si sarebbe posta in palese contrasto con il principio
costituzionale della pari dignità di tutte le funzioni giudiziarie che
sta alla base della cultura e della storia dell'Anm e che ha ispirato in questi decenni l'impegno unanime di tutta la magistratura italiana - di merito e di legittimità - verso un assetto della magistratura che ripudiasse il vecchio modello piramidale e gerarchico.

Per questo l'Anm, e la Sezione della cassazione dell'Anm, hanno manifestato la loro contrarietà in occasione dell'analoga misura contenuta nella originaria formulazione del disegno di legge governativo di riforma dell'ordinamento giudiziario.

Noi ancora crediamo alle ragioni che allora la nostra Associazione, e la sua sezione della Cassazione, hanno dichiarato, anche a nostro nome, per respingere l'idea di vantaggi economici accordati per il solo fatto di esercitare funzioni di legittimità, così come ribadiamo le ragioni della rivendicazione di una indennità specificamente, effettivamente ed esclusivamente rivolta a rimborsare le spese di viaggio e di soggiorno sostenute da coloro che esercitano funzioni di legittimità essendo legittimamente autorizzati a risiedere fuori Roma.


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