Gli attacchi alla recente ordinanza del tribunale di Roma sul caso Santoro
hanno superato ogni limite. A fronte delle polemiche strumentali e non
argomentate la risposta pi opportuna ci pare invitare alla lettura
dell'ordinanza in modo che ciascuno possa valutare.
Vale la pena ricordare che tra gli altri, il Ministro Gasparri si è detto
"sconcertato", il leghista Davide Caparini ha parlato di "golpe" della
magistratura, il forzista Sandro Bondi di "verdetto grottesco" e Il Foglio di "abuso di potere".
In alcuni commenti si è accusata addirittura la magistratura di violazione
del principio costituzionale di libertà di impresa e ci si è stupiti che il
tribunale, invece di limitarsi a disporre la reintegrazione, si sia spinto
fino a determinare il tipo di programma che Santoro dovrebbe svolgere,
sostituendosi alla Rai nella determinazione dei palinsesti.
Va precisato che l'ordinanza espressamente prevista dall'art. 669-duodecies
cpc, dove è stabilito che l'attuazione delle misure cautelari aventi ad
oggetto obblighi di fare, come nel caso in esame, avviene sotto il
controllo del giudice che ha emanato il provvedimento cautelare, il quale
"ne determina anche le modalità di attuazione e, ove sorgano difficoltà o
contestazioni, dà con ordinanza i provvedimenti opportuni".
Pubblichiamo nella sezione Qg online l'ordinanza del 3.6.2003 con cui il Tribunale di
Roma, est. Pagliarini, che ha determinato le modalità di attuazione del
provvedimento cautelare di reintegrazione nelle mansioni, emesso in data
9.12.2002.