1. Le elezioni dell'Anm sono state un grande successo per l'associazionismo, ben rappresentato dalla fortissima partecipazione al voto (7359 elettori contro i 6768 delle elezioni del 1999) ed un ottimo risultato come Md Siamo l'unico gruppo tradizionale in costante crescita (1975 voti quest'anno contro i 1858 delle elezioni del 1999 ed i 1728 delle elezioni del Csm del 1998) specie se teniamo conto che sia nel 1998 che nel 1999 avevamo presentato candidati di Impegno per la Legalità. Di grande rilievo sono poi i risultati avuti in alcune sedi particolarmente significative come la Cassazione, Roma e Milano ed il successo personale senza precedenti di Edmondo Bruti Liberati. Tutto va tra l'altro inserito in un quadro politico ormai drammatico e senza precedenti in cui una delle costanti è stato l'attacco alla giurisdizione e l'attacco con nome e cognome a Magistratura Democratica. La tenuta fortissima di Md è stata al riguardo una risposta inequivoca.
2. Il risultato avuto dall'alleanza Md, Movimenti, Art.3 (pur presentatisi separatamente) è eccellente se teniamo conto che nelle elezioni del Csm del 2002 (il cui esito fu per noi straordinario) riportammo nel collegio dei giudicanti (ove avemmo pi voti in assoluto) 3401 voti su 7555 votanti, mentre il risultato odierno è di 3395 voti su 7361 votanti e quindi proporzionalmente ancora migliore. Il risultato premia in particolare Art. 3 per la novità rappresentata, ma anche per una capacità di concretezza e di rapportarsi con facilità con i colleghi, in particolare giovani, di grande interesse. Certo sono anche riscontrabili cedimenti a lusinghe qualunquiste, ma con modalità di gran lunga inferiori a quanto abbiamo assistito in occasione del lancio di qualsiasi nuovo gruppo. Il risultato dei Movimenti in realtà è, almeno a mio parere, inferiore a quanto si poteva aspettare, dato il livello dei candidati presentati (a differenza della lista del 1999): non viene ancora raggiunto il livello che i Movimenti avevano avuto nelle elezioni del 1998 con 1109 voti (oggi 1065) ed il 15 % dei voti (oggi il 14,50 per cento).
3. Il risultato raggiunto conferma e consolida la nostra opinione che il "cartello" promosso nell'estate scorsa, non è stato una semplice scelta tattica contingente, ma una prospettiva strategica. Prospettiva che sosteniamo da anni (come risulta dalla stessa relazione Congressuale del 1993 di Chianciano) e che persegue non un anacronistico correntone o un improponibile bipolarismo, ma una aggregazione intorno a un progetto comune sulla giustizia, rispettoso di interne specificità e differenze culturali e per questo in grado di rispondere anche alle esigenze e richieste di molti colleghi che non amano le "correnti", ma non per questo sono rassegnati alla palude dell'immobilismo. C'è voluto del tempo ma oggi questo "cartello" ha raggiunto il 47% dei consensi nella magistratura associata e 17 componenti (sfiorando i 18) dei 36 membri del comitato direttivo centrale; e ciò ha reso il pluralismo un connotato strutturale di un'Associazione che un tempo considerava Md una sorta di "corpo estraneo". Delle prospettive anche immediate dovremo parlare a lungo (anche per individuare concrete proposte da lanciare agli altri gruppi), ma la realtà del "cartello" come dimensione (seppur certamente non unica) dell'agire politico di Md è un dato acquisito. E il successo del "cartello" è un successo di Md.
4. Ma dall'esperienza della campagna elettorale, pi ancora che dai risultati emergono anche segnali di allarme: la presenza comunque di uno zoccolo di magistrati che non vota, la sensibilità a sirene qualunquiste, la diffusa condanna del sistema delle correnti, la stanchezza di alcuni, l'accusa di scarso interesse per le condizioni di lavoro e per i livelli retributivi. Non solo, ma come qualcuno ha osservato, la crisi endemica esterna ed interna di Unicost rischia di far perdere all'associazionismo il suo attuale centro tolemaico, travolgendo non solo tutti gli elementi deteriori che Unicost ha significato, ma anche quel ruolo fondamentale di collante e di tenuta che Unicost ha positivamente rappresentato in questo periodo. Da ciò deriva con ancora pi urgenza la necessità di valorizzare l'alleanza Md-Movimenti . Art.3 che sola può rappresentare a fronte di fenomeni disgregativi un momento di coesione, di riferimento e di stabilità per l'intero associazionismo. Credo dobbiamo tener conto fino in fondo delle critiche, a volte sbagliate, che vengono avanzate all'associazionismo. Il qualunquismo che esiste in magistratura si alimenta di episodi di lottizzazione e di clientelismo reali (magari pochi, ma che hanno effetti devastanti) e di un formidabile millantato credito in cui si fa credere per motivi di puro potere che tutto dipenda dalla corrente o dal notabile. Dobbiamo essere capaci di denunciare gli uni e di smascherare il millantato credito restituendo ai magistrati la pienezza di consapevolezza dei diritti di cui possono godere. La scarsa attenzione alle condizioni di lavoro degli uffici (dalle situazioni logistiche sino ai carichi di lavoro), e talvolta alle stesse tabelle, è un dato reale cui dobbiamo immediatamente porre rimedio attraverso proposte da articolare come associazione (penso all'idea di un libro bianco sul funzionamento della giustizia), ma anche come Md con la realizzazione di un Osservatorio sugli uffici che si avvalga della collaborazione degli eletti al Csm, degli eletti ai consigli giudiziari. e delle articolazioni locali. Attenzione che deve continuare per giungere ad una soluzione sulla questione economica che vieppi sta diventando un elemento di ricatto e di condizionamento da parte della maggioranza governativa. L'Anm dovrà al riguardo lanciare (una volta concordato l'adeguamento triennale) una forte iniziativa sia per una perequazione che parta dallo stipendio di ingresso dei giovani, sia per una riparametrazione in termini reali dell'adeguamento triennale.
5. Altri messaggi che provengono con evidenza riguardano la partecipazione di donne e giovani. Il problema non è di partecipazione al voto, anzi credo che rispetto alle fasce giovanili il risultato di Md e dell'alleanza in genere sia eccellente: si può trarre che molti uditori e giovani ci abbiano votato a Milano, Bologna, Roma, come abbiano dato il loro sostegno ai Movimenti a Roma e Palermo e ad Art.3 a Napoli. Il problema è diverso, ovvero di non riuscire a garantire adeguata rappresentanza e coinvolgimento nell'attività nazionale per quanto concerne le colleghe e nell'attività associativa in genere per le nuove generazioni. Il numero di donne magistrato elette è scandaloso (appena 4 su 36) e anche i magistrati di tribunale eletti sono pochissimi. Da ciò credo dobbiamo trarre l'inizio per una riflessione profonda perch si tratta di questioni essenziali per la stessa democrazia e per lo stesso futuro dell'associazionismo. Dobbiamo aprire una discussione non solo su eventuali quote elettorali, ma sul modo di coinvolgere e di consentire una partecipazione alle colleghe da un lato e ai giovani dall'altro. Problemi diversi, ma che mettono in discussione gli approcci che abbiamo, probabilmente datati, ed una nostra incapacità di fare i conti non solo con i nuovi mezzi di comunicazione e discussione, ma con il modo stesso di entrare in contatto con generazioni e persone che partono da esperienze e interessi spesso del tutto diverse da quelle cui siamo abituati ed eterogenee. Una risposta oggi è impossibile, ma credo che dobbiamo programmare al pi presto una riflessione specifica su ognuno dei due aspetti e che intanto dobbiamo potenziare e sviluppare al massimo il sito internet e le mailing list (che ormai stanno diventando sempre pi articolate, come circuiti di informazione o di discussioni anche tematiche).
6. Riguardo ad Md, in particolare nelle sedi in cui non abbiamo riportato successi, sono state avanzate osservazioni e critiche davvero preziose: non si comprende da parte di molti la politicità del gruppo e le prese di posizione su temi (apparentemente eccentrici) rispetto alla giurisdizione, si rileva da parte nostra un elitarismo ed una scarsa disponibilità al confronto, si nota un'assenza di attività sui temi concreti dalle tabelle alle giurisprudenze. Critiche che possono apparire ingenerose, ma che dobbiamo cogliere, senza rinunciare alla nostra identità, ma con la consapevolezza che quando non si viene capiti la prima colpa è nostra. Il problema non è di rinunciare ad occuparsi di diritti e quindi di avere non solo il coraggio, ma l'obbligo di parlare anche di pace e guerra, di lavoro e di art. 18, ma di riuscire a spiegare con umiltà e con chiarezza perch è dovere dei giuristi occuparsi di diritti, della loro compressione e del loro stato e che una giustizia senza diritti non può esistere. Atteggiamenti elitari, se esistono vanno abbandonati e superati; anzi credo che se in molte situazioni siamo cresciuti e siamo diventati punto di riferimento di strati ampi di magistrati è proprio per l'esatto contrario, ovvero per la totale disponibilità, capacità di informare, capacità di intervenire che abbiamo dimostrato. Una concezione di Md come di pochi eletti che guardano con diffidenza coloro che si avvicinano, se mai vi è stata e se mai sopravvive, va immediatamente e radicalmente superata. Non solo, ma va rilanciata l'attenzione sulle realtà degli uffici e sulle giurisprudenze, utilizzando anche quello strumento fondamentale nella nostra attività che sarà il sito internet. L'idea dell'osservatorio sugli uffici, di cui prima parlavo, va in questa direzione. Ma va anche sviluppato, puntando su terreni specifici di grande interesse e tradizione, un osservatorio delle giurisprudenze. L'idea, ammesso che troviamo le risorse per realizzarlo sarebbe di condurlo su quattro temi: immigrazione, bioetica, sicurezza ed igiene del lavoro e ambiente.
7. Abbiamo adesso davanti tre anni senza elezioni. Deve essere l'occasione per rilanciare da subito la nostra iniziativa culturale ed il nostro intervento concreto ufficio per ufficio. La nostra forza deve risiedere anzitutto in come lavoriamo, in come ci presentiamo quotidianamente ai colleghi, nella coerenza nelle attività quotidiane e nelle iniziative di Md nelle diverse sedi, nei consigli giudiziari, nel Csm. Può essere difficile, specie in una situazione che spinge all'unanimismo come l'attuale, ma il nostro sforzo deve andare in questa direzione.