Non può essere in alcun modo sottovalutata la gravità delle dichiarazioni rese dal Ministro della Giustizia ieri al plenum del Csm. Abbiamo appreso che secondo il Ministro il problema prioritario è quello di risolvere “il rapporto conflittuale tra magistratura e politica” ed “è inutile iniettare nuove risorse in un sistema che le spreca perch è inefficiente”.
Sono affermazioni incredibili e che evidenziano come il Ministro trascuri che secondo l’art.110 della Costituzione a lui e non ad altri spettano “l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”. La realtà è una gestione del quotidiano della giustizia che, grazie alle scelte governative, è sempre pi ansimante, con il taglio delle risorse e l’abbandono di qualsiasi idea concreta di rinnovamento.
Sono i fatti a parlare: taglio dei fondi destinati alla giustizia del 10 %, assunzioni del personale amministrativo bloccate, aumento di organico dei 1000 magistrati rimandato, progetti di innovazione (informatizzazione, processo telematico, indicatori di efficienza degli uffici) fermi.
Questo mentre gli aumenti, pur sempre insufficienti, avuti nelle ultime finanziarie ed una serie di riforme e progetti mirati avevano prodotto a livello settoriale buoni risultati, con una diminuzione dei tempi processuali ed una riduzione dell’arretrato.
La prospettiva ora diviene drammatica: a breve cresceranno le scoperture di organico sia tra i magistrati, sia ancor di pi tra il personale amministrativo ( già oggi nella sola Organizzazione Giudiziaria vi sono 6520 unità in meno e vi sono uffici con carenze che toccano picchi del 30 %). Il che si tradurrà nella concreta impossibilità di celebrare i processi.
Occorre che i cittadini sappiano che il governo sta avviando la giustizia verso una prospettiva di inesorabile degrado.