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La denuncia dei giudici del Tribunale civile di Napoli

Al Signor Presidente della Corte d'Appello di Napoli
Al Signor Presidente del Tribunale di Napoli
I sottoscritti, magistrati in servizio presso il Tribunale civile di
Napoli, nell'imminenza dell'inizio del periodo feriale, ritengono
doveroso segnalare e denunciare nuovamente lo stato di
assoluto degrado e di indecente carenza di servizi minimi in cui
la loro attività si è andata svolgendo soprattutto negli ultimi
mesi.
In occasione dell'inaugurazione del corrente anno giudiziario, la locale sezione dell'Associazione Nazionale Magistrati redasse una sorta di libro bianco, che illustrava - corredandola con fotografie - la situazione di fatiscenza dei locali del Tribunale civile, di carenza dei servizi igienici, di gravissime anomalie degli impianti elettrici e tecnologici, ed in sostanza di abbandono generalizzato in cui la struttura di Castelcapuano si trova.
Nulla è cambiato a seguito di quella denuncia.
Si deve registrare ancora - a distanza ormai di quasi un anno dall'incendio che distrusse il centralino - l'inverosimile non funzionamento dei telefoni nelle stanze dei giudici e di quasi tutte le cancellerie, che ostacola persino i pi elementari rapporti tra Giudici e Cancellerie stesse; durante la stagione invernale, in alcuni momenti piuttosto rigida, i fatiscenti ambienti in cui molti giudici e molte cancellerie sono costretti ad operare, quasi tutti privi di un impianto di riscaldamento, sono stati riscaldati in modo approssimativo attraverso stufette elettriche, che a causa dell'elevato assorbimento di energia hanno determinato con avvilente frequenza un sovraccarico per l'impianto elettrico, con conseguenti continue interruzioni dei flussi di energia (con immaginabili conseguenze per quanti in quei momenti operavano al computer); in questo caldissimo avvio di estate, poi, la mancanza di condizionatori in quasi tutte le aule e nella stragrande maggioranza delle cancellerie ha reso davvero improba l'attività lavorativa, anche per gli avvocati, ed avvilenti le condizioni in cui parti, testimoni e consulenti sono stati "ricevuti".
Permangono, poi, sempre irrisolti i nodi consueti: servizi igienici fatiscenti, ascensori poco e male funzionanti, degrado complessivo dei locali e degli arredi, e tutto quanto appare evidente a chiunque visiti i "prestigiosi" locali di Castelcapuano.
Sino ad ora i sottoscritti hanno, con senso di responsabilità ed a costo di sacrifici personali, al pari del personale tutto, assicurato il regolare funzionamento delle attività (quando non interrotte dagli insopportabili "allarmi bomba", tanto pi "efficaci" in quanto calati in un contesto in cui la parola "sicurezza" è del tutto sconosciuta); ma non può pensarsi che, permanendo le attuali carenze, si possa contare solo sul senso di sacrificio dei singoli per il funzionamento di un settore vitale per la società intera, quale la giustizia civile.
I sottoscritti denunciano, pertanto, con forza la necessità che i prossimi mesi di sospensione dell'ordinaria attività lavorativa vengano utilizzati al meglio per porre rimedio alle situazioni pi gravi, per studiare - anche con gli altri organi competenti - le soluzioni pi adeguate a breve ed a medio termine e per risolvere con la necessaria trasparenza il nodo complessivo della definitiva sistemazione degli uffici giudiziari civili, in vista dell'imminente (si spera) consegna della Torre A del Nuovo Palazzo di Giustizia.
Luglio 2003


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