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Intervento di Cosimo Arnone - CGIL Funzione Pubblica

Partirei da una "questione di quadro" : la pubblicizzazione del rapporto del lavoro comporta ingessatura della flessibilità, ed è questo che al momento blocca la riqualificazione del Comparto giustizia (unico comparto bloccato nel pubblico impiego), il che ovviamente demotiva il personale. Una seconda questione centrale riguarda l'adeguatezza delle risorse : mancano 7000 dipendenti amministrativi su 50 mila e ciò si ribalta sul servizio, e se non ci sono queste risorse, ragionare sull'organizzazione diventa pura accademia.

Da notare che lo strumento contrattuale ha dato buoni frutti per l'efficienza del servizio : il precedente contratto integrativo ha moltiplicato l'efficienza di certi settori a costo zero ma ostacoli vari sono venuti da alcuni capi degli uffici. Oggi, la trattativa sul fondo unico per le risorse è in ritardo, l'8 di luglio ci si incontra per discutere le risorse del 2004, questo la dice lunga sulla reale volontà politica di migliorare il servizio. Sono d'accordo con la INTRAVAIA sull'esigenza di ridefinire il ruolo del capo dell'ufficio : è da manicomio che ci vogliano 4 firme per una richiesta di ferie. Secondo la CGIL, la giustizia deve funzionare in un quadro contrattuale condiviso di missione, e vi è accordo per costruire un ufficio per il processo, ma non capisco certe esitazioni della relazione introduttiva : ricordo che il contratto collettivo 2000 prevedeva 1200 posizioni funzionali di assistente del giudice, che il ministro non vuole inserire nel budget di spesa.

All'interno dell'amministratore è possibile trovare il personale che lavori come "volto amico" verso gli utenti; una seconda fascia di personale va inserito maggiormente nell'attività giurisdizionale facendo le ricerche, preparando una scheda riassuntiva e a richiesta del giudice, cercando i materiali. Non è per niente detto che questa figura professionale sia in contrasto con l'assetto attuale contrattuale, l'ufficio per il processo potrebbe contare su apposite figure professionali che sono già contemplate nel contratto integrativo.

Siamo invece fermamente contrari alla figura contenuta nell'emendamento Caruso, si tratta di un'operazione clientelare che produce precariato e che precarizza i diritti.

E' decisiva, in un'ottica di collaborazione funzionale, la leva della formazione del personale, delle strutture e delle risorse date al personale : ma il rapporto con la magistratura non può essere "questa è casa mia", che invece porta al conflitto.


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