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Noi dichiariamo pace!

Sommario

La forza dei diritti (relazione per il XIV Congresso nazionale di Magistratura democratica-Roma 23-26 gennaio 2003), di Claudio Castelli

Leggi e istituzioni
Il testo unificato Pittelli: prove tecniche di stravolgimento del processo, di Nello Rossi La colpa di toccare un potente (Note a margine di una anomala iniziativa giudiziaria nei confronti del giudice Onorato), di Giuseppe Cascini A proposito di esternazioni dei magistrati e controllo disciplinare, di Filippo Grisolia Sciopero e lavoro autonomo. Le astensioni degli avvocati, di Pietro Curzio

Obiettivo:
Profili attuali del processo penale Dieci spunti di riflessione sulle garanzie nella fase delle indagini (e non solo...), di Giovanni Salvi Riflettendo su riti alternativi e sistema processuale, di Guglielmo Leo Le figure normative del dichiarante: in particolare il testimone assistito, di Raffaello Magi

Prassi e orientamenti Líinquinamento elettromagnetico nella giurisprudenza civile, di Antonello Cosentino La tutela del genitore non affidatario nella elaborazione culturale e nella giurisprudenza, di Isabella Mariani

Magistratura e società
Sicurezza sul lavoro e ruolo del pubblico ministero (Riflettendo sulla crescita degli infortuni sul lavoro a Roma), di Paolo Ferraro

Osservatorio internazionale
La definizione internazionale di terrorismo, di Roberta Barberini Uno sguardo allíesperienza inglese in tema di accelerazione dei procedimenti, di Rosanna Gambini

Giurisprudenza e documenti
Morire di lavoro a Portomarghera. Le ragioni dei giudici (Livio Pepino) Trib. Venezia - 2 novembre 2001 - pres. Salvarani - imp. Cefis e altri Il nuovo falso in bilancio alla prova della giurisprudenza (Stefano Erbani) I. Trib. Milano, sez. 4^ pen. - ord. 29 ottobre 2002 - pres. Magi, imp. DellíUtri + 2 II. Trib. Milano, sez. 2^ pen. - ord. 5 novembre 2002 - pres. Perozziello - imp. Galliani e altri Risarcimento del danno, delitti, circolazione stradale (Giannamaria Zannella) Cass. Sez. Un. civ., 10 aprile 2002 n. 5121, pres. Marvulli, rel. Varrone, Leopardi contro Universo Ass.ni spa La Costituzione, il giudice naturale, la legge Cirami

Editoriale

´Scusate, ma io non voglio fare l'imperatore. Non è il mio mestiere.
Non voglio governare o conquistare nessuno. Mi piacerebbe aiutare tutti, se fosse
possibile: gli ebrei, gli ariani, i neri, i bianchi. Noi tutti dovremmo aiutarci
sempre. Gli esseri umani sono fatti cosi. Vogliamo vivere della felicità
reciproca, non odiarci e disprezzarci. In questo mondo c'è posto per
tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti, la vita può
essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.

L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio,
ci ha condotti a passo d'oca verso l'infelicità e lo spargimento
di sangue. Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stesi.
La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato
in cinici, l'avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e
sentiamo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Senza
queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.

L'aereo e la radio ci hanno avvicinato. La natura stessa di queste invenzioni
reclama la bontà dell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione
dell'umanità. Anche la mia voce raggiunge ora milioni di persone in
ogni parte del mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di
un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A quanti possono udirmi dico: non disperate. L'infelicità che ci ha
colpito è solo un effetto dell'ingordigia umana: l'amarezza di
coloro che temono la via del progresso umano. L'odio degli uomini passerà,
i dittatori moriranno e il potere che hanno strappato al mondo ritornerà
al popolo. E finché gli uomini saranno uomini la libertà non morirà
mai.

Soldati! Non consegnatevi a questi bruti, che vi disprezzano, che vi riducono
in schiavitù, che irrigimentano la nostra vita, che vi dicono quello che
dovete fare, quello che dovete pensare e sentire! Che vi istruiscono, vi trattano
come bestie e si servono di voi come carne da cannone. Non vi consegnate a questa
gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello
e del cuore! Voi non siete macchine! Siete uomini! Voi avete l'amore dell'umanità
nel cuore. Non odiate! Solo chi non è amato odia! Chi non è amato
e chi ha rinnegato la sua condizione umana!

Soldati! Non difendete la schiavitù. Battetevi per la libertà!

Ricordate, nel Vangelo di S. Luca è scritto: Il regno di Dio è
nel cuore dell'uomo, non di un solo uomo o di un gruppo di uomini,
ma di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete il potere di rendere questa vita
libera e bella, di rendere questa vita una grande avventura. E allora, in nome
della democrazia, usiamo questo potere, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo
nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro,
ai vecchi la sicurezza.

Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere: mentivano! Non hanno
mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori liberano se stessi, ma
riducono il popolo in schiavitù. Allora combattiamo per liberare il mondo,
per abbattere le barriere nazionali, per eliminare l'ingordigia, l'odio,
l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la
scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere e la felicità.
Soldati, uniamoci nel nome della democrazia! '

(Charlie Chaplin, Il grande dittatore, 1940, discorso finale del barbiere
ebreo sosia di Hynkel-Hitler)

* * * * *

Questa volta cosa strana per una rivista giuridica, e del tutto nuova per
questa Rivista abbiamo lasciato le parole al Charlie Chaplin del
Grande dittatore (girato nel 1940). Si tratta di parole, da allora, sempre
attuali (tanto che nella prima versione italiana, uscita nel 1961, l'appello
finale ai soldati tedeschi fu censurato perché induceva i militari a disobbedire
agli ordini...), ma oggi, mentre una guerra folle e insensata sta per travolgere
il mondo (spegnendo il diritto internazionale e gli ultimi barlumi dell'Onu),
più attuali che mai. Se ci sarà guerra non sarà in nostro
nome.

dicembre 2002

(l.p.)


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