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Il dott. Nuvoli al Ministero della Giustizia: un incarico del tutto inopportuno

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La recente nomina del dott. Giovanni Paolo Nuvoli, da parte del Ministro della Giustizia, a capo della Direzione generale dei diritti umani ha suscitato forti polemiche.

 

Le passate prese di posizione del dott. Nuvoli, in particolare su una sua particolare propensione a farsi spettatore di esecuzioni capitali di magistrati sulla pubblica piazza, inqualificabili nella forma, mostravano, nella sostanza, una totale indifferenza verso il valore dell'indipendenza della magistratura.
Certo, sono passati dieci anni, ma non risulta che il dott. Nuvoli di oggi, nel replicare alle polemiche, abbia sentito la necessità e avvertito la sensibilità di esprimere il suo attuale pensiero sul valore che in passato così poco aveva mostrato di apprezzare. Eppure, vorremmo sottolinearlo, si tratta di un principio fondamentale per garantire la protezione dei diritti umani in Europa, proprio una delle fondamentali competenze della direzione generale cui egli è da poco preposto. Né, ad illuminarci sul pensiero del dott. Nuvoli in materia di protezione dei diritti umani , ci soccorrono suoi interventi, scritti o dichiarazioni.

 

La nomina di non magistrati al vertice di direzioni generali del Ministero, rimessa alla discrezionalità politica del Ministro, pone problemi particolari quando si tratti di competenze non gestionali, ma che vanno ad interferire con l'attività giudiziaria e l'indipendenza dei magistrati. La direzione generale "del contenzioso e dei diritti umani" ha tra le sue principali competenze quella dei ricorsi dei privati contro le decisioni dei giudici italiani davanti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Al vertice di una tale struttura sarebbe lecito e ragionevole aspettarsi un magistrato di prestigio, o un giurista esperto nella materia.
Il vivissimo sconcerto che la nomina del dott. Nuvoli ha determinato in moltissimi magistrati è pienamente condiviso da Magistratura Democratica.
La scelta del Ministro rientra, ovviamente, nel novero delle sue responsabilità politiche: a queste responsabilità Md non esiterà a richiamarlo, tutte le volte in cui questa scelta risulterà, oltre che palesemente inopportuna, come sin da subito è apparsa, anche contraria all'interesse ed al buon funzionamento della giustizia.

 

L'ANM valuti per parte sua l'opportunità di rappresentare al Ministro il disagio che tale nomina ha sollevato presso i magistrati italiani.

 

Torino, 17.5.2007

Il segretario generale Rita Sanlorenzo


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