Pubblicato su Magistratura Democratica (http://old.magistraturademocratica.it/platform)

SISMI e magistratura

Le notizie giornalistiche già da tempo diffuse a proposito di un'indebita attività del Servizio segreto militare di raccolta di informazioni sull'attività di magistrati italianied europei, hanno trovato nella delibera del CSM non solo una totale conferma, ma alcune importanti precisazioni, insieme con ulteriori rivelazioni davvero inquietanti.

Quindi, il SISMI - e non suoi settori deviati - a partire dal 2001 ha assoggettato a "osservazione" molti magistrati, oltre 200, in particolare appartenenti a Magistratura democratica e Medel, individuati come "portatori di pensieri destabilizzanti" rispetto ai quali non solo si sono solo raccolti e schedati materiali pubblici, ma nei cui confronti si è proceduto ad un capillare monitoraggio delle attività, attraverso l'osservazione diretta, il contatto con fonti riservate, e financo l'accesso a mailing list ad accesso limitato.
Lo scopo era quello di "neutralizzare iniziative politico - giudiziarie, riferite direttamente a esponenti della attuale maggioranza di governo e/o loro familiari", creare "un team di soggetti di riferimento che prendano come missione prioritaria la valutazione e la diagnosi precoce di ogni iniziativa aggressiva e di studiarne misure di neutralizzazione o di deterrenza", fino a svolgere "attività di dissuasione mediante l'adozione di adeguate contromisure in Italia ed all'estero".

I propositi dichiarati hanno poi trovato concrete ricadute in campagne di delegittimazione e di contrasto nei confronti dei magistrati già designati per l'OLAF (Alberto Perduca, Nicola Piacente, Mario Vaudano), ed in campagne di stampa, particolarmente veementi, su alcuni organi di stampa che prospettavano l'esistenza di una congiura ai danni del governo, organizzata a livello europeo da MEDEL.

C'è già molto in questa prima parte di resoconto. C'è un Servizio segreto che al di fuori di ogni propria attribuzione ritiene di dover assoggettare ad osservazione (cioè, spiare) magistrati italiani ed esteri che ha motivo di ritenere "non in linea" con l'orientamento della maggioranza di governo, per neutralizzarne l'azione, attraverso la delegittimazione e l'intimidazione. C'è l'individuazione di un preciso settore della magistratura, composta da giudici e pubblici ministeri "portatori di pensieri destabilizzanti", dunque vissuti come pericolosi ed eversori della maggioranza di governo, da contrastare e combattere. Ma c'è altro. La delibera lo dice chiaramente: "L'opera di intelligence si è talora svolta con la partecipazione o l'ausilio di appartenenti all'ordine giudiziario", in particolare come annota il SISMI una "persona di sicura affidabilità avente medesima estrazione dei soggetti prima indicati come potenzialmente pericolosi e rivestente oggi qualificato incarico di supporto governativo" che ha ritenuto di dover segnalare allarmanti "elementi di pericolosità" in particolare per quel che riguarda la vicenda OLAF.

Dunque le spie hanno le loro talpe, come nella più classica produzione letteraria di genere. Gli obbiettivi vengono segnalati dall'interno, e poi assoggettati ad osservazione, e quindi neutralizzati. Alla deviazione si aggiunge deviazione, si saldano tra di loro, condividono obbiettivi e strategie. Non c'è limite allo scandalo, possiamo dirlo.
Non c'è dubbio, non sarà una vicenda come questa a fermare la magistratura italiana, a limitarne l'azione e l'esercizio indipendente della giurisdizione. Non riuscirà nemmeno a condizionarne la libera partecipazione al dibattito culturale del paese, e il libero scambio di idee, in pubblico o attraverso il ricorso alla corrispondenza informatica.
Quello che chiediamo è ovviamente che si faccia luce sugli ulteriori aspetti ancora oscuri della vicenda, perchè i magistrati e l'opinione pubblica in generale devono sapere quel che ancora c'è da sapere. Ma chiediamo anche che la politica rifletta, oggi, sul vero valore dell'indipendenza dell'ordine giudiziario, e sul significato della sua azione rispetto alla qualità della democrazia del paese.

Rita Sanlorenzo


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