Pubblicato su Magistratura Democratica (http://old.magistraturademocratica.it/platform)

Perch "Lista 1 marzo"?

Magistratura Democratica Movimento per la giustizia I Ghibellini
Perch Lista 1 marzo?
Elezioni per il rinnovo della giunta della sezione napoletana dell'Associazione
Nazionale Magistrati - 18, 19, 20 novembre 2001
Lista 1 Marzo Magistratura Democratica Movimento per la giustizia I Ghibellini
Perch Lista 1 marzo? Il senso di questa lista è proprio nel nome scelto per
partecipare alla competizione elettorale del 18, 19 e 20 novembre 2001. Il 1
marzo 2001 si è tenuta a Napoli un'assemblea dell'ANM che ha segnato un passaggio
fondamentale per la vita del distretto: la sua convocazione voluta da oltre
400 magistrati - fortemente osteggiata dai gruppi dirigenti di Mi e di Unicost
in palese contrasto con i principi di democrazia tipici dell'associazionismo
giudiziario e con le esigenze di chiarezza manifestate da pi parti - non può
cristallizzarsi in un episodio isolato. Già un anno prima, sui temi di difesa
dell'autonomia dei magistrati e degli organi di autogoverno, si era registrata,
in altra assemblea dell'Anm, un'adesione convinta da parte di moltissimi magistrati.
Il risultato dell'assemblea del 1 marzo, in cui sono stati riaffermati i valori
fondamentali dell'indipendenza interna - oltre che esterna- e del ruolo centrale
dell'autogoverno ed è stata ribadita la piena legittimità dell'operato del Consiglio
Giudiziario (postosi a tutela dei principi ora ricordati pur in presenza di
un attacco senza precedenti nella storia del distretto), non ha sortito soltanto
l'effetto, senz'altro dirompente, di portare alla crisi della giunta distrettuale
che oggi siamo chiamati a rinnovare.
La vera novità è stata piuttosto la coesione, non spontaneistica ma ragionata
e profonda, sui valori in cui ciascun magistrato deve - o almeno dovrebbe -
riconoscersi: l'autogoverno come pilastro dell'indipendenza e dell'autonomia
della magistratura, l'attività del Consiglio Giudiziario, intesa come espressione
della concreta indipendenza esterna che si è inverata nel tempo e non è soltanto
astratta regola costituzionale; l'affermazione del valore dell'indipendenza
interna, dell'autonomia di ciascun magistrato e della legittimità del suo dissenso;
la possibilità di superare sbarramenti e ostracismi preconcetti, per giungere
ad un punto di vista collettivo, nell'ambito di un consesso assembleare legittimamente
convocato. La concreta affermazione e realizzazione di tali principi comuni
è stata possibile grazie alla partecipazione massiccia di magistrati appartenenti
a tutte le aree culturali e che hanno saputo esprimere il loro dissenso rispetto
alle dirigenze di Unicost ed Mi, che pretendevano di imporre il silenzio e
di delegittimare in tal modo l'operato del Consiglio Giudiziario e che continuano,
tuttora, ad assumere comportamenti ispirati ad un concetto di magistratura fortemente
burocratizzata, con un ruolo svilente dell'autogoverno.
Il risultato "storico" dell'assemblea del 1 marzo ha rafforzato la convinzione
di proseguire nel percorso comune, anche attraverso la presentazione della lista
1 marzo - Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia e Ghibellini.

Il nome vuole essere dunque una sintesi di quei valori ideali condivisi non
soltanto da coloro che esplicitamente si riconoscono nella lista, ma da tutti
quelli che quotidianamente svolgono le loro funzioni con serietà e nella convinzione
che occorra un'affermazione concreta ed una puntuale applicazione di tali principi,
a differenza di quanti si limitano a sbandierarli, assumendo poi nella pratica
comportamenti opposti.
L'aggregazione di Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia e Ghibellini
si presenta come una novità assoluta nel nostro distretto, ed ha come obbiettivo
primario quello di rivitalizzare l'associazionismo giudiziario. Si profila una
strada in salita, da percorrere nella consapevolezza delle difficoltà e delle
insidie, senza atteggiamenti rinuciatari e sfiduciati, bensì con una assunzione
congiunta di responsabilità che, senza intaccare le identità di ciascuna componente
e senza scalfirne le radici, pone anche qui le basi per un concreto lavoro di
affermazione di valori unanimemente condivisi, e costituenti il cuore della
democrazia associativa.
La comunanza di tali valori e la condivisione circa l'attività futura della
Giunta, ove si alterneranno i candidati di questa lista, è forte e solida. L'esigenza
di trasparenza e di razionalizzazione del servizio giustizia - inteso come servizio
per la collettività e non per i magistrati - sono i cardini di una progettualità
che affonda le sue radici nel passato di Magistratura democratica e del Movimento
per la giustizia e che si è rafforzata con l'esperienza del periodico "Il Ghibellin
Fuggiasco" che, aggregando tanti colleghi, ha dato origine ad un movimento culturale,
formato da pi anime che, tutte, hanno ritenuto indispensabile la formazione
di questa lista che rappresenta una novità assoluta nella storia associativa
del distretto.
In questo quadro vanno inserite alcune proposte, costituenti il fulcro del
lavoro congiunto di Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia e Ghibellini.
1. Il tentativo di svuotamento della giurisdizione deve essere, a nostro avviso,
contrastato con tempestività e chiarezza, senza parole ambigue e tantomeno con
piccoli ma deleteri compromessi. Il ruolo dell'associazionismo giudiziario,
a Napoli come nel resto d'Italia, deve essere quello di dare voce ai disagi
ed alle mille difficoltà che attraversano la giustizia in quest'epoca, riaffermando
nel contempo le necessità, troppo spesso dimenticate, di un'organizzazione efficiente
ma non burocratizzata. A Napoli ed in tutto il distretto, la delicatezza e la
complessità dei processi in corso è sotto gli occhi di tutti. E' perciò necessaria
la presenza di una Giunta distrettuale che sappia manifestare all'esterno le
necessità ed i problemi dell'attività giurisdizionale, e riesca ad esprimere
in modo diretto l'esigenza di difesa dei valori dell'imparzialità e dell'indipendenza.
Si tratterà non di un lavoro di mera testimonianza, bensì di un'opera di denuncia
e di proposta, senza tralasciare nulla e senza dimenticare gli uffici pi distanti
e sottodimensionati, riconoscendo lo sforzo di tanti magistrati che lavorano
in silenzio ed hanno contribuito ad eliminare un voluminoso arretrato. Il futuro
prossimo esigerà che sia affermata con chiarezza, anche mediante un raccordo
continuo con gli organi nazionali dell'ANM, l'esigenza dell'unità della giurisdizione
ed i pericoli derivanti da una separazione - legislativa o di fatto - delle
carriere. In un momento in cui sembra di vivere un incubo - riforme legislative
che toccano ancora una volta il codice penale ed il processo, che tolgono efficacia
agli strumenti di lotta alla criminalità ed introducono pericolose falle nel
sistema dei diritti e delle garanzie dei cittadini - è doveroso ribadire che
l'unità della giurisdizione è un valore assoluto. La giustizia penale non può
attendere: è necessario uno sguardo d'insieme ed una rinnovata attenzione verso
l'organizzazione degli uffici, anche di quelli apparentemente pi silenziosi,
come la Corte di Appello. Parimenti occorre diffondere all'esterno una cultura
del processo civile che continui a vedere come centrale la figura del giudice,
incentivando iniziative di studio e valutazione dei progetti di legge in ambito
civile (privatizzazione della giustizia, revisione della competenza societaria),
per sollecitare il contributo di tutti coloro che hanno da sempre ragionato
sul processo e possono fare chiarezza circa l'impatto delle possibili riforme.
L'ANM dovrà finalmente occuparsi dello stato comatoso in cui versa il processo
del lavoro, in particolare a Napoli, e verificare con tutti i colleghi quali
le cause interne e quali quelle esterne, intervenendo con forza per fare adottare
a livello locale tutti i correttivi necessari.
2. La Giunta dovrà poi verificare i moduli organizzativi adottati nei diversi
uffici giudiziari del distretto, al fine di tracciare, anche con il contributo
degli organismi forensi, un primo bilancio della riforma del giudice unico.
Senza rincorrere le fatali emergenze di turno, dovranno essere organizzati in
loco incontri con i colleghi dei diversi uffici del distretto, al fine di conoscere
pi a fondo i problemi e di raccogliere tutti i dati utili ad evidenziare le
cause di eventuali disfunzioni o deficit organizzativi, dedicando attenzione
anche alle peculiari problematiche degli uffici requirenti. Tutto ciò consentirà
la diffusione di esempi organizzativi virtuosi, determinando un confronto costruttivo,
e la promozione di una cultura tabellare che è specifico compito dell' ANM,
sulla quale l'impegno di MD, Movimento e Ghibellini è stato ed è costante, anche
nell'ambito del Consiglio Giudiziario, da sempre considerato garante della vita
democratica degli uffici giudiziari, e non mero organo burocratico.
3. Dovranno essere assunte tutte le iniziative dirette a migliorare le condizioni
di lavoro negli Uffici, denunziando le croniche carenze di personale amministrativo
che si continuano a riscontrare nel distretto e la mancata realizzazione dell'Ufficio
del Giudice, già oggi possibile, e non pi procrastinabile dopo l'approvazione
della legge "Pinto". La situazione logistica degli uffici giudiziari del distretto
dovrà essere costantemente monitorata, anche mediante una costante pressione
sugli organi demandati alla gestione delle strutture, nella prospettiva di un
loro progressivo ampliamento e miglioramento, al fine di consentire a tutti
i magistrati di fruire di luoghi di lavoro dignitosi ed adeguati, essendo inaccettabili
le condizioni in cui ancora oggi tanti Uffici continuano ad operare.
4 . La Giunta distrettuale dovrà difendere la dignità dei magistrati dai sempre
pi incalzanti attacchi esterni, attualissimi in alcuni uffici del distretto,
senza sottovalutare il profilo della tutela del magistrato all'interno degli
uffici giudiziari, dove spesso si assiste ad interventi, espressione di un inaccettabile
concetto di "gerarchia", diretti a penalizzare il magistrato che assuma posizioni
critiche o anche solo di non condivisione delle scelte adottate dai dirigenti
degli uffici, per i quali appare improcrastinabile prevedere la temporaneità
degli incarichi. La Giunta dovrà avere poi una specifica attenzione ai temi
della valutazione di professionalità, in modo da renderli effettivi e non frutto
di logiche corporative, ovvero amicali; dovrà stigmatizzare comportamenti opachi,
ispirati da personalismi e non finalizzati alla realizzazione di modelli organizzativi
efficienti, segnalando tutti i casi in cui l'applicazione delle regole è caduta
nel vuoto.
5. Attraverso iniziative di studio e ricerca la Giunta dell' ANM potrà poi
essere la sede da cui far partire un dissenso ragionato e convinto sulla marginalizzazione
della giustizia ordinaria, manifestata innanzitutto attraverso un trattamento
economico sperequato rispetto alla magistratura contabile, amministrativa e
di quella onoraria - di cui non si discute l'apporto alla giurisdizione ma le
inaccettabili distorsioni "locali" circa le modalità di compenso -, che colpisce
in particolare per i magistrati pi giovani, ed appare sintomo di una disaffezione
per la giustizia ordinaria e del costante tentativo di delegittimarne l'operato
ed incrinarne l'indipendenza, incidendo pesantemente sulla dignità e sul significato
del lavoro di ciascuno.
6. La Giunta dovrà interrogarsi criticamente sulla progressiva disaffezione
dei giovani colleghi verso l' ANM, ponendo attenzione alle problematiche degli
uditori giudiziari: analizzando i criteri di preferenza per l'assegnazione delle
sedi nel distretto, seguendo le loro indicazioni e proposte in merito al tirocinio.
Sarà compito dell'ANM favorire l'inserimento degli uditori nelle realtà giudiziarie
del distretto e collaborare per la loro formazione, favorendo dibattiti ed iniziative
organizzate dagli stessi uditori.
7. Dovrà essere ripresa un'attività di confronto con la società civile, da
troppo tempo interrotta, per ripristinare quel circuito di comunicazione e conoscenza
indispensabile per consentire una migliore comprensione dei problemi della giustizia
ai non addetti ai lavori. La Giunta dovrà impegnarsi non in mere iniziative
di tipo celebrativo, bensì per ristabilire un collegamento con la collettività,
promuovendo ad esempio incontri di magistrati con gli studenti negli istituti
del distretto, sino ad ora affidati alla sensibilità di pochi, mediante un programma
di intervento atto a promuovere una cultura della legalità pi che mai necessaria
nel territorio del distretto.
L'auspicio di tutti coloro che sono impegnati nel sostenere la Lista del 1
marzo - Magistratura democratica, Movimento per la giustizia e Ghibellini è
che tutto ciò non rimanga solo un'illusoria aspirazione di inizio millennio,
ma possa invece, grazie alla fiducia ed al consenso che gli elettori accorderanno
ai candidati di questa lista, divenire l'inizio di un nuovo corso.
L'appello a tutti i magistrati del distretto, nella consapevolezza che l'ANM
è patrimonio di tutti, è dunque quello di un partecipato sostegno alla nostra
lista perch si possa finalmente dimostrare, dissolvendo i timori su cui fanno
leva gli avversari del cambiamento, che l'aggregazione sui valori comuni è pi
forte di qualsiasi steccato ideologico.


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2001/11/03/perch-lista-1-marzo