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Comunicato sulla iniziativa disciplinare contro Milano

Alla Giunta Sezionale dell' A.N.M.
A tutti i colleghi

 
Forse ancora non tutti conoscono
l'ultima iniziativa "riservata" del  Presidente del Tribunale, dott.
Cardaci, che il 19 maggio ha scritto al Procuratore Generale presso la Cassazione
per investirlo dell'azione disciplinare a carico di tutti indistintamente i
magistrati che "da circa dieci anni" hanno composto o compongono la
nona sezione civile del Tribunale.
Questa piccola indisciplinata moltitudine
è infatti colpevole di ritenere che gli artt. 706 ss. c.p.c. in tema
di procedimenti per la separazione personale dei coniugi siano stati abrogati
dall' art. 23 della legge n. 74/87. Il Presidente del Tribunale di Milano non
è d'accordo e, da pagina 2 a pagina 5 della sua memoria di parte - partendo
dal rilievo che "compatibilità è l'opposto di incompatibilità"
- dimostra che la tesi avversaria non è "dimostrabile" evocando decisivamente
l'autorità di una relazione a suo tempo redatta, in singolare coincidenza
di opinione, dall'allora Presidente del Tribunale
di Monza !
Di contro ad una tale evidenza,
i giudici della nona sezione avrebbero rinunciato a qualsiasi motivazione "giuridica"
della loro diversa posizione (chi sa mai cosa sarà scritto nella relazione
Fraccon, che viene citata in un suo passaggio di pagina 94) offrendo solo un'impropria
motivazione "collettiva" e "politica": eppure quei giudici "non possono
non sapere" (ahi!) alcune cose fondamentali e, cioè, "non possono
non sapere, in definitiva, che l'abrogazione della legge per compatibilità
tra le nuove disposizioni e le precedenti non esiste." La lineare conclusione di questa perspicua argomentazione è
nella paradossale richiesta finale al Procuratore generale di esercitare
"l'azione disciplinare ovvero di "rendere certa, nei modi ritenuti opportuni"
l'abrogazione delle norme in questione.

Se non è uno scherzo, l'iniziativa è gravissima.
Sembra riportare indietro nei decenni
quando il Capo Ufficio che non condivideva le decisioni dei Pretori evocava
sui dissenzienti i fulmini disciplinari. Sembra configurare un singolare e temibile
modo di concludere i confronti sulle linee di giurisprudenza: all'esito delle
discussioni che i Dirigenti devono favorire e guidare, chi non è d'accordo
con loro, non li convince e non si adegua, rischia l'incolpazione. Sembra, insomma,
violare l'indipendenza interna dei magistrati, anzi,
per dirla chiaramente la nostra stessa libertà intellettuale.
Che in concreto nessuno ovviamente
si faccia intimidire non è un buon motivo per lasciare passare sotto
silenzio l'iniziativa del Presidente Cardaci.E siccome pensiamo che, in prima
- e speriamo - ultima battuta, spetti all'Associazione riflettere sull'accaduto
e prendere posizione, chiediamo alla Giunta milanese dell' A.N.M. di convocare
con urgenza un'assemblea della sezione
.

Milano, 31 maggio 2000
L'esecutivo
 


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