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Plenum 16 marzo 2005 - Progetto comunitario sulll'uguaglianza in magistratura

Progetto_Europeo_uguaglianza


CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL'ASSEMBLEA PLENARIA DEL 16 MARZO 2005

O M I S S I S

Si passa quindi, all'esame della seguente pratica della SESTA
COMMISSIONE, presentata ai sensi dell'articolo 45, terzo comma, del Regolamento
Interno:
- Nota in data 10 gennaio 2005 della Rappresentanza
permanente d'Italia presso l'Unione europea avente ad oggetto: Bando ristretto
VP/2004/019 riguardante "the role of men in the promotion of gendere
equality, in particular the role of men and fathers in the reconciliation of
work and private life".
La Commissione, con tre astensioni, propone al plenum di
approvare la seguente delibera:
«I1 Consiglio Superiore della Magistratura,
visto il Bando ristretto della Direzione generale per
l'Impiego, gli Affari sociali e le Pari opportunità della Commissione Europea
con il quale si invitano i Comitati Pari Opportunità delle Pubbliche
Amministrazioni e gli altri soggetti governativi a presentare proposte per la
realizzazione della decisione del Consiglio 20 dicembre 2000 che ha fissato un
piano d'azione comunitario concernente la strategia comunitaria in materia di
uguaglianza tra le donne e gli uomini;
visto il tema prioritario per l'anno 2005, "il ruolo
degli uomini nella promozione dell'uguaglianza tra le donne e gli uomini, e in
particolare il comportamento degli uomini e dei padri in vista della
conciliazione tra la vita professionale e la vita privata";
rilevato che:

- tale tema, riferito alla funzione del C.P.O. e al contesto
dell'organizzazione giudiziaria, concerne essenzialmente l'organizzazione del
lavoro in un'ottica di genere e la messa in atto di azioni positive per favorire
la conciliazione lavoro-famiglia;
- l'opportunità di una ricerca e della messa in atto di
concrete azioni positive in questo campo è efficacemente messa in luce dai
risultati della ricerca guidata dal Consiglio Superiore della Magistratura
nell'ambito dello piano d'azione comunitario per il 2004, la quale ha fatto
emergere da un lato come una delle criticità nella realizzazione
dell'uguaglianza si rinvenga nella tutela della maternità e nella applicazione
delle circolari sulla flessibilità della prestazione lavorativa nei primi tre
anni di vita della prole (dato confermato da molti quesiti sottoposti al C.P.O.),
dall'altro lato come una delle maggiori difficoltà che la donna magistrato
incontra con riferimento alle varie scelte nel corso della vita professionale
(impegno nella formazione, in incarichi stragiudiziari, aspirazione a posti
semidirettivi e direttivi, impegno a livello istituzionale o associativo) sia
quella della conciliazione tra gli onerosi impegni del lavoro e i pressanti
impegni della famiglia;
- la ricerca compiuta nel corso del 2004 ha consentito la
raccolta di una notevole messe di dati di grande importanza con riferimento al
suddetto tema e questi possono costituire la base per un'ulteriore e pi
specifica elaborazione;
- uno dei gruppi di lavoro tenutosi nell'ambito del seminario
del 13-15 dicembre 2004, che ha concluso la precedente ricerca, ha avuto ad
oggetto proprio il tema della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare
ed ha svolto interessanti rilievi e proposizioni meritevoli di ulteriori
proficui approfondimenti;

ritenuto che:

- la ricerca potrebbe articolarsi in: a) uno studio e
approfondimento dei dati e dei materiali raccolti nell'ambito della ricerca 2004
avendo per riferimento il tema 2005; b) un monitoraggio dello stato di
applicazione delle circolari sulla flessibilità del lavoro; c) una serie di
interviste;
- obbiettivo del lavoro dovrebbero essere: a) la messa a
punto delle proposte emerse nel corso del gruppo di lavoro sopra menzionato; b)
la realizzazione di un seminario formazione-formatori sul c.d. mainstreami ng di
genere e sui modi di promozione di una cultura dell'uguaglianza uomo-donna, cui
far seguire una disseminazione di azioni formative utilizzando la rete della
formazione decentrata;
- sul piano metodologico dovrebbe prevedersi: a) la
costituzione di un gruppo di lavoro composto da magistrati, un/a sociologo/a,
altri esperti e supporti di segreteria; b) l'articolazione del lavoro in
riunioni del gruppo e degli esperti stranieri; c) l'organizzazione di un
seminario formazione formatori (30 italiani + 30 stranieri); d) l'organizzazione
di un seminario finale di sintesi e valutazione (30 italiani e 30 stranieri);
- quali partners potrebbero individuarsi il Ministero della
Giustizia e il Ministero per le Pari Opportunità italiani, il Ministero della
Giustizia francese, il CGPJ spagnolo, il Consiglio Superiore della Magistratura
polacco, il Ministero della Giustizia turco;

Rilevato che la espressa destinazione di parte del
finanziamento comunitario consentirà il ricorso all'apporto di collaboratori
esterni qualificati, così da garantire il contenimento degli oneri operativi e
delle attività a carico delle strutture consiliari;
delibera
di approvare l'allegato progetto (All. n. 30) ed il relativo
preventivo di spesa; delibera altresì
di rimettere alla Segreteria della Sesta Commissione di
operare ogni necessaria integrazione del progetto per l'adeguamento ai parametri
fissati a livello europeo con riferimento alle informazioni richieste nel bando
di gara, entro il termine ultimo del 16 marzo 2005 fissato per la presentazione
del progetto.»
Il relatore, cons. MAMMONE, riferisce sugli approfondimenti
conseguenti alla decisione di rimettere la pratica in Commissione. In
particolare, la delibera, immutata nel testo, è stata arricchita da alcuni
allegati tra cui un piano esecutivo del progetto che consente una proiezione
attuativa ed una migliore valutazione dei tempi e dell'impegno del progetto.
Sono state così singolarmente proposte tutte le operazioni da svolgere per la
conduzione e la conclusione del progetto, verificando soprattutto il tipo di
attività richiesto alla struttura consiliare, dalla Segreteria di Commissione
all'Ufficio Studi, dal Comitato per le Pari Opportunità ai diversi componenti
del Consiglio coinvolti. E stata quindi indicata con grande precisione
l'attività della struttura di supporto che, come da bilancio allegato, dovrebbe
essere attivata per coadiuvare la struttura consiliare.
Riportatosi per i dettagli alla relazione scritta, precisa
che nel corso della discussione in Commissione, sono giunte alcune adesioni dai
partners coinvolti nel progetto: al Ministero della giustizia italiano si sono
quindi aggiunti, anche se ancora solo in via informale, quello francese e quello
turco. I Consigli superiori spagnolo e polacco hanno allo studio la richiesta di
partenariato e le procedure interne di adesione sono già a buon punto. Di
queste ore è invece la risposta negativa - che il consigliere SALVI chiede
venga distribuita - del Ministero delle Pari Opportunità italiano. Allegata
alla delibera è pure una proposta di progetto leggermente diversa da quella
originariamente presentata, nella quale si indica nella dott.ssa FALASCHI,
anzich nella dott.ssa COPPARI, il punto di contatto tra la Comunità Europea e
il Consiglio Superiore della Magistratura. Sono state effettuate poi delle
puntualizzazioni di carattere contabile, nell'ordine di poche centinaia di curo,
per meglio precisare alcuni impegni di spesa per l'organizzazione di attività
collaterali.
In Commissione sono state ribadite le posizioni assunte nel
precedente dibattito circa la fattibilità del progetto: tre componenti hanno
considerato congrue le modalità di espletamento con l'ausilio di una struttura
a latere in grado di consentire un pieno sviluppo del programma senza
particolari aggravi per il Consiglio, mentre altri tre, con l'astensione, hanno
espresso la loro contrarietà in ragione dei notevoli carichi gravanti sul
Consiglio che non consentirebbero di distogliere dall'attività consiliare
risorse da destinare all'esecuzione del progetto. Il dibattito, arricchito
dall'audizione del Segretario Generale, ha però introdotto alcuni elementi
nuovi. In particolare, la dott.ssa FERRANTI, ha precisato che la Segreteria
della Sesta Commissione ha dato segni di sofferenza a causa delle numerose
incombenze e che pertanto sarebbe necessario, ove il Consiglio decidesse di
avviare il progetto, un suo rafforzamento. Ugualmente necessario sarebbe anche,
oltre ad un punto di contatto che svolga la funzione burocratica di referente
immediato per la Commissione europea, individuare uno o pi soggetti, diversi
dalla Segreteria generale - che limiterebbe il proprio intervento ad una
collaborazione tecnico-operativa - investiti di una funzione di direzione
scientifica ed organizzativa. Sempre ad avviso della dott.ssa FERRANTI, andrebbe
chiarito che gli eventuali collaboratori esterni devono svolgere una funzione di
piena collaborazione, senza distinzioni di compiti e mansioni operative.
Da alcuni componenti è stata richiamata l'esigenza di porre
particolare attenzione, stante la sua rilevanza sul piano dell'immagine del
Consiglio Superiore della Magistratura, alla funzione di coordinamento
tecnico-scientifico che comporta l'assunzione di linee di indirizzo, che sino ad
oggi è stata svolta dal Comitato per le Pari Opportunità, ma che ovviamente il
plenum può strutturare in modo differente. Conclude ribadendo la piena
disponibilità ad ogni chiarimento o correzione scaturente dal dibattito.
Il cons. DE NUNZIO ricorda di essersi impegnato in prima
persona - come componente del Comitato Pari Opportunità, delegato e componente
della Sesta Commissione e responsabile del progetto comunitario delle pari
opportunità dello scorso anno - affinch venissero svolte iniziative simili a
quella oggi in discussione. E ribadisce , come già fatto in Commissione, che
sul merito della ricerca ha sempre espresso valutazioni positive. Ma ha anche
avvertito la necessità di accertare se il progetto andava a gravare di carichi
eccessivi di lavoro le strutture consiliari, anche tenendo presente il contenuto
dell'ultima missiva inviata al Consiglio Superiore dal Capo dello Stato.
La proposta odierna, al fine di poter verificare la
praticabilità del progetto e le ricadute sulla struttura organizzativa, è
stata rinviata in Commissione dopo un primo esame da parte del plenum: si è
trattato di un passaggio assolutamente condivisibile poich in tal modo sono
stati affrontati dei problemi assai rilevanti ed è stato ascoltato il parere
del segretario generale del Consiglio Superiore, le cui valutazioni devono
essere doverosamente tenute nel giusto conto.
In occasione di tale audizione è emersa anche la necessità
di riorganizzare tutto il settore delle relazioni internazionali, con eventuali
spostamenti di personale e di risorse. In particolare sono stati espressi, dal
Segretario generale, seri dubbi in merito alle possibilità, al momento attuale,
di portare avanti il progetto in questione: c'è uno stato generalizzato di
sofferenza dell'amministrazione che non può essere sottovalutato.
Il cons. DE NUNZIO conclude quindi il proprio intervento
ricordando di essersi astenuto in sede di Commissione e preannunzia, qualora non
emergano fatti nuovi che tranquillizzino sulla praticabilità del progetto senza
mettere in crisi le strutture amministrative e i magistrati segretari, il
proprio voto contrario alla proposta solo per senso istituzionale.
Il cons. BERLINGUER nota come, pur nella ristrettezza dei
tempi di discussione, siano stati eseguiti numerosi ed accurati approfondimenti.
Del resto, se si vuole accedere ai finanziamenti comunitari, è purtroppo
indispensabile snellire i tempi di elaborazione delle proposte ed eliminare
alcuni passaggi burocratici. La velocità della procedura - è evidente a tutti
- ha provocato qualche malumore, che però è auspicabile possa essere superato
in tempi brevi, allo stesso modo delle varie opposizioni che si sono registrate.
Il progetto oggi in esame prevede sicuramente ricadute
sull'organizzazione interna del Consiglio Superiore ma si sta facendo tutto il
possibile per delegare la maggior parte del lavoro all'esterno, operando d'altra
parte ogni sforzo per organizzare una funzione di monitoraggio e di controllo di
tutte le attività. Dalle audizioni operate nei giorni scorsi si è potuto
evincere che sicuramente il progetto provocherà una qualche forma di impatto
sul lavoro dell'amministrazione, se tutti sapranno operare bene però le
conseguenze saranno molto limitate. Le critiche rivolte da alcuni consiglieri
non possono essere definite pretestuose ma certo, anche alla luce dell'estrema
rilevanza del progetto, si può essere abbastanza sicuri in merito al fatto che
l'impatto sull'operatività del Consiglio Superiore sarà sicuramente
sopportabile. Va poi salutata con favore l'adesione dei Consigli superiori
francese, spagnolo, turco e polacco alla proposta del Consiglio Superiore della
Magistratura, ennesima dimostrazione dell'autorevolezza raggiunta, anche in sede
internazionale, dall'organo di autogoverno, ed appare necessario inoltre
individuare un responsabile politico-scientifico del progetto, che deve essere
per forza di cose un consigliere. A parere del cons. BERLINGUER il cons. DE
NUNZIO potrebbe svolgere perfettamente il ruolo di coordinatore
politico-scientifico, rimanendo di altrui la competenza per il coordinamento
delle attività materiali. In ultimo, è fondamentale che il progetto in
questione abbia un carattere assolutamente e genuinamente pluralista, condizione
indispensabile per evitare che lo stessa vada incontro ad un insuccesso.
Il cons. CIVININI ritiene che la pratica abbia purtroppo un
destino ormai segnato, nonostante il progetto in questione, deliberato nel
gennaio di questo anno dalla Commissione pari opportunità all'unanimità (pur
in assenza del cons. DE NUNZIO), rivesta una notevole importanza. La proposta
consiste in un tentativo di analisi della nuova composizione della magistratura
- che in un futuro non troppo lontano vedrà l'elemento femminile prevalere,
numericamente, su quello maschile - e delle problematiche relative ai temi delle
pari opportunità, attraverso lo studio dei dati statistici raccolti nel corso
degli ultimi mesi e la valutazione delle problematiche relative al rapporto fra
ambito familiare ed ambito lavorativo.
Le argomentazioni adoperate contro il progetto sembrano
essere pi delle scuse che dei ragionamenti di merito ben delineati. Inoltre
quanto al peso sulla struttura organizzativa, la proposta prevede già la
risposta ai dubbi sollevati da molti, immaginando tutta una serie di supporti
tecnici atti ad evitare un carico di lavoro eccessivo per le strutture
amministrative consiliari.
In molti, sempre a proposito di questa questione, hanno poi
manifestato perplessità in merito all'impossibilità per il magistrato
segretario di seguire il lavoro relativo al progetto. Si tratta però di un
falso problema, poich il compito del magistrato segretario si limita alla
realizzazione di una serie di controlli e monitoraggi. Per quanto concerne
infine l'assunzione di responsabilità, occorre semplicemente prendere posizione
ed esplicitare se il Consiglio Superiore sia o meno interessato a queste
tematiche: rinunciare al progetto significa rinunciare a 210.000 curo, declinare
ogni possibilità di indagare temi importantissimi e perdere la faccia di fronte
alla Commissione europea e ai partners internazionali. Se il tema non viene
ritenuto interessante allora sarebbe bene revocare anche il mandato ai membri
della Commissione pari opportunità per discutere questi problemi in sede
comunitaria.
Il PRESIDENTE dà lettura della lettera inviata dal Ministro
per le pari opportunità con la quale lo stesso annuncia di non poter accettare
l'invito del Consiglio Superiore, dal momento che il Ministero sta già
lavorando ad un'iniziativa simile. Il Ministro guarda comunque con favore al
progetto del Consiglio Superiore ed annuncia la propria disponibilità a
collaborare su questi temi in futuro.
Il cons. FICI si duole che il cons. CIVININI abbia parlato di
scuse e di scarsa attenzione nei confronti del progetto. Le difficoltà
sfortunatamente sono oggettive, la Sesta Commissione dovrà occuparsi nei mesi a
venire della riforma dell'ordinamento giudiziario
e delle relazioni internazionali, la Quinta Commissione sta
scontando grossi problemi organizzativi, si notano difficoltà in merito ai
procedimenti disciplinari. Il prossimo anno poi entrerà a regime il
pensionamento dei giudici che raggiungeranno i 75 anni di età, dovrà essere
trovata la sede per 380 uditori giudiziari, insomma dovranno essere licenziate
tutta una serie di pratiche molto rilevanti che impegneranno le Commissioni nel
corso dei prossimi mesi. Purtroppo questo è il contesto in cui ci si muove ed
all'interno del quale è necessario operare delle scelte. Il tema delle pari
opportunità e sicuramente centrale ma può essere affrontato anche all'interno
della normale attività del Consiglio Superiore, in riferimento alle singole
pratiche che vengono di volta in volta discusse.
Il cons. MARINI intende chiarire due aspetti posti
all'attenzione generale dal cons. MAROTTA nel corso della scorsa seduta di
plenum, relativi alla presunta superficialità ed alla poca chiarezza imputabili
alla proposta. Si tratta di accuse assolutamente ingiuste, che per altro non
tengono neanche conto del fatto che la vecchia proposta era identica alla nuova.
Il cons. MAROTTA riteneva inoltre inopportuno rimettere alla segreteria della
Sesta Commissione le necessarie integrazioni alla proposta ma si tratta anche in
questo caso di una formula pi volte utilizzata in passato, senza che nessuno
avesse mostrato scandalo. Il dibattito porta alla luce una mancanza di chiarezza
in merito alle relazioni fra i vari organismi che fanno parte del Consiglio
Superiore: esiste una dialettica tra Commissioni, Comitati e plenum che non
spoglia certo questo ultimo delle sue inalienabili prerogative. I problemi posti
in merito alla sostenibilità pratica del progetto sono certamente seri, è pur
vero però che sono stati operati chiarimenti pi che esaustivi in merito alle
varie opzioni utilizzate per risolvere i problemi: la realtà odierna non è
quella di una settimana fa e non risponde a verità dire che in sede di
Commissione non siano stati operati chiarimenti.
In conclusione, a venire alla luce sono le scelte di fondo di
ciascun consigliere: se non si ritiene l'argomento pari opportunità centrale
per la vita del Consiglio Superiore allora è chiaro che il progetto non verrà
approvato, se invece si dà il giusto peso ad una proposta che vede impegnati
grossi finanziamenti comunitari e che probabilmente costituisce un'opportunità
unica, allora si potrà votare a favore.
Il cons. AGHINA riteneva difficile, ad una prima lettura del
bando, che la magistratura italiana potesse interessarsi ai problemi relativi al
ruolo dell'uomo nella promozione dell'eguaglianza di genere; successivamente,
leggendo la proposta nella sua interezza, ha potuto ricredersi. Al momento
attuale è lecito domandarsi se non sia possibile per il Consiglio Superiore,
autonomamente, enucleare alcuni temi specifici ed occuparsene al di fuori della
prospettiva comunitaria, anche in considerazione del fatto che non è certo il
finanziamento a rappresentare un problema.
Il cons. BUCCICO ricorda di avere chiesto un approfondimento
in sede di Commissione che c'è stato ed è stato operato in maniera seria ed
adeguata. All'interno del Consiglio Superiore esiste un problema di priorità e
di gerarchie: in considerazione del fatto che il prossimo anno sarà pieno di
lavoro e di attività è indispensabile trovare dei criteri validi a livello
generale. Va poi sottolineato che, qualora la proposta non venisse approvata,
non si perderebbero 210.000 curo - poich questa è una cifra autonoma dal
bilancio consiliare - e vanno rimarcate le pesanti ricadute che il progetto in
discussione farebbe ruinare sulla struttura amministrativa. Questi dubbi sono
stati confermati dallo stesso Segretario generale del Consiglio Superiore della
Magistratura nel corso della sua audizione di fronte alla Commissione, dove ha
rappresentato la situazione in termini assolutamente realistici ed ha
sottolineato come la struttura amministrativa sia già adesso in sofferenza e
come, in caso di approvazione del progetto, sarebbe stata vitale la presenza di
una persona da affiancare al magistrato segretario. E' doveroso concludere
questa consiliatura operando in modo tale da portare a compimento gli obiettivi
primari, come sono ad esempio la risposta da fornire al Capo dello Stato o
l'emergenza in merito ai procedimenti disciplinari: per tutte queste ragioni il
cons. BUCCICO annuncia il proprio voto contrario.
Il cons. SALVI nota come il dibattito riprenda la discussione
della settimana scorsa e conferma come purtroppo, in casi del genere, nessuno
abbia il coraggio di dire chiaramente che ritiene la questione di scarsa
rilevanza, adducendo invece problematiche relative alla carenza di risorse umane
e materiali. Si stupisce quindi che il cons. BUCCICO affermi che non si perdono
i 210.000 curo stanziati dalla Commissione europea rinunciando al progetto
poich così non è: prendere a pretesto le necessità del Consiglio Superiore
è facile, per non dire demagogico, ma non rappresenta certo, in questo caso, il
problema. La questione è semplicemente relativa alla maniera con cui ci si
vuole coordinare con le istituzioni comunitarie ed alla possibilità, per le
istituzioni consiliari, di sopportare il carico di lavoro causato dai progetti
internazionali.
Il dibattito attualmente è nobilitato dall'attenzione verso
le esigenze dell'organizzazione ma era partito in maniera completamente diversa:
occorre dunque valutare le relazioni esistenti fra le necessità del Consiglio
Superiore e la rilevanza del progetto, anche alla luce della presenza di un
finanziamento comunitario di ben 210.000 curo. Purtroppo il plenum sembra che
stia decidendo di non farsi finanziare un progetto e di non svolgere
un'attività che invece non può in nessun modo essere considerata estranea
all'operato del Consiglio Superiore.
Il cons. MENDITTO ricorda come qualcuno, poco tempo addietro,
suggerisse che il Consiglio Superiore dovesse comportarsi quasi come un
consiglio di amministrazione: questa del resto sembra essere la realtà odierna
mentre invece il Consiglio Superiore dovrebbe comportarsi come un organo
costituzionale, quale in effetti è. Purtroppo la sintesi del dibattito odierno
consiste nel probabile rifiuto che il plenum opporrà al finanziamento di un
importante progetto sulle pari opportunità ritenendo quindi, di conseguenza, lo
stesso un tema ampiamente marginale per quanto riguarda le attività consiliari.
Il cons. SPANGHER ricorda come la Sesta Commissione abbia
prima semplicemente portato la proposta in plenum, non operando alcun tipo di
attività istruttoria, quindi in sede di secondo esame della pratica abbia
ragionato a lungo dell'argomento, in particolare seguendo le suggestioni
elencate poco fa dal cons. FICI.
Il cons. DI FEDERICO preannunzia il proprio voto contrario e
ne vuol fornire le motivazioni. Non è certamente contrario a che il Consiglio
Superiore della Magistratura investa risorse umane e finanziarie in attività di
ricerca. Ricorda che in un passato ormai lontano è stato tra coloro che per
primi hanno promosso tali attività in seno al Consiglio Superiore della
Magistratura. A riguardo invita a leggere il verbale del Consiglio Superiore
della Magistratura del 5 dicembre 1967. Ricorda inoltre di aver lui stesso
svolto attività di ricerca su incarico del Consiglio Superiore della
Magistratura negli anni 1968-70. Queste ricerche trovavano allora, e dovrebbero
ancor oggi trovare la loro unica giustificazione nel fatto di essere utili e
necessarie al Consiglio Superiore della Magistratura per le attività e
decisioni che deve assumere nell'assolvimento dei suoi compiti istituzionali.
Che altrimenti diverrebbe un centro di ricerca svolgendo compiti che non gli
sono propri e per i quali non ha neppure le necessarie competenze professionali.
La ricerca che oggi viene proposta deve essere bocciata perchè non è in alcun
modo collegabile ai compiti istituzionali del Consiglio Superiore della
Magistratura n in alcun modo funzionale o anche minimamente rilevante per le
decisioni che il Consiglio Superiore della Magistratura deve assumere con
riferimento alle donne magistrato. Le ragioni della bocciatura nulla hanno
quindi a che fare con una supposta contrarietà a promuovere la piena e
paritaria presenza delle donne a tutti i livelli della giurisdizione ed in tutte
le funzioni direttive. Afferma che molte cose si possono rimproverare al
Consiglio Superiore della Magistratura ma certo non quella di aver assunto
decisioni di natura discriminatoria nei confronti delle donne. Gli riuscirebbe
difficile anche se lo volesse, visto che ormai da oltre 35 anni tutti i
magistrati, uomini e donne, vengono promossi automaticamente fino ai vertici
della carriera esclusivamente in base all'anzianità di servizio. Afferma quindi
che le risorse umane e materiali che si vorrebbero ingiustificatamente destinare
alla ricerca internazionale sulle donne magistrato si potrebbero destinare ad
altre ricerche che, invece, sarebbero necessarie a promuovere una maggiore
efficienza del Consiglio Superiore della Magistratura. Ricorda che il PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA si è pubblicamente lamentato dei ritardi del Consiglio
Superiore della Magistratura nel deliberare in materia di incarichi direttivi e
trasferimenti. Afferma che non si tratta dei soli ritardi, che invece sono
presenti ed egualmente gravi in quasi tutte le attività del Consiglio Superiore
della Magistratura. Si domanda quindi se invece di sprecare risorse umani e
materiali in ricerche comparate sulla condizione delle donne in magistratura non
sarebbe pi opportuno investirle per accertare le cause dei ritardi nelle
attività del Consiglio Superiore della Magistratura. Dice di fare questa
proposta pur sapendo che non avrà seguito in quanto una ricerca di quel genere
dimostrerebbe quanto sia farraginoso il sistema di autogoverno a tutti i livelli
e quanto esso pesi sull'inefficienza del Consiglio Superiore della Magistratura
e degli stessi uffici giudiziari. Aggiunge inoltre che la ricerca condotta sulle
donne magistrato l'anno scorso non solo ha dimostrato forti lacune quanto alla
metodologia utilizzata ma è stata anche gestita senza trasparenza. A riguardo
ricorda di aver chiesto che gli fossero consegnati i dati raccolti per
elaborarli con un differente programma informatico ed ha ricevuto un diniego
perchè si sarebbe trattato di "dati proprietari". Ricorda infine che
in nessun modo lui può essere accusato di boicottare la ricerca in discussione
per tendenze misogine. Segnala a riguardo che è stato proprio lui a svolgere la
prima ricerca sulle donne magistrato in Italia, ricerca nella quale ha, tra
l'altro, evidenziato quanto fossero ridicole le motivazioni di coloro che fino
al 1963 erano riusciti ad impedire il loro ingresso in magistratura.
Il cons. VENTURA SARNO rileva che gli argomenti di allarme
che erano stati esposti nella precedente seduta non sono stati dissipati,
malgrado la pratica sia tornata in Commissione. In un contesto di asserite e
sottolineate difficoltà della struttura, un progetto del genere dovrebbe
riscuotere ampi consensi, ma è prevedibile che nella votazione finale ciò non
accada. Ne prende atto con molta amarezza e in quest'ottica si accinge a
esprimere il suo voto.
Si passa alle repliche.
Proprio perch il cons. AGHINA si è soffermato sulla
validità e sull'importanza degli obiettivi concreti, fattuali e operativi che
il progetto s propone, il cons. CIVININI pensa con molta amarezza
all'eventualità che la proposta non sia accolta e che il Consiglio Superiore
non possa avere anche un supporto esterno per raggiungere quegli obiettivi. Dal
progetto si evince che i finanziamenti riguardano la copertura di azioni poste
in essere da soggetti italiani e non vede come certi risultati possano essere
conseguiti senza gli apporti esterni. Questo in ogni caso farebbe perdere il
contributo importante che può venire da soggetti stranieri, perch confrontare
le soluzioni date al problema da altri paesi europei, come la Francia alla
Spagna, farebbe certamente elevare il livello di tutti.
Si augura che le osservazioni formulate dal cons. DI FEDERICO
e il voto contrario che si accinge a dare alla proposta non dipendano dal fatto
che i dati acquisiti attraverso la precedente ricerca non sono stati messi a
disposizione dell'istituto, di cui egli è presidente. In realtà si tratta di
dati di proprietà della Commissione europea, che possono essere utilizzati
soltanto dal Consiglio Superiore della Magistratura. In ogni caso non è
possibile confrontare in termini di progetti e di esperienze un piccolo istituto
come quello presieduto dal cons. DI FEDERICO e il Consiglio Superiore della
Magistratura. Quest'ultimo è stato indicato dalle commissioni AGIS e GAI come
l'unico soggetto di riferimento in Italia per la quantità e qualità dei
progetti realizzati. La straordinarietà della situazione e il monito del Capo
dello Stato non possono essere addotti a sostegno della reiezione della
proposta, perch se in alcune commissioni l'esame di alcune pratiche richiede
tempi lunghi questo non dipende certamente dall'impegno della struttura di
segreteria, ma dalla natura delle pratiche.
Il cons. DE NUNZIO è rimasto colpito poich la
rappresentazione dei problemi che ha fatto è stata considerata alla stregua di
una "scusa" e le argomentazioni addotte come strumentali. Il suo
atteggiamento e quello dei colleghi è stato invece improntato a grande
coerenza: è sufficiente rileggere quanto affermato nella precedente seduta,
nella quale fu portata la proposta preparatoria, in cui avevano posto
interrogativi sulle possibili ricadute e sui rischi che la proposta comporta,
alla luce del quadro difficile indicato dalla lettera del Capo dello Stato. Egli
in particolare aveva affermato che si poteva approvare il progetto in astratto,
giacchè avrebbe dovuto essere meglio approfondito il tema dell'organizzazione
della ricerca e dell'impegno consiliare. Questo passaggio è avvenuto. E solo
per sensibilità istituzionale, alla luce delle carenti risorse disponibili e
della preminente esigenza di affrontare il lavoro ordinario con una struttura
che incontra difficoltà concrete e oggettive da questo punto di vista, ritiene
che non si possa dare corso al progetto.
Il cons. MARINI rileva che secondo quanto previsto in
particolare nelle pagine 8,9,15 e 19 del progetto in allegato, le ricerche
dovrebbero essere effettuate da esperti esterni con il coordinamento del
Consiglio Superiore. Questo consentirebbe di far crescere anche le
professionalità statistiche interne. I colleghi che hanno sollevato problemi di
compatibilità non hanno fornito indicazioni operative circa possibili soluzioni
alternative. In questo modo non è possibile avere spazi di interlocuzione e
questo rappresenta un limite del dibattito che si è svolto, perch sarebbe
stato certamente possibile modificare il progetto in senso propositivo.
Il cons. BERLINGUER, dopo il dibattito che si è svolto, è
ancora pi convinto della necessità di approvare il progetto. E' lieto del
fatto che i toni del dibattito si siano alquanto stemperati e che si è andati
alla verifica delle diverse opinioni sulla base di un ragionamento e non di una
contrapposizione, anche se qualche animosità ogni tanto riaffiora. Auspica che,
qualora la proposta non dovesse essere approvata, sia accolto il suggerimento
del cons. AGHINA, nel senso che il problema delle ricadute organizzative
conseguenti all'ingresso di numerose donne nei ruoli della magistratura e della
necessità di conciliare l'attività che esse svolgono con la vita familiare non
sia accantonato. Anticipa che si farà promotore di un'iniziativa in tal senso
nell'ambito della Sesta Commissione.
Il cons. DI FEDERICO rivendica di essere stato il primo in
Italia a sollevare e ad approfondire il problema della rilevanza istituzionale
dell'ingresso delle donne in magistratura e della conseguente esigenza di
ripensare la struttura e la funzionalità giudiziaria in Italia e in Europa.
Potrebbe esibire articoli che su questo argomento ha scritto a partire dagli
anni Settanta fino ad oggi. Precisa poi di aver mosso delle critiche alla
ricerca precedentemente effettuata soltanto per un problema di etica della
stessa: i dati debbono essere messi a disposizione per consentire al mondo
scientifico di verificare la correttezza delle deduzioni che da essi sono state
tratte.
Anche il cons. MELIADÃ’ valuta positivamente lo stemperamento
dei toni avvenuto nel corso del dibattito, il che ha permesso di concludere che
l'unico problema serio è quello della compatibilità del progetto con l'attuale
stato dell'organizzazione. Nessuno ha voluto sottovalutare l'impegno profuso e
la serietà del tema, che da tempo è oggetto di attenzione nell'ambito delle
azioni formative svolte dal Consiglio Superiore. Questa attenzione dovrà
continuare e il Comitato per le pari opportunità dovrà occuparsi ulteriormente
di questo importante problema. Del resto il plenum si era trovato in una
situazione analoga quando si trattò di discutere del progetto comunitario
Erasmus per i magistrati: anche in quella circostanza si prese atto che
purtroppo le forze a disposizione non consentivano di realizzare (con
l'assunzione non di uno, ma di due progetti) un risultato, importantissimo anche
sotto il profilo dell'immagine consiliare esterna. Gli obiettivi della proposta
in discussione possono però, come ha suggerito il cons. AGHINA, essere
realizzati in altra sede, perch tenere conto delle esigenze della struttura
non significa indifferenza rispetto ai temi prospettati con grande serietà dal
cons. CIVININI e pi in generale dalla Sesta Commissione.
Il relatore, cons. MAMMONE, prende atto delle posizioni
emerse nel dibattito, della condizione di sofferenza in cui si trova la
struttura consiliare, da tutti riconosciuta, e della necessità di
calendarizzare obiettivi prioritari da raggiungere prima della scadenza
dell'attuale Consiglio. Nella Sezione Disciplinare, ad esempio, sono incardinati
procedimenti molto importanti, che debbono essere conclusi prima dello
scioglimento. Prende atto, altresì, delle proposte alternative che sono state
formulate, nel senso di continuare nelle sedi opportune ad approfondire la
materia e a sviluppare le esperienze acquisite nel seminario svoltosi nell'anno
2004. Ringrazia tutti i consiglieri che sono intervenuti nel dibattito, in
particolare quelli, come il cons. BERLINGUER, che si sono fatti promotori di
tentativi di mediazione. Indubbiamente le ragioni di chi si oppone al progetto
hanno un forte addentellato con la realtà. Come relatore ha tentato di svolgere
le sue funzioni nel modo pi obiettivo e terzo possibile. Rimane convinto della
bontà dell'iniziativa, che è di grande respiro in materia di pari opportunità
e continuerà a votare a favore della proposta.
Il PRESIDENTE intende intervenire nel dibattito,
interrompendo una consuetudine che si è imposta, perch esso non verte sul
merito dell'iniziativa, ma sulla praticabilità e sostenibilità della stessa.
Dà atto che il Segretario generale molto opportunamente ha comunicato
all'Ufficio di Presidenza che era stata richiesta di essere audita dalla
Commissione: in quella sede la dott.ssa FERRANTI ha anticipato alcune
osservazioni e proposte che avrebbe fatto in Commissione, alcune delle quali,
come ha costatato con molto piacere, sono state recepite da quest'ultima.
L'Ufficio di Presidenza le ha raccomandato soltanto di essere estremamente
obiettiva. Il Segretario generale ha precisato poi che la responsabilità
"politica" della proposta spetta al Consiglio Superiore; che una volta
che quest'ultimo avrà preso la sua decisione, la struttura la eseguirà. Molti,
a cominciare dal cons. BUCCICO, si sono soffermati su questa dichiarazione e
hanno elogiato la sensibilità istituzionale della dott.ssa FERRANTI.
Ritiene che l'organo di autogoverno della magistratura debba
comunque porsi il problema dell'attività che dispiega nelle sue varie
articolazioni. Anticipa che voterà a favore dell'iniziativa, di cui sostiene la
praticabilità, fermo restando che essa dovrà essere oggetto di un supplemento
di attività da parte di tutti.
Pone quindi in votazione la proposta, che è respinta, avendo
riportato 11 voti favorevoli e 13 contrari.
Il cons. SALVI propone di riprendere la discussione sulla
pratica della Settima Commissione relativa alla distribuzione degli organici,
precedentemente iniziata.
Il PRESIDENTE è invece del parere che i lavori del plenum
debbano essere interrotti, essendo preferibile prolungare la durata della seduta
pomeridiana, che inizierà alle 16.15.
A questo punto il PRESIDENTE chiude la seduta, che termina
alle ore 13,10.
Del che il presente verbale, fatto e sottoscritto in unico
originale da conservarsi negli atti del Consiglio Superiore della Magistratura.
IL PRESIDENTE
IL MAGISTRATO SEGRETARIO

ESTRATTO ALLEGATO


DESCRIPTION DU PROJET


1. Principaux objectifs du projet


Indiquez les principaux objectifs du projet et prcisez
comment ceux-ci contribuent à la ralisation des objectifs du programme sur l'galit
entre les femmes et les hommes et du prsent appel à propositions, ainsi qu'au
thème prioritaire "le rôle des hommes dans la promotion de l'galit
entre les femmes et les hommes, et en particulier les comportements des hommes
et des pères en liaison avec la conciliation entre la vie professionnelle et
prive".

Obiettivo principale del progetto è verificare se e in
che misura, nell'ambito della magistratura e in una situazione di
crescente "femminilizzazione" della stessa, l'organizzazione
del lavoro tenga conto delle problematiche di genere e favorisca la
conciliazione tra vita professionale e privata.
Sulla base di tale analisi saranno individuate azioni
positive volte a facilitare la gestione del doppio ruolo (che ancora
oggi fa carico soprattutto alle donne ) tra famiglia e lavoro e si
formuleranno proposte rivolte alle istituzioni comunitarie e nazionali e
agli organi di governo della magistratura che partecipano al progetto.
Con particolare riferimento all'organizzazione del
lavoro, si verificherà la possibilità di realizzare, nell'ambito dell'amministrazione
della giustizia e degli uffici giudiziari, politiche "family friendly",
rivolte tanto agli uomini che alle donne, caratterizzate dalla
flessibilità nella realizzazione della prestazione lavorativa ma non
punitive in termini di professionalità e carriera e dal favore, nel
sistema della mobilità, per il ricongiungimento familiare
In tal modo si auspica di contribuire alla
realizzazione degli obbiettivi del programma comunitario sotto pi
profili: a) incrementando i dati di conoscenza sulla situazione degli
uomini e delle donne in un settore cruciale per la democrazia qual è la
giustizia; b) migliorando l'organizzazione del lavoro in modo da rendere
pi "appetibile" per le donne l'impegno professionale e la
permanenza prolungata in servizio; c) promuovendo un mutamento nella
cultura del lavoro che porti uomini e donne a condividere congedi
parentali e altri istituti destinati a favorire la cura della prole.


2. Description dtaille du projet

Veuillez dcrire en dtail:


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2005/06/08/plenum-16-marzo-2005-progetto-comunitario-sullluguaglianza-magistratura