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Cronache dal Consiglio n. 31

CRONACHE DAL CONSIGLIO

Maria Giuliana Civinini,
Luigi Marini, Francesco Menditto, Giuseppe Salmé, Giovanni
Salvi
NOTIZIARIO N. 31 - febbraio 2004


OGGETTO: PLENUM 4, 5, 11 e 12 febbraio 2004 E LAVORI DI COMMISSIONE

Sommario


    A) Dal plenum:

 


    1. In
      ricordo di Nino Abate;

    2. Le
      pratiche a tutela;

    3. Conferimento
      di incarichi semidirettivi e direttivi;

    4. Il
      nuovo Procuratore di Frosinone, “il caso Gerunda”,
      l’ennesima violazione della circolare sul conferimento di
      incarichi direttivi;

    5. La
      Procura della Repubblica di Parma;

    6. L’adeguamento
      dell’assegno e delle indennità spettanti ai consiglieri
      laici;

    7. Gli
      avvocati in Cassazione;

    8. Il
      rispetto delle regole nei trasferimenti;

    9. Magistrati
      fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;

    10. Il
      parere sul decreto legge n.354 del 2003

    11. Tabelle,
      applicazioni e supplenze;

    12. La
      magistratura onoraria;

    13. Attività
      della rete europea di formazione giudiziaria (REFG).



    B) Dalle commissioni:

 


    1. Proposte
      di nomina per incarichi semidirettivi
      ;
    2. Incarichi
      semidirettivi, continua la regola del caso per caso;

    3. Il
      mancato concerto del Ministro per i posti di Presidente di sezione
      della Corte di Cassazione.


 
   
1. In ricordo di Nino Abate.
Il
12 febbraio si sono svolti i funerali di Nino Abbate. Il Consiglio ha
ricordato la figura di Nino, il suo contributo alla magistratura
associata e i tanti processi che trattò quale giudice di
Assise e poi quale Sostituto procuratore generale. I lavori del
plenum sono stati sospesi per consentire la partecipazione alla
cerimonia funebre.

 
2. Le pratiche a
tutela.

Nella seduta del 12
febbraio era prevista la trattazione della pratica a tutela relativa
alle dichiarazioni rese dall’on.le Berlusconi il 24 gennaio
u.s.. L’interruzione dei lavori ha reso necessario il rinvio
della discussione alla prossima settimana.

La definizione delle
pratiche a tutela (alcune delle quali pendenti dalla precedente
consiliatura) è una priorità della Prima Commissione.
Lo strumento della pratica a tutela è infatti certamente
logoro, giacché la continua reiterazione delle condotte che
rendono necessario l’intervento del Consiglio comporta il
rischio di un’assuefazione all’unica forma di intervento
che – almeno fino ad oggi – si è riusciti ad
elaborare: quello della deliberazione che richiami i principi violati
dalle condotte che vi danno origine (dichiarazioni, ispezioni ecc.).
Già nelle settimane passate erano state deliberate dal
Consiglio due pratiche la cui origine è nel 2002, ma per le
quali la riaffermazione dei principi e la tutela dei magistrati
ingiustamente attaccati ha avuto comunque un notevole valore (si
trattava del collega Greco di Milano e dei colleghi del pool di
Milano). Altre procedure sono in fase di approvazione in Commissione.
L’impegno, comunque,
per rivitalizzare gli interventi a tutela è innanzitutto nella
capacità di immediata reazione. Indicativo di questo impegno è
il fatto che si sia riusciti (superando notevoli difficoltà) a
giungere all’approvazione in commissione della proposta di
delibera ad appena 10 giorni dai fatti (e nonostante che si fosse in
“settimana bianca” e che non sia stato consentito
discuterne in una commissione straordinaria, appositamente
convocata).
 
 
3. Conferimenti
incarichi semidirettivi e direttivi.

 
Sono stati conferiti
all’unanimità al dott. Florindo Nuzzi,
consigliere della Corte d’Appello di Brescia, l’ufficio
semidirettivo di Presidente di sezione della Corte d’Appello
di Trento; al dott. Paolo Prat,
Presidente di sezione del
Tribunale di Torino, l’ufficio semidirettivo di
Presidente di sezione della Corte d’Appello di Torino; al
dott. Giuseppe Pietro Carbone,
Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, l’ufficio
direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Locri; al dott. Gianfranco Casciano,
magistrato di Sorveglianza
presso il Tribunale di Firenze, l’ufficio direttivo di
Presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze; al dott.
Gaetano Appierto,
giudice del Tribunale di Pordenone, l’ufficio
semidirettivo di Presidente di sezione del tribunale di Pordenone.
E’
stato nominato all’unanimità Presidente di sezione
della Corte d’Appello di Venezia il dott. Franco Asili
. Da
segnalare che la revoca dell’altro candidato, il dott. Marini,
pur pervenuta dopo il termine previsto, non ha consentito un puntuale
dibattito in plenum sulle ragioni per cui i consiglieri di Unicost in
commissione, innovando sui criteri fino a quel momento utilizzati,
avevano ritenuto di attribuire il massimo del punteggio per merito
(4) al dott. Marini (da loro proposto) pur in mancanza di statistiche
aggiornate. E’ il caso di ricordare che in una situazione
analoga per la dott. Moleti (assenza di statistiche aggiornate) gli
stessi consiglieri avevano ritenuto di attribuire un punteggio di
soli 2 punti con la conseguente prevalenza del dott. Mastroemi per il
posto di presidente di sezione del Tribunale di Messina (episodio che
abbiamo avuto modo di evidenziare in un precedente notiziario). Il
protrarsi di conferimenti di incarichi semidirettivi continua ad
evidenziare numerose scelte operate dai consiglieri di Unicost in cui
appare arduo individuare una coerenza di comportamenti.

E’
stato nominato Procuratore Generale Presso la Corte d’Appello
di Perugia
il dott. Giovanni Vacca con 13 voti (Unicost,
Schietroma, Berlinguer, Spangher, Marotta, Di Federico, Ventura Sarno
e Marvulli). Hanno riportato voti il dott. Giancarlo Armati (Md e
Movimenti) e il dott. Santoro (MI e Favara). Il nostro voto è
andato al dott. Giancarlo Armati, unico dei candidato nella fascia di
anzianità, in considerazione del suo ottimo curriculum
professionale e del positivo svolgimento delle funzioni requirenti
per lungo tempo prima quale sostituto a Roma e poi quale Procuratore
della Repubblica di Viterbo fin dal 1996. Pur in presenza di analogo
positivo curriculum del dott. Giovanni Vacca, attuale Avvocato
generale a Salerno (in precedenza Sostituto procuratore generale in
Cassazione e a Napoli), a nostro avviso non ricorrevano i
presupposti per superare la fascia di anzianità prevista dalla
circolare per il conferimento degli uffici direttivi.
E’
stato nominato Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata il
dott. Diego Marmo
, attualmente Procuratore Aggiunto a Napoli,
(Unicost, MD, Movimenti, Marotta) che ha prevalso sul dott. Izzo,
Procuratore della Repubblica a Cassino, (MI, Schietroma, Spangher,
Ventura Sarno, Di Federico).

 
4.
Il nuovo Procuratore di
Frosinone, “il caso Gerunda”, l’ennesima violazione
della circolare sul conferimento di incarichi direttivi.

Con
una decisione a dir poco sconcertante è stata nominata
Procuratore della Repubblica di Frosinone la dott. ssa Margherita
Gerunda
(Unicost, M.I, Cdl, Schietroma, Berlinguer), che ha
prevalso sul dott. Rossini (Movimenti, MD).
Una
pur superficiale lettura dei criteri previsti dalla circolare sul
conferimento degli uffici direttivi rende evidente la prevalenza
sotto ogni profilo del dott. Rossini, Procuratore della Repubblica a
Rieti dal 1997, di fronte ad una candidata priva di qualunque
esperienza direttiva o semidirettiva, per la quale la relazione
scritta di maggioranza (del cons. Riello), in carenza di qualsivoglia
elemento di fatto, fa desumere le attitudini organizzative e
direttive esclusivamente dalle conoscenze acquisite negli uffici
requirenti di primo e secondo grado. Nel corso della discussione in
plenum l’unico ulteriore argomento che si è speso in
favore della dott.ssa Gerunda à stata la maggiore anzianità
che, a ben vedere, è pari a un mese e 12 giorni (D.M.
15.11.65 dott.ssa Gerunda, D.M. 27.12.65 dott. Rossini).
Peraltro
dagli elementi risultanti dal fascicolo personale della dott.ssa
Gerundi, puntualmente ricordati nel plenum, emerge l’assoluta
inidoneità della stessa a ricoprire un ufficio direttivo:



Nonostante
l’illustrazione di tutti questi argomenti, in positivo per il
dott. Rossini e in negativo per la dott. ssa Gerundi, la maggioranza
del plenum ha nominato quest’ultima.
Riteniamo che dopo i
“casi” Ferreri/ Novara (Pres. Trib. Minori Caltanissetta)
e Di Pisa/Agueci (Proc. Rep. Termini Imerese), verificatisi nel primo
anno di consiliatura, il “caso” Gerunda ben rappresenti
ancora una volta la disinvoltura con cui viene applicata la circolare
per il conferimento per gli incarichi direttivi.

5. La Procura della
Repubblica di Parma
.
 
Il
Consiglio ha accettato le dimissioni del dott. Giovanni Panebianco,
Procuratore della Repubblica di Parma, ed ha rapidamente messo a
concorso il posto rimasto così vacante, volendo sottolineare
la massima attenzione riservata ad un incarico in questo momento di
particolare delicatezza.

Il
Consiglio dovrà altresì valutare le richieste
conseguenti alla disposta applicazione extradistrettuale di un
magistrato presso la Procura della Repubblica di Parma.

 
6.
L
'adeguamento dell'assegno e delle
indennità spettanti ai consiglieri laici
.
 
Il plenum (col voto
favorevole dei consiglieri di MD e dei Movimenti) ha disposto il
ritorno al Comitato di Presidenza della proposta di adeguare, su
richiesta dei consiglieri laici, l'assegno a costoro spettante ai
sensi dell'art. 40, 2° comma della legge 24 marzo 1958 n. 195,
rapportandolo, a partire dal 1 gennaio 2004, anzichè alla
retribuzione percepita da un magistrato che, secondo la normalità
dei tempi di carriera, sia stato dichiarato idoneo ad essere
ulteriormente valutato ai fini della nomina alle funzioni direttive
superiori (come previsto dalla delibera CSM 9 luglio 1985), a quella
percepita dal magistrato più anziano che all'inizio della
consiliatura in concreto svolgeva le richiamate funzioni (modifica
implicante un aumento dell'assegno di circa €1.800,00 mensili).
In
tal modo, il plenum si è fatto carico delle preoccupazioni
(già inutilmente avanzate nella commissione bilancio dalla
cons. Civinini) di un’insufficiente copertura economica della
delibera e dei problemi che alle finanze consiliari potevano
derivarne. Infatti, la delibera proponeva una nuova interpretazione
della legge n. 195/1958, difforme da quella applicata dal 1985 ad
oggi, in assenza di fatti nuovi che la giustificassero (non potendosi
invocare l'incremento del carico di lavoro derivante dalla
diminuzione del numero dei componenti, essendo quello già
compensato con l'aumento dei gettoni di presenza), in tal modo
esponendo il Consiglio (in assenza di fondi) alla richiesta degli
arretrati da parte degli attuali e passati consiglieri laici, nei
limiti della prescrizione (di cui non si è acclarata la natura
ordinaria o breve) e gli enti datori di lavoro degli stessi (in caso
di prescrizione del diritto all'adeguamento dell'assegno) alla
richiesta di adeguamento del trattamento di fine rapporto e del
trattamento pensionistico.

 
7.
Gli avvocati in Cassazione
.
 
Sono
stati nominati giudici della Corte di Cassazione per "meriti
insigni" l'avv. Vincenzo Correnti (con cinque astensioni) e
l'avv. Giulio Levi (con tre astensioni), entrambi professionisti con
una buona esperienza professionale presso le giurisdizioni di merito
e di legittimità ed una rilevante opera scientifica
rispettivamente nel campo del diritto commerciale e del diritto
privato internazionale. La pratica è giunta così
faticosamente a definizione dopo che era già pervenuta al
plenum e rinviata in commissione da un lato per un miglior
approfondimento dei requisiti per la nomina ed in particolare per la
corretta definizione dei "meriti insigni" e dall'altro per
la rivalutazione delle posizioni di due candidati che in precedenti
tornate concorsuali non erano stati giudicati in possesso di
quest'ultimo specifico requisito. Dopo ampia discussione è
prevalsa la convinzione che la legge non richieda un profilo di
eccellenza bensì caratteristiche e attitudini analoghe a
quelle richieste per i magistrati ai fini del trasferimento in
cassazione (attitudine allo studio, alla ricerca e al giudizio di
legittimità).
La
Commissione (con tre voti favorevoli - Fici, Marotta, Ventura Sarno
-, due astenuti – Lo Voi, Riello - e un contrario - Civinini)
ha ritenuto altresì di poter proporre la nomina dei due
professionisti (uno dei quali ha poi rinunciato) in precedenti
delibere ritenuti carenti dei "meriti insigni" e durante la
discussione plenaria è stata integrata la motivazione della
delibera con un emendamento (Salvi - Salmè) che ha basato il
nuovo giudizio favorevole sulla rivalutazione dei requisiti
professionali e scientifici.

 
8. Il rispetto delle regole nei trasferimenti..
 
 La decisione su
due trasferimenti alla Corte d'Appello di Roma è stata
occasione per una palese violazione delle regole nell'ambito della
Terza Commissione; nel valutare tre magistrati - Antonella Mazzei,
Riccardo Scaramuzzi e Rosanna Pucci, tutti nominati con DM 3/5/1980 -
la commissione ha attribuito a maggioranza (col voto contrario di MD
e Movimenti), a parità di punteggi per attitudini, funzioni
omologhe e anzianità, 4 punti per merito, cioè il
massimo, a Mazzei e Pucci (benchè quest'ultima nella
valutazione per il precedente bando del dicembre 2002 avesse ricevuto
2 punti) e 3 punti a Scaramuzzi (benchè nel precedente bando
gli fosse stato attribuito 4). Al plenum, la pratica è stata
rinviata in commissione essendo pervenute osservazioni di Scaramuzzi.
Riesaminati i fascicoli è risultata evidente la sperequazione
che era stata ingiustificatamente perpetrata; ciò nonostante
si sono riproposti i già collaudati schieramenti e si è
confermato dalla maggioranza (Unicost, MI, Polo) il più basso
punteggio nel merito di Scaramuzzi rispetto a Pucci, più
giovane in ruolo di anzianità, affermando che il primo ha solo
una produttività nella media mentre la Pucci risulterebbe
essere uno dei magistrati della sezione col più alto indice di
produttività. Orbene, basta guardare le statistiche per
constatare che questa alta produttività non esiste (se per le
sentenze collegiali penali è nella fascia medio-alta della
statistica con 38 sentenze, per il monocratico, ben più
corposo, si attesta su livelli sicuramente non alti). Scaramuzzi,
invece, se certamente è nella media di una sezione civile con
buona produttività, ha partecipato a 8 corsi di formazione,
alcune sue sentenze sono pubblicate su riviste di rilievo nazionale,
è responsabile per l'informatica di tre sezioni civili, è
componente del collegio per le controversie relative al trattamento
dei dati personali e del collegio di accusa per i reati ministeriali.
Per questo i rappresentanti di MD e Movimenti hanno presentato una
proposta di minoranza che prevede la conferma del punteggio della
valutazione 2002 a Scaramuzzi (4) e l'aumento del punteggio della
Pucci rispetto a tale valutazione a 3, con proposta di trasferimento
per Mazzei e Scaramuzzi. La decisione, presentata come proposta di
particolare urgenza ai sensi dell'art. 45 Reg., è stata
rinviata al plenum del 18 febbraio. Si auspica che prevalgano le
regole e non gli schieramenti.

9.
Magistrati fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri.

Si è lungamente
discusso sulla proposta di confermare la destinazione di Cristina
Capranica, attualmente fuori ruolo presso il Ministero della
Giustizia, a funzioni diverse da quelle giudiziarie presso l'ufficio
legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La
particolarità della situazione deriva dal fatto che la collega
ha già completato il periodo massimo di cinque anni fuori
ruolo e che in tal modo inizierebbe un nuovo periodo. La Commissione
ha ritenuto di poter accogliere la richiesta della Presidenza del
Consiglio sulla base dei seguenti argomenti: non si pone un problema
di superamento del limite massimo di magistrati fuori ruolo,
trattandosi di soggetto già destinato a funzioni non
giudiziarie; la richiesta riguarda l'ufficio legislativo che è
considerato dalla legge posto di diretta collaborazione col Ministro
o col Presidente del Consiglio; per i posti di diretta collaborazione
l'art. 13 della l.n.217/2001 prevede la destinazione fuori ruolo "per
l'intera durata dell'incarico, anche in deroga ai limiti di carattere
temporale previsti dai rispettivi ordinamenti di appartenenza e in
ogni caso non oltre il limite di cinque anni consecutivi",
intendendo per limite di carattere temporale nel caso di specie la
permanenza fuori ruolo oltre il primo quinquennio e riferendo il
limite di cinque anni al nuovo incarico che si va a conferire. La
discussione in plenum è stata "scatenata" dalla
proposta di inserire nella motivazione il riferimento al D.Lgs. n.
343/2003, che disciplina l'ordinamento della Presidenza del Consiglio
e che prevede per gli incarichi di diretta collaborazione, che il
"collocamento fuori ruolo è obbligatorio e viene
disposto, secondo le procedure degli ordinamenti di appartenenza,
anche in deroga ai limiti temporali, numerici e di ogni altra natura
eventualmente previsti dai medesimi ordinamenti”.
Con più
interventi MD e i Movimenti hanno sottolineato come la nuova legge
introduca un limite eccessivo ai poteri di autogoverno del Consiglio
in fatto di gestione del personale e che l'approvazione di una
pratica in espressa applicazione della stessa potesse costituire un
vincolo a future determinazioni del CSM; hanno altresì
proposto l'apertura di una pratica per studiare il problema; data la
complessità della questione, la decisione è stata
rinviata al plenum del 18 febbraio.

10.
Il parere sul decreto legge n.354 del 2003.

Nella
seduta dell’11 febbraio, il plenum ha approvato il parere sul
disegno di legge di conversione del d.l. n.354 del 2003, recante
disposizioni urgenti per il funzionamento del tribunale delle acque e
per l’amministrazione della giustizia, approvato dalla Camera e
all’ordine del giorno dell’aula del Senato (il testo del
parere è stato già diffuso in questa mailing list). Il
concitato andamento della pratica si giustifica per il fatto che il
tempo a disposizione del Consiglio per esprimere il parere è
stato veramente esiguo, in quanto il Ministro ha richiesto il
parere sul decreto d’urgenza il 15 gennaio e i lavori
parlamentari hanno avuto ritmi assai veloci. Tale situazione
costituisce un’ulteriore argomentazione, in punto di fatto, a
sostegno della tesi secondo la quale in materia di ordinamento
giudiziario è inammissibile il ricorso alla decretazione
d’urgenza (v. Relazione annuale sullo stato della giustizia
1991, pag. 24) perché la legge di ordinamento giudiziario deve
necessariamente, per Costituzione, avere il carattere di legge
organica, di intervento normativo sistematico. La ristrettezza dei
tempi per la conversione appare infatti incompatibile, come il caso
concreto dimostra, con l’approfondimento e la meditazione
necessaria per esaminare interventi normativi “di sistema”.
Questa tesi, come ricordato nel parere, ha avuto seguito in
Parlamento, in occasione della mancata conversione della parte di un
decreto legge con la quale si voleva abrogare la giurisdizione sulle
acque pubbliche.
I
punti del parere, sui quali è opportuno richiamare
l’attenzione sono:


  1. l’aumento
    a 65 unità del numero dei magistrati collocati fuori ruolo al
    Ministero, in relazione al quale è stata evidenziata la
    contraddittorietà rispetto alla opposta tendenza alla
    diminuzione di tale numero seguita a partire dal 1999;

  2. l’eccessiva
    e indiscriminata proroga della durata dei got e dei vpo in scadenza
    al 31 dicembre 2003 e per i quali non era possibile il rinnovo; a
    parte le considerazioni di merito svolte nel parere deve essere
    sottolineata, perché emblematica di un orientamento espresso
    in altre occasioni, l’atteggiamento tenuto dalla componente di
    Unicost, che si è tenacemente opposta a un testo che
    qualificava come “ritardi del Ministro” le
    vicende che hanno portato all’adozione del d.l., vicende
    peraltro puntualmente indicate nella relazione al disegno di legge
    di conversione come unica giustificazione dell’intervento
    normativo (delibera del Csm del 26 maggio 2003, che prevedeva una
    scadenza dei termini per la presentazione delle domande per le nuove
    nomine al 30 luglio; d.m. di recepimento del 18 luglio,
    pubblicazione sulla g.u. del 6 novembre, a termini scaduti); dopo
    aver ottenuto la cancellazione dal testo del parere licenziato dalla
    commissione della predetta espressione in plenum (hanno votato
    contro MI, Unicost, hanno votato a favore i componenti di MD,
    Movimenti, i laici del centrodestra e del centrosinistra) è
    stato bocciato un emendamento di Marini che mirava a reintrodurre le
    frasi cancellate (“. . che la proroga si è resa
    necessaria a seguito dei ritardi con cui il Ministero della
    giustizia ha dato corso alla procedura per il reclutamento dei
    magistrati onorari. . .”, “. . disposizione che
    dichiaratamente intende porre rimedio ai ritardi con cui si è
    dato seguito alla delibera consiliare. . .”); questa eccessiva
    prudenza non ci è sembrata giustificata perché i
    comportamenti ministeriali hanno inciso in modo rilevante
    sull’efficienza del servizio, al pari di tutti quegli altri
    ampiamente documentati nel libro bianco dell’ANM, di cui si è
    discusso con unità di accenti al congresso di Venezia;
  3. sulla
    parte relativa alla disciplina della conservazione e dell’accesso
    alla documentazione relativa al traffico telefonico, sono stati
    approvati in plenum tre emendamenti (proposti da Salvi e altri)
    aventi ad oggetto: 1) la segnalazione dell’eccessiva
    limitazione del tempo di conservazione della documentazione del
    traffico telefonico in relazione alle esigenze investigative e
    difensive, soprattutto alle indagini di criminalità
    organizzata e terrorismo; 2) ulteriori argomentazioni a sostegno
    della critica della previsione della necessità
    dell’intervento del g.i.p. per consentire l’accesso alla
    documentazione del traffico telefonico da parte del p.m. ; 3) la
    segnalazione degli inconvenienti derivanti dalla mancata previsione
    espressa di una disciplina della conservazione dei dati relativi al
    traffico telematico e delle prestazioni obbligatorie dei gestori
    delle reti di telecomunicazioni[ soppresso ];
  4. la
    previsione di una nuova figura di procuratore aggiunto presso la
    procura generale della Corte di cassazione; il parere contrario,
    fondato sulla sostanziale inutilità di un nuovo organo (non
    ci sono nemmeno ragioni di simmetria con la corte di cassazione,
    dove operano 396 magistrati, compresi 54 presidente di sezione, a
    fronte di 72 magistrati della procura, compresi 6 avvocati
    generali), è stato espresso dai componenti di Md, del
    Movimento e dai laici designati dal centrosinistra, il parere
    favorevole dai componenti di Unicost.


 

11.
Tabelle, applicazioni e supplenze.

1) Il Plenum ha approvato
l'applicazione interna della collega Stefanutti dalla seconda alla
prima sezione del Tribunale di Venezia. La pratica ha meritato un
intervento del collega Marini perché, pur essendo
l'applicazione formalmente ineccepibile, essa maschera una situazione
di disagio nata dalla repentinità con cui la prima sezione si
è trovata con numerose vacanze dopo che era stata pubblicata
l'unica vacanza della seconda sezione. Il Presidente avrebbe potuto
revocare la pubblicazione fatta e bandire almeno due dei posti resisi
vacanti alla prima. Ha preferito non farlo ed applicare per tre mesi
alla prima la collega Stefanutti che ha vinto il concorso interno per
la seconda penale. Ci è sembrato importante sottolineare che
la scelta fatta dal Presidente non poteva dirsi del tutto
soddisfacente, che l'applicazione non può cessare prima che
siano destinati alla prima sezione nuovi magistrati e, infine, che
occorre che il Presidente si attivi per rimediare all’ingiustificata
disparità di forze esistente fra due sezioni "speculari".
2) Il Plenum ha
approvato le tabelle 2002-2003 del Tribunale di Catanzaro con
numerose osservazioni; merita ricordare l'invito al Presidente
affinché fissi in modo chiaro e trasparente i criteri di
formazione e di operatività del tribunale del riesame, anche
perché non possiamo dimenticare che proprio a Catanzaro si
sono verificati, in un processo di grande delicatezza, inconvenienti
così gravi nella formazione dei collegi da portare la
Cassazione ad annullare il provvedimento di riesame.

12.
La magistratura onoraria.

1) Il plenum ha approvato
la proposta della Commissione di archiviare alcuni procedimenti
disciplinari nei confronti di giudici di pace che avevano tenuto
udienza in giorni ulteriori rispetto a quelli fissati dalle tabelle.
Pur muovendo dall’affermazione che il mancato rispetto del
calendario può avere rilevanza disciplinare (anche perchè
incide sui compensi dei giudici), il Consiglio ha ritenuto che non
sussistessero in concreto gli estremi di una sanzione vuoi per il
numero ridottissimo delle udienze individualmente celebrate, vuoi per
altre ragioni specifiche, quali l'aver celebrato con l'accordo del
coordinatore le udienze già fissate da altro giudice
trasferito.
2) Sui contenuti del
parere espresso dal Consiglio sul d.l. 24/12/2003, n.354 si dà
conto separatamente.
Ci limitiamo qui a
ricordare che il parere affronta molti aspetti legati alla
magistratura onoraria. Non va poi dimenticato che il plenum ha
bocciato (col voto contrario di MD e Movimento) due emendamenti da
noi proposti che reintroducevano due passaggi critici nei confronti
della politica ministeriale. Tali passaggi - inseriti nella bozza di
parere e poi cassati in commissione perchè ritenuti
inopportuni - sottolineavano i ritardi con cui il Ministero aveva
dato corso al bando consiliare per il rinnovo dei GOT e VPO in
scadenza, ritardi che hanno messo il Governo in condizione di
introdurre nel decreto legge una proroga automatica di un anno per i
GOT e VPO che avrebbero dovuto cessare al 31/12/03. A nostro parere
male ha fatto la Commissione ad espungere quei passaggi critici e
male ha fatto il plenum a non accettare gli emendamenti, posto che ci
pare di non poca gravità il fatto che il Ministero abbia con
la propria inerzia vanificato un'attività complessa e
dispendiosa che il Consiglio aveva avviato per tempo, ed abbia poi
adottato soluzioni che, in contrasto con le politiche consiliari,
finiranno per comportare un automatico e indiscriminato prolungamento
del servizio per tutti i magistrati onorari.

13. Attività della rete europea di formazione giudiziaria (REFG).

Nella seduta del 12
febbraio sono stati approvati il verbale della Assemblea Generale
della Rete Europea di Formazione Giudiziaria (REFG) tenutasi il 12 e
13 dicembre 2003 e del Gruppo Programmi tenutosi il 12 e 13 gennaio
2004.
I
relativi rendiconti sono stati già inviati e si rinvia agli
stessi.

 Dalle
commissioni:

 
 
1. Proposte di nomine per incarichi direttivi e
semidirettivi
.
 
La
Quinta commissione ha proposto all’unanimità:


Per
l’incarico semidirettivo di Avvocato generale presso la
Corte di Cassazione
è stato proposto a maggioranza il
dott. Gianfranco Ciani
, sostituto procuratore generale presso la
Corte di Cassazione; la proposta di minoranza (Schietroma) è
per il dott. Renato Calderone, Avvocato generale presso la Corte
d’Appello di Roma.
Per
l’incarico semidirettivo di Procuratore aggiunto presso il
Tribunale di Torino
è stato proposto, con la sola
astensione di Buccico, il dott. Pietro Forno, sostituto procuratore
presso il Tribunale di Milano.
Per
il Presidente del Tribunale di Trieste sono stati proposti il
dott. Arrigo de Pauli (Buccico, Stabile, Primicerio, Schietroma,
Menditto) e la dott.ssa Alessandra Bottan (Aghina).
Pur
in presenza di aspiranti con ottimi curriculum che non hanno
riportato voti (come ad esempio il dott. Trampus, presidente della
sezione Gip di Trieste), la prevalenza del dott. De Pauli sulla
ottima dott. ssa Bottan (attuale Presidente del Tribunale per i
minorenni di Trieste e già Presidente aggiunto della sezione
gip di Trieste) è stata ritenuta per il profilo professionale
del primo risultante dallo svolgimento da tempo di funzioni direttive
(dal 1999, quale presidente del Tribunale di Gorizia e dal 1995,
quale Procuratore presso il Tribunale per i minorenni a Trieste) e
dalle caratteristiche professionali complessive, che gli hanno
consentito contestualmente di essere proposto quale primo
classificato per consigliere della Corte di Cassazione.

Per
il posto di Presidente della sezione lavoro del Tribunale di
Napoli
. è stato proposto il dott. Paolo Capuano (Aghina,
Primicerio, Stabile), con tre astensioni (Menditto, Schietroma,
Buccico), motivate dalla possibile incompatibilità del dott.
Capuano con la sezione lavoro derivante da un rapporto di affinità
con un avvocato per il quale è in corso di accertamento
l’eventuale svolgimento di attività professionale
proprio presso la sezione lavoro di Napoli.

La
Commissione nella seduta del 3/2 u.s. aveva altresì proposto
per l’incarico direttivo di Procuratore della Repubblica presso
il Tribunale di Roma il dott. Antonio Germano Abbate con i voti dei
consiglieri Luccico, Primicerio, Schietroma e Stabile, mentre i voti
dei consiglieri Aghina e Menditto sono andati al dott. Giovanni
Ferrara.

2.
Incarichi semidirettivi, continua la regola del caso per caso.

Per
il posto di Presidente di sezione del Tribunale di Napoli sono stati
proposti il dott. De Falco Giannone (Schietroma, Buccico, Primicerio
e Stabile) e Fragola Rabuano (Menditto e Aghina). Ancora una volta vi
è stata una spaccatura in commissione determinata, questa
volta, dalla valutazione delle precedenti esperienze semidirettive,
presenti in modo rilevante nel dott. Fragola Rabuano (presidente di
sezione da oltre tredici anni, prima a SMCV e poi a Napoli) e solo in
parte nel dott. De Falco Giannone (presidente di collegio in Corte
d’appello e presidente f.f. solo per un limitato periodo). Ci
meraviglia, ancora una volta, la posizione dei consiglieri di Unicost
che solo poche settimane fa in plenum hanno esaltato il precedente
svolgimento delle funzioni direttive all’atto del conferimento
del posto di presidente di sezione del Tribunale di Messina, tanto da
penalizzare in modo rilevante sotto il profilo del merito e delle
attitudini la candidata da loro non votata. Ancora una volta la
regola del “caso per caso” ?

3.
Il mancato concerto del Ministro per i posti di Presidente di
sezione della Corte di Cassazione.

Il
Ministro, in sede di concerto, ha invitato la quinta commissione a
rivalutare la proposta avanzata per la copertura di 8 posti di
presidente di sezione della Corte di Cassazione a seguito di un atto
di diffida proposto dal dott. Claudio Vitalone che, anche a seguito
di una positiva decisione di primo grado, ritiene di essere
legittimato a partecipare a detti concorsi. E’ stato fatto
notare (Menditto) al Ministro che, pur essendo formalmente legittima
la sua richiesta di approfondimenti, la questione era stata già
ampiamente valutata dalla commissione e dal CSM che ha sempre
ritenuto il dott. Vitalone non legittimato a concorrere per
trasferimenti o conferimento di posti direttivi fino al dicembre 2003
e che vi sarebbe stato un ulteriore ritardo per il conferimento di
posti direttivi scoperti da tempo.


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http://old.magistraturademocratica.it/platform/2004/02/20/cronache-dal-consiglio-n-31