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Cronache dal consiglio n. 9

ATTIVITA’ DEL PLENUM (9-12 dicembre)

Sono stati deliberati i criteri generali per il tirocinio degli uditori
giudiziari nominati con D.M. 19 novembre 2002. La relativa delibera è
stata già inviate agli iscritti ad EMMEDI CSM.

Sono stati deliberati i criteri generali per l’ammissione agli incontri
di studio organizzati dal CSM per l’anno 2003. La relativa delibera è
stata già inviate agli iscritti ad EMMEDI CSM.

E’ stato nominato Presidente del Tribunale di Vasto il dott. Ghionni,
da noi votato perch presentava una leggera prevalenza, sotto il solo
profilo delle attitudini (varietà delle funzioni -sost. proc., pretore,
giudice, consigliere di C.A-.; svolgimento delle funzioni giudicanti -in
particolare civili- per lungo tempo, svolgimento di funzioni di Presidente
di sezione in una sede di rilevanti dimensioni), rispetto al dott. Moffa,
magistrato con una lunga esperienza nel settore requirente (per oltre
20 anni P.M. a Lanciano, poi pres. Sez a Lanciano, infine giudice presso
la stessa sede), perciò proposto quasi all’unanimità (e con il nostro
voto) per la Procura della Repubblica di Larino (sede per la quale ha
rinunciato)

E’ stato approvato, all’unanimità, il parere sul D.l.vo di riforma del
diritto societario "Definizione dei procedimenti in materia di diritto
societario e di intermediazione finanziaria, nonch in materia bancaria
e creditizia, in attuazione dell’art. 12 della legge 3 ottobre 2001, n.
366", illustrato dal relatore Civinini. Il Consiglio ha sottolineato,
nello spirito di collaborazione tra organi, come il legislatore delegato
sia fuoriuscito dai limiti assegnati dal legislatore delegante: è stato
infatti introdotto un nuovo rito speciale a cognizione piena ed esauriente,
laddove l’art. 12 prevedeva esclusivamente un intervento sul processo
esistente a fini di concentrazione delle udienze e riduzione dei termini
processuali, ispirandosi ed anticipando le linee guida di un’altra legge
delega, quella frutto dei lavori della Commissione Vaccarella; è stato
introdotto un rito contumaciale non previsto dalla delega, è stata rivista
gran parte della disciplina sul procedimento camerale mentre la delega
prevedeva esclusivamente un intervento atto ad allentare il nesso di strumentalità
necessaria tra cautelare e merito. Si è altresì sottolineata l’importanza
- a fini di effettività della tutela, efficienza, ed uguaglianza - del
principio di collaborazione del giudice nella definizione del thema decidendum
e del thema probandum, principio abbandonato in favore di una fase preliminare
del processo a cognizione piena completamente rimessa alle parti e si
è ricordato, come pi volte anche in pareri precedenti, che nessuna nuova
riforma processuale, in assenza dei minimi interventi strutturali ripetutamente
invocati (revisione della geografia giudiziaria, completamento dell’informatizzazione,
ufficio del giudice, rafforzamento organizzativo), può dare risultati
apprezzabili, notando altresì come la riforma si cali sugli uffici giudiziari
senza tener conto che la stessa impone interventi organizzativi notevoli
(delle udienze e dei ruoli) con riferimento ad un numero di controversie
che è, nella stragrande maggioranza degli uffici giudiziari, risibile.
Merita di essere sottolineato il fatto che il parere sia stato approvato
all’unanimità, col voto favorevole di tutti i laici. La relativa delibera
è stata già inviate agli iscritti ad EMMEDI CSM.

E’ stato approvato il bando per la nomina di un componente del comitato
scientifico, settore civile. La relativa delibera è stata già inviate
agli iscritti ad EMMEDI CSM. ·

Sono stati nominati componenti del comitato scientifico, settore penale,
i dott.ri Antonio Balsamo, giudice del Tribunale di Palermo, e Gaetano
De Amicis, giudice del Tribunale di Avezzano.

Numerosi gli argomenti affrontati in tema di incarichi extragiudiziari:
o Il cons. Di Federico ha pronunciato un lungo ed articolato discorso
in cui, premesso che il gran numero di incarichi extragiudiziari e collocamenti
fuori ruolo disposti su richiesta di soggetti estranei alla magistratura
creano un vulnus all’immagine di indipendenza ed imparzialità della magistratura
ed alla sua funzionalità, ha messo in relazione lo svolgimento degli "incarichi"
con "il livello di commistione che si è venuto sviluppando in Italia tra
magistratura e classe politica". Ha sottolineato, tra l’altro, l’opportunità
di ridurre l’ambito di autorizzazione degli incarichi ed ha chiesto l’inserimento
di tutte le pratiche in questione nell’ordine del giorno ordinario, con
conseguente esame particolareggiato da parte del plenum. Non si può che
convenire con la decisione del vice presidente Rognoni che, al termine
dell’intervento, ha rimandato l’eventuale dibattito sui temi introdotti
ad un eventuale successivo plenum. Peraltro le questioni sollevate dal
cons. Di Federico sono già all’esame della VI commissione (in ordine ai
profili di eventuali modifiche legislative da suggerire in tema di incarichi
consentiti o da meglio disciplinare per legge) e della IV commissione
(in tema di modifica della circolare in materia di incarichi extragiudiziari,
richiesta da quasi tutti i consiglieri, come già comunicato in un precedente
notiziario). Già abbiamo richiesto, in concreto ed in pi occasioni, che
il CSM applichi con rigore la normativa vigente attraverso un attento
esame delle fattispecie autorizzabili, con specifico riferimento alle
esigenze di servizio ed al pericolo di compromissione per l’immagine di
imparzialità ed indipendenza del magistrato interessato e dell’ordine
giudiziario nel suo complesso. Purtroppo l’esperienza di questi primi
mesi ( ed anche del plenum tenutosi lo stesso giorno come si vedrà a breve)
dimostra che diverse sono le logiche che muovono gli eletti in Unicost
e MI, particolarmente alieni ad adottare decisioni che scontentino i colleghi.
o Dopo che abbiamo fatto rilevare (Marini) il gran numero di richieste
di autorizzazione di collaborazioni a tempo parziale con commissioni parlamentari
(in primo luogo la commissione Telecom-Serbia, per la quale già sono stati
autorizzati numerosi collocamenti fuori ruolo ed incarichi a tempo parziale)
il plenum ha deliberato il ritorno in commissione di queste pratiche al
fine di procedere ad un monitoraggio delle autorizzazioni già concesse
e di quelle richieste. Il V.P. Rognoni ha ritenuto di dovere rappresentare
ai presidenti di Camera e Senato la questione al fine di pervenire a comuni
intese per ridurre, per quanto possibile, questi incarichi. o E’ stata
rigettata a maggioranza (ribaltando la decisione della commissione in
cui avevano votato per il rigetto solo Menditto e Buccico), la richiesta
di autorizzare un collega a presiedere la commissione per la formazione
delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi E.R.P. Abbiamo sostenuto
(Menditto), a parte ogni altra considerazione, che non era tollerabile
che l’incarico, pur se la legge regionale non disciplinava la modalità
di conferimento (previsto in alternativa ad un magistrato o a un dirigente
amministrativo), fosse conferito discrezionalmente dal Presidente della
Giunta Regionale; appariva chiaro, infatti, il pericolo anche solo potenziale
di compromissione dell’indipendenza ed imparzialità per effetto di gratificazioni
collegabili ad incarichi concessi da soggetti estranei all ’amministrazione
della giustizia. Da sottolineare che per l’accoglimento della richiesta,
come detto rigettata a maggioranza, hanno votato gli eletti di Unicost
ed MI. o E’ stato rigettato l’autorizzazione ad un incarico extragiudiziario
per 62 ore di lezione presso la scuola ufficiali Carabinieri, anche in
considerazione del fatto che il collega aveva in atto altro incarico.
o Con il solo voto contrario nostro, dei consiglieri dei Movimenti e del
cons. Di Federico, il dott. Antonio Martone è stato autorizzato ad assumere
l’incarico di componente della commissione di garanzia di attuazione della
legge sullo sciopero nei servizi pubblici (L. 146/90), ove, come anticipato
dall’interessato, dovrebbe essere nominato Presidente. Rigettata la richiesta
da noi proposta (int. Salmè) di ritorno della pratica in commissione per
valutare la compatibilità dell’incarico con le esigenze di servizio, alla
luce del contemporaneo incarico ricoperto dal dott. Martone di consigliere
del Cnel, del quale la commissione non aveva tenuto conto, si sono confrontate
la proposte della maggioranza della commissione (Riello, Primicerio, Mammone,
Luccico, Marotta) e quella della minoranza (Menditto). Nel corso del dibattito
abbiamo sottolineato (Menditto, Salmè, Marini) che l’incarico, per il
quale peraltro è prevista una retribuzione annua lorda di circa 60.000
Euro, appariva in netto contrasto con le esigenze di servizio per il rilevante
impegno richiesto (l’intero giovedì ed una mezza giornata ogni due mesi,
oltre al tempo necessario per lo studio delle pratiche ed i rapporti con
l’esterno tenuti dal Presidente), anche in considerazione del contemporaneo
svolgimento dell’incarico di componente dl CNEL; particolarmente grave
appariva, inoltre, il pericolo di compromissione dell’indipendenza ed
imparzialità del magistrato richiedente e dell’ordine giudiziario per
i compiti in concreto svolti dalla commissione: tentativo di composizione
tra le parti, invito ai soggetti a differire lo sciopero, segnalazione
all’autorità competente dei casi in cui potrebbe procedersi a precettazione,
rilevazione dei comportamenti illegittimi delle parti, applicazione delle
sanzioni etc.. Si è sottolineato, infine, che il dott. Martone, che si
doveva essere reso conto della difficile compatibilità dell’ incarico
con il ruolo di magistrato avendo richiesto in subordine il collocamento
fuori ruolo (in realtà non concedibile per assenza di disposizione di
legge), ben avrebbe potuto richiedere l’aspettativa (senza assegni) prevista
dall’art. 7 della L. 145/2002. In sostanza, anche in questo caso si sono
scontrate due diverse concezioni in tema di incarichi extragiudiziari,
ed ha prevalso, con il voto compatto degli eletti in Unicost e MI, una
logica non solo di interpretazione estremamente "lassista" della circolare,
ma soprattutto di diversa concezione del ruolo del magistrato di fronte
agli incarichi extragiudiziari.

La delibera sul rientro in ruolo dei consiglieri uscenti è stata rinviata
a giovedì 19 dicembre su richiesta del cons.Spangher in relazione ad impegni
da lui assunti in precedenza. Merita segnalare che in plenum è stata distribuita
in fotocopia una proposta del cons.Meliadò, di modifica delle norme di
circolare in tema di concorso virtuale, da lui depositata in precedenza
in III commissione. Premesso che Md e Movimenti hanno da settimane chiesto
l’apertura di una pratica per il riordino della materia, la Commissione
nelle sedute precedenti il plenum aveva già incaricato il presidente (Stabile)
di predisporre per la discussione un articolato con la nuova formulazione
della circolare; la proposta Meliadò costituisce certamente una base di
lavoro, ma non affronta alcuni dei nodi della disciplina e non può costituire
materia di dibattito in plenum, dovendosi privilegiare un’attenta e ponderata
elaborazione in sede di commissione. Del resto, avendo ormai la commissione
"aperto" la procedura per la modifica della circolare e stabilito che
ogni nuova domanda di rientro in ruolo sarà valutata con la nuova disciplina,
non vi è motivo di affrontare con urgenza (e fretta.) un argomento così
delicato.

ATTIVITA’ DELLE COMMISSIONI

III commissione:

Sono proseguite le attività relative alla definizione del bollettino del
febbraio 2002, ormai prossima, e sono state effettuate alcune audizioni
di colleghi che, collocati da tempo fuori ruolo, hanno chiesto di essere
ricollocati presso uffici giudiziari. Considerato che quasi tutti hanno
chiesto uffici "sensibili" (DNA e cassazione), le audizioni sono state
necessarie e la commissione si è riservata per le prossime sedute una
decisione "coordinata" delle domande. Sono giunte alcun proteste in ordine
alla pubblicazione dei posti di corte di appello deliberata dal Consiglio.
Le proteste hanno riguardato essenzialmente i posti destinati al lavoro.
Premesso che sono stati pubblicati TUTTI i posti vacanti (essendo ben
nota l’urgenza dell’ intervento), va precisato che solo in pochissimi
casi è stato possibile trasformare alcuni dei posti ordinari vacanti in
posti lavoro (trasformazione che anticipa, salvo compensazione successiva,
l’ormai prossimo aumento di organico); ciò è avvenuto per quelle sedi
che ne hanno fatto richiesta (seppure non sempre in modo lineare): Napoli,
Milano e Venezia. Viceversa, le corti di ROMA e TORINO hanno respinto
le sollecitazioni da noi formulate in tal senso, ed i due presidenti hanno
preferito espressamente favorire la copertura dei posti ordinari; in tal
modo si è inibito di fatto al Consiglio un intervento che - al pari delle
altre tre sedi - avrebbe accelerato la pubblicazione e la copertura di
alcuni posti destinati al lavoro.

V commissione

Incarichi direttivi Presidente Tribunale di Tolmezzo: sono stati proposti
i dottori De Alessandri (Aghina, Menditto, Riello) e Coppari (Buccico,
Mammone, Schietroma); Procura della Repubblica di Genova: sono stati proposti
i dottori Lalla (Buccico, Riello), Simone (Menditto), Rossini (Schietroma),
Tinti (Mammone).

VII commissione

tabelle ed organizzazione Prosegue l’esame delle richieste di applicazione
extradistrettuale - o di proroga delle applicazioni già disposte. Le difficoltà
che il Consiglio incontra nella decisione, ed i conflitti che si ingenerano
fra gli uffici rendono urgente l’attuazione della norma (legge 48/2001)
che prevede la creazione dei magistrati "distrettuali". Permane per adesso
la tendenza degli uffici e dei consigli giudiziari a non intervenire con
soluzioni interne al distretto ed a tentare di "scaricare" le difficoltà
su altri distretti. E’ stata proposta l’approvazione "parziale" di un
decreto col quale il Procuratore della Repubblica di Napoli, nel confermare
la designazione di un PM alla DDA per ulteriore biennio, oltre a formulare
valutazioni positive sulle specifiche attitudini ed esperienze professionali
dell’interessato, evidenziava delle condotte del magistrato (tali da non
incidere sulla conferma) da lui ritenute censurabili, tanto da avere interessato
i titolari dell’azione disciplinare. La commissione ha ritenuto che, pur
non potendosi "cancellare le "censure", così come richiesto dall’interessato,
il decreto dobba essere approvato parzialmente in quanto le "censure"
non appaiono pertinenti e non sono state utilizzate in sede valutativa.


Indirizzo:
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