Magistratura democratica
Le dimissioni di tre consiglieri, Ezia Maccora, Giuseppe Berruti, Vincenzo Siniscalchi, dalla Commissione per gli Uffici Direttivi del C.S.M., a seguito dell'intervista del Ministro Alfano, segnano con fermezza il limite dell'inaccettabilità a cui è ormai arrivato il dibattito sulla giustizia. Il Ministro, seguendo lo stile della peggiore pubblicistica oggi in voga, lancia accuse tanto infamanti quanto generiche al Consiglio Superiore della magistratura, che in questi mesi ha operato un numero elevatissimo di nomine per gli uffici direttivi e semidirettivi, riuscendo contro tutti i pronostici a dare attuazione alla riforma ordinamentale.
Accuse tanto più incomprensibili e contraddittorie se si tiene conto che il Ministro ha condiviso con il suo concerto tutte tali nomine.
Il dovere del Ministro ai sensi dell'art.110 della Costituzione è quello di assicurare il funzionamento dei servizi della giustizia. A questo dovrebbe far fronte assicurando mezzi, risorse e progetti e riforme in grado di darci una giustizia che funziona - prima fra tutti la revisione della geografia giudiziaria.
Non abbiamo mai negato, e non lo facciamo ora, i difetti e le distorsioni del sistema: queste polemiche strumentali non solo non rimediano a nessuno dei problemi esistenti, ma creano solo danni in un'ottica meramente propagandistica, creando un vulnus difficilmente rimediabile per le istituzioni.
E' forse troppo, ma l'unica strada auspicabile è il ritorno ad un clima di confronto pacato e soprattutto basato sulla razionalità e su dati di fatto: una strada purtroppo abbandonata da tempo.
Ai consiglieri dimissionari vanno il nostro più totale appoggio e la nostra più completa solidarietà.
12 giugno 2009
Il Presidente Claudio Castelli Il segretario Rita Sanlorenzo