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Presentazione

Sommario

Editoriale

Continua anche in questo numero della Rivista l'attenzione alle questioni connesse al trattenimento degli stranieri nei cd. centri di detenzione ammini-strativa. Le recenti, numerose, ordinanze di rinvio alla Corte costituziona-le - alcune delle quali qui pubblichiamo - consentono di approfondire la ri-flessione giuridica, già avviata, sulla compatibilità della misura del tratte-nimento e del tipo di controllo giurisdizionale attualmente previsto con i di-ritti costituzionali riconoscibili anche a favore della persona straniera e non del solo cittadino.
La questione, certamente non semplice, è affrontata in termini complessivi (al di là ed oltre, per certi versi, degli spunti offerti dalle citate ordinanze di rinvio) nell'articolo di P. Bonetti, che offre anche elementi di soluzione del problema, che dovrebbe essere messo subito nell'agenda politica qualora si volesse davvero coniugare l'esigenza di regolamentazione del soggiorno de-gli stranieri in Italia con il rispetto dei diritti umani e fondamentali.
Esigenza che non è solo italiana ma europea, come si deduce dal commen-to di commento di A. De Luca ad una pronuncia del Tribunale costituziona-le spagnolo relativa al procedimento di habeas corpus per il trattenimento in zona aeroportuale di un richiedente rifugio. Anche qui è stato affrontato il rapporto tra privazione della libertà personale ed effettività della tutela giu-risdizionale.
Il tema non è certamente semplice - già si è detto - e soprattutto non è un argomento facilmente spendibile in termini politici ed elettorali in un conte-sto, quale quello italiano ma anche europeo, dove la percezione negativa dell'immigrato è diventata la valvola di sfogo di latenti insicurezze sociali determinate, tuttavia, da un radicale mutamento della società in generale. Sotto questo profilo, l'articolo di G. Zincone affronta l'attualissimo argo-mento della cittadinanza sociale e del divario con quella giuridica, confron-tando la diversità dei diritti sociali attribuiti allo straniero, anche irregolare, nei vari Paesi europei.
In questo numero della Rivista vengono, poi, affrontati altri temi di grande interesse ed attualità, quali il trattamento penitenziario in concreto riservato ai detenuti stranieri - di cui tratta l'articolo di S. Napolitano - e quello delle cd. "mutilazioni sessuali" riguardanti le donne di alcuni Paesi, analizzato nell'articolo di S. Aimiumu e E. Balsamo, entrambi sintomatici di un ap-proccio al fenomeno dell'immigrazione che cerca di valorizzare, anziché pe-nalizzare, la diversità di cui sono portatrici le persone straniere.
Il tentativo è quello di leggere le diversità culturali non con l'ottica della morale o della religione - entrambe parziali e discriminanti, in quanto par-tono da punti di vista assolutistici - bensì con quella della conoscenza, pre-supposto imprescindibile innanzitutto per la reciproca comprensione e ri-spetto e poi per la ricerca di elementi di condivisione o di tolleranza.
Da segnalare, infine, i commenti di A. Caputo e M. Pipponzi sulla discri-minazione razziale, l'uno sotto il profilo penale e l'altro relativo alla speci-fica azione civile introdotta nell'ordinamento dal Testo unico sull'immigrazione. In ordine ai due profili in questo numero della Rivista sono, infatti, pubblicate interessanti pronunce giurisprudenziali.
Completa il numero l'usuale ampia rassegna giurisprudenziale, nella quale segnaliamo, oltre alle citate ordinanze di rinvio alla Corte costituzio-nale, i provvedimenti di giudici del lavoro veneti sul trattamento previden-ziale attribuito agli stranieri regolarmente soggiornanti (con schede di M. Paggi), l'ordinanza del Tribunale di Bologna sulla controversa questione della necessità di nulla osta dell'autorità giudiziaria penale ai fini della legit-timità dell'espulsione amministrativa (con scheda di P.L. di Bari), le ordi-nanze del Tribunale di Bologna (est. Palumbi) e del Tribunale di Arezzo (est. Afeltra) che negano l'ostatività della condanna penale o della pregressa espulsione ai fini dell'esercizio del diritto all'unità familiare, ed infine la sentenza del Tar Veneto n.1863/2000 che nega l'equiparazione tra la sen-tenza cd. patteggiata e la sentenza di condanna, con ciò escludendo la legit-timità della revoca in base alla prima disposta.
Infine, si segnalano la raccolta di testi normativi e circolari ministeriali e l'ampia rassegna bibliografica e di segnalazioni legislative, che danno conto delle novità in questo campo, sia in Italia che in Europa.

 


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